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Una miserabile storiella

Creato il 10 maggio 2014 da Malvino
La vicenda che si è chiusa con l’arresto di Riccardo Viti è stata gonfiata in modo vergognoso dai mezzi di informazione e un bravo avvocato non incontrerà alcuna fatica a sgonfiarla dimostrando che si è trattato di un banale omicidio colposo. Lì probabilmente assisteremo a un’altra vergognosa montatura dei media, quella che istigherà all’indignazione per una condanna troppo mite per quello che si è voluto rappresentare come efferato delitto e che in realtà ha tutti i connotati dell’infortunio incorso durante un setting di extreme.Innanzitutto, la donna non è stata «crocifissa»: le sono stati legati i polsi a un palo metallico con del nastro adesivo.Il responsabile della sua morte non è un «serial killer»: in una mezza dozzina di occasioni si è intrattenuto in pratiche di bondage e insertion con prostitute consenzienti e, prima dell’incidente che ha causato la morte di Andreea Cristina Zamfir, non si è macchiato d’altra colpa che l’essere andato un po’ più in là della prestazione pattuita, peraltro solo in due o tre occasioni, provocando reazioni di vivace diniego dinanzi alle quali è regolarmente scappato.Non è vero che la vittima si prostituisse con regolarità: lo faceva di tanto in tanto per far fronte alle disagiate condizioni economiche familiari e per mandare qualche euro ai suoi parenti in Romania, roba che una libertarian come Annalisa Chirico definirebbe «scambio intrinsecamente morale» e «sublimazione del godimento della propria indipedenza privata».Le indagini che hanno portato a sospettare di Riccardo Viti non hanno nulla di straordinario: qualche tempo fa una prostituta aveva consentito alle forze dell’ordine l’identificazione di un cliente che aveva oltrepassato i limiti preliminarmente stabiliti e un inquirente ne ha rammentato il nome collegandolo al caso sul quale era impegnata la squadra investigativa di cui faceva parte.Riccardo Viti, d’altronde, ha confessato subito, offrendo la massima collaborazione. L’abbondanza delle tracce che ha lasciato dietro di sé avrebbe probabilmente portato comunque alla sua identificazione, ma allo stesso tempo sono la più eloquente prova che non avesse l’intenzione di uccidere e che si tratta di un poveretto al quale è andato storto il giochino, causando la morte di una poveretta.L’orrore io lo provo solo a considerare come i media si siano fiondati su questa miserabile storiella a mesto fine per costruire l’ennesimo mostro. E a come ci si sia fondato sopra lo Stato – e dico Stato per evitare noie – allo scopo di lucrare un po’ di prestigio.

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