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Una lettrice in cucina. Tea break

Creato il 27 ottobre 2011 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

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Tea break (di Ceneredirose)

More about La buona terraDa ragazza avevo, tra le tante passioni, quella del tè. Oltre ad amarlo come bevanda, lo collezionavo: scatole e lattine di ogni colore e misura, in bustine o in foglie, di tutte le essenze che riuscivo a trovare. Tè neri, ambrati, verdi, dai sapori forti e corposi o delicati ed eterei.
(Ancora oggi amo il tè, anche se ho smesso, più che altro per motivi di spazio, di collezionare confezioni).
Da ragazza amavo una scrittrice americana che scriveva libri sulla Cina e, naturalmente, collezionavo i suoi libri.
Ne ha scritti moltissimi, Pearl S. Buck*, di libri, e posso affermare senza tema di smentita di averli letti tutti.
La buona terra, scritto nel 1930 e vincitore del Premio Pulitzer l’anno successivo, è sicuramente il suo capolavoro.
Narra la storia di una famiglia di contadini nella Cina immediatamente prima della rivoluzione, che da poveri lavoratori diventano ricchi possidenti terrieri, e del loro rapporto viscerale con la terra, la buona terra appunto.
Con prosa asciutta e scarna, la Buck racconta come Wang Lung e O-Lan, giovani sposi poverissimi, riescano, faticosamente e lottando contro calamità naturali, siccità, problemi familiari, incomprensioni con i figli, a costruire la loro fortuna. La loro vita, densa di avvenimenti, tragedie, povertà estrema, tradimenti, ma anche di sfarzi, ozi e piaceri, è narrata attraverso la quotidianità dei gesti, gli usi dell’epoca, la descrizione dei paesaggi, le considerazioni sull’animo umano; le parole sono pennellate che dipingono scene di vita destinate a restare impresse per sempre.

O-lan ebbe l’ordine che al mattino al padre fosse portata una ciotola d’acqua calda senza foglioline di tè, per non sentirlo brontolare che si spendeva.
La porta si aprì ed ella entrò con il suo passo silenzioso, reggendo fra le mani una ciotola d’acqua fumante, che egli accolse seduto sul letto. Sull’acqua della ciotola galleggiavano alcune foglioline di tè.
Sorpreso egli guardò la donna, che, spaventata, disse subito: “Al vecchio non ne ho servito, ho fatto come tu avevi ordinato, ma a te…”.

O-lan, la schiava divenuta moglie, la donna brutta perché così ha deciso il vecchio padre di Wang Lung, (“Che cosa dobbiamo farcene di una donna bella? Una donna che curi la casa e che procuri dei figli lavorando… ecco quello che ci occorre! Le donne belle non hanno altro pensiero che scegliersi vestiti che s’intonino con la loro faccia. Alla larga! Noi siamo contadini. E poi, chi ha mai sentito dire di una schiava carina che sia ancora una ragazza a posto?”) la donna che partorisce da sola, ripulisce tutto e torna nei campi a lavorare, la moglie oltraggiata dal marito arricchito che la sostituisce con una concubina avida, è una delle figure femminili più forti e intense della Letteratura mondiale.
Io la ricordo per una ciotola di acqua fumante, a lei devo la mia passione per il tè.

A presto,
Ceneredirose

* Pearl S. Buck su aNobii (N.d.R.)


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