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Una nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in Barcellona

Da Velia

 La notte era trascorsa così bene che fare il check out della nave è stato facilissimo.Il taxi ci avrebbe portato a destinazione in 20 minuti.  Io e Francesca avevamo ricomposto le valigie seguendo un rito preciso ( i miei panni ancora bagnati andarono a finire in un borsa separata in attesa di un servizio di lavanderia, in quegli indumenti avevo acqua carburante misto ad olio e non da cucina)

Saremmo state le sole italiane del gruppo formatosi durante le ultime 36 ore ad avere una destinazione diversa dagli altri. Arrivo previsto alle ore 11,00 all NH hotel Costanza.“Franci ma guarda che spettacolo non mi aspettavo questo trattamento!”  e la caporicevimento con sorriso smagliante "Segnorita este la carta dell’apertivo de bienvenido e la tarjeta wifi para connectarse desde su habitacion”Una nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in BarcellonaUna nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in Barcellona

Ora avrei potuto connettermi. Postare qualche foto e riposare prima di dedicarci alla movida spagnola.Sarebbe stato il nostro giorno libero prima dell’evento che si sarebbe tenuto il giorno successivo alla CASA DEGLI ITALIANI di Barcellona.

Una nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in Barcellona
Entrate in camera, l’eleganza del posto ci aveva tolto le parole di bocca.“Francesca ma dove siamo finite???!” “Veramente siamo finite e stanche morte perché iera sera abbiamo fatto le ore piccole!”Ho fotografo tutto come una giapponese, anche il frigo bar che era di cristallo.I letti con cuscini che a pensarci oggi non sarebbe stato possibile portarseli via dato le dimensioni abnormi.“Vabbè dai prendiamo la marca che in Italia magari li troviamo!”    “senti Velia metti le password del wifi che adesso ci connettiamo e chiamiamo a casa”   AH si la telefonata a casa è stata “ mamma siamo in un hotel molto bello con fiori in camera e finalmente c’è un bidet!”Creme di ogni genere inondavano il bagno, saponette colorate che si intonavano perfettamente con l’ambiente. Io che avevo portato il laptop volevo sentire un po’ di musica ma ahime la spina nn era compatibile cn la presa. “Oh nooo dovevamo saltare sui letti a ritmo di dance?”E la Franci “Muoviti strulla che qui se ci si riposa dopo facciamo un giro in città e mi trovo finalmente lle mie zapateros.  Ho chiamato la mia amica Alexandra Berengui che da 10 anni non vedevo. In risposta al mio sms e tramite face book Alexandra ci ha fatto sapere che sarebbe arrivata in hotel verso le 17, visto che abitava nelle vicinanze. Intanto erano solo le 14,00 e la stanchezza aveva preso il sopravvento, mi sono resa conto di aver preso sonno mentre nel dormiveglia ero palesemente attenta al suono delle notifiche di whatsup della mia Franci.“Oh ammore…..è l’ammore tuo!” ma lei dormiva aveva bisogno di recuperare tutto il mal di mare sofferto lungo la nave.  Alle 17 o giù di li è arrivato il ns sole. Alexandra. Erano 10 anni che non ci si vedeva, pur avendo lavorato assieme per poco più di un anno in uno dei posti più belli al mondo. Ravello a Palazzo Sasso oggi Palazzo Avino.
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Una nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in Barcellona
Ci siamo abbracciate forte forte, l’emozione era palpabile. Non era cambiata una virgola. Lei bella e longilinea dal corpo scolpito nel marmo. Insomma la sua vita era cambiata, ora fa la fashion stylist, disegna o scopre collezioni da rivendere alle aziende. “Oh si domani dovrete venire nel mio mio show room. Vi innamorerete dei capi di questa estate” Chiacchiere fra donne, Era una vita che non mi ritrovavo a condividere passato presente e futuro in una cornice cosi splendida. Alle 19 ci siamo truccate e ci siamo dirette verso il centro commerciale collegato con un magnifico ascensore all’interno dell’hotel stesso “Apriendo PUERTAS”   Apriti sesamo che qui non abbiamo molto tempoAl momento della revisione del wifi chissà perché la connessione era scomparsa e al ricevimento poco prima di uscire ne abbiamo richiese altre da poter utilizzare al ns ritorno.Forse ci saremmo dovute dirigere sulla rambla ma la stanchezza si faceva sentire. Rimanere nel centro commerciale cosi grande a fare shopping sarebbe stato piu rilassante. Al piano inferiore ristoranti di ogni tipo “senti optiamo per il libanese o il messicano? Piu già c’è la zona sushi ma dobbiamo fare merenda cena??” 
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La scelta cadde sul messicano, all’angolo.Vino blanco e dopo un paio di bicchieri io ero gia felice come una pasqua. Ci siamo raccontate cose perse nel tempo.Quesadilla, tortillas e poi tutte specialità piccanti che la cucina messicana sa notevolmente preparare. Essere a Barcellona imprigionate e si fa per dire dentro un centro commerciale non era poi così male. Io guardavo le vetrine estasiata davanti a tanti abiti firmati. Molte marche italiane per non parlare delle catene di INTIMO(issimo) che secondo me vestono mezzo mondo.“Franci non devi comperare le mutande?” “ Oh strulla ma sono come quelle italiane maremma globalizzata”   Si lo spuntino dal messicano si è fatto una sorta di apericena annaffiata da vino blanco. Osservavo la gente. Gli spagnoli? Le spagnole? Ci somigliamo siamo cugini di primo grado anche per come si vestono. Se avessi spento il rumore di fondo nessuno avrebbe capito che eravamo a Barcellona ma semplicemente in un grande centro commerciale italiano…..Gli occhi di Alexandra si illuminavano quando parlavamo degli anni trascorsi in costiera. La Francesca Burzi era rapita dalla gestualità “catalana” della ns amica. Alexandra quando parla italiano lo fa con accento speciale ed è sconcertante…..”Vale vale!”Si valeva la pena persino rimanere in un centro commerciale a fare shopping tra una quesadilla e l’altra che buttarsi sulla rambla già in fermento per la festa di San Jordi.
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Il giorno successivo ci aspettava la presentazione del libro di Mario  Liberto presso la Casa degli Italiani a Barcellona. Sarebbe stato San Jordi….e tutta la rambla sarebbe stata ricolma di rose e libri. Tornate in Hotel ci siamo ricordate di richiedere al ricevimento di nuovo la tarjeta WiFi.“Senti Velia ma quante le hai prese?” “Franci anche se c’è scritto che è valido per 24 ore una volta che si disconnette devo immettere nuova password…..che ti pensi oggi quante le ho cambiate?”“cioè tu hai richiesto più volte il codice?” “ Si circa 10 volte mentre dormivi…..oramai ho l’omino fisso dietro la porta quando mi vede uscire stampa foglietti a raffica”Allora con aria seria ho detto “Me gustaría tener una docena de hojas con código de wifi”Ed il capo ricevimento è stato così carino da stamparle una decina per davvero.Tornare in hotel col chiaro intento di rilassarci, riposare e postare tutte le foto possibili scattate nei momenti di follia. I miei chiaramente. Perché tutto sommato scattare una foto è un momento speciale anche se ti ritrovi come soggetto qualche alieno che non ricordi di aver mai inquadrato.Francesca stentava a capire come funzionasse il suo iphone, connessione, impostazione, riconoscimento rete. Sole sole in mezzo all’estero con uno straccio di rete per “connectarse”“Velia sei il mio supporto tecnologico please!    Digita la password facendo attenzione per assicurarti che sia corretta.   Se non puoi toccare Accedi, la password è troppo corta per la rete specifica.   Se non conosci la password, consulta l'amministratore della rete Wi-Fi.Oddio che vuol dire?”“Franci vuol dire che dobbiamo richiamare l’omino per farci dare una nuova password oppure aspè….ecco connessa!”Ma la notte era lunga e pesava su di noi la completa incoscienza. Nel lettone da 4 metri quadri io e la Franci navigavamo a velocità assurde. L’importante era non postare foto su fb o twitter…..foto scandalose, patto che poi non è stato rispettato dalla sottoscritta perché sono riuscita a fotografare Tiffany con gli occhiali tra le coperte in piagiama ( amami) intenta a messaggiare su whatsup.  “Oh Velia ma allora lo fai apposta, togli sta foto da fb sennò domani mattina ti fotografo mentre dormi con la goccia al naso e magari russi”   Fatto….lei mi ha fotografata la mattina seguente mentre il mio cellulare cercava di svegliarmi.“Buongiorno principessa, buon san jordi, ricordati che andiamo al lavoro e dobbiamo prendere un taxi che ci porti alla Casa degli Italiani”"Franci sai che ho fame, perciò prima ci si prepara per la colazione e qui deve essere molto ricca"Le mie aspettative sono state nettamente superate. C'era la colazione continentale, intercontinentale, interstellare e fare la fila per un cappuccino era piacevole. Ci si scambiava un sorriso col vicino del tavolo "Hola todo Ok!"  e lui "Buon San Jordi". Con quella colazione avremmo potuto affrontare anche il drago e liberare la principessa consegnandola direttamente al Liberto.

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Si la casa degli Italiani la “Casa degli Italiani” è un’associazione accogliente, familiare, d’appoggio e soccorso per tutti gli Italiani residenti a Barcellona; fondatrice e sostenitrice delle scuole elementari, medie e superiori italiane, incoraggia la crescita in un ambiente di cultura e grandi valori.Una società di prestigio, che conserva e promuove scuole, formazione, attività letterarie, appuntamenti gastronomici, dibattiti e ritrovi in occorrenza di feste e cerimonie nei suoi ampli locali.Un vero Polo dell’italianità nel cuore di Barcellona: dal 1912 infatti la sede per i nostri Soci è il Passaje Méndez Vigo, luogo di ritrovo e appoggio per tutti noi. Un’associazione volontaria aperta a tutti.

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Grande onore presentare il libro di Mario Liberto CusCus alla Casa degli Italiani. L’hotel dove eravamo ci ha fornito un servizio taxi che ci ha portate direttamente sul posto. Le strade erano già traboccanti di rose, di ogni colore, la gente si teneva per mano. C’erano bancarelle con libri…si perché San Jordi è LIBRI E ROSE.  Grandioso successo della presentazione. Abbiamo rimediato alle lamentele del Liberto che vede il cuscussu a modo suo. Io gli ho messo un grembiule, l’ho buttato in cucina e gli ho detto “ Mario facciamolo come dici tu…..inizia a dirigere che noi ti seguiamo” . Mario, Mario ci aveva preso gusto al punto che quando doveva presentare il libro non voleva più salire. “perché vedete ragazze, il cuscussu si deve innamorare”Io lo guardavo e sorridevo “Eh si Mario, ora capisco che so tre ore che lo giri e rigiri, affondi, infondi, immetti, sto cuscusso se non si innamora oggi non si innamora più”

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Ma alla casa degli Italiani la gente sopraggiunta per la degustazione era più del previsto abbiamo preparato anche la pasta. “Franci questi ci mangiano anche le pentole noooo"Il grande Alessandro Castro nonché Consigliere della Casa degli Italiani aveva capito che in cucina aveva due Ferrari: NOI cheffe.Nino Pisciotta e Gabriella Vaccaro delle Fattorie Azzolino avevano già iniziato la degustazione dei vini nel salone attiguo. Al grido “Buttiamo giù la pasta!” tutti sorridevano e brindavano alla cucina italiana. Mario aveva da fare coi fotografi, rilasciare interviste, autografare libri……Quando è rientrato in cucina lo abbiamo visto felice “Voi siete le mie madonne, Francesca la madonna del soccorso e Velia la madonna del Rimedio”.  “ Si infatti per rappresentare la tua Sicilia hai scelto due siciliane DOC…un orvietana ed un aretina. Da domani andiamo in stampa coi santini niente biglietti da visita”
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Alessandro Castro ci ha presentato a tutto lo staff  che lavora presso la Casa degli Italiani. Stupendo scoprire che molti insegnanti sono persino nativi di Orvieto. Presso la casa degli italiani si parla italiano, si insegna in italiano dall’elementari al liceo. Sono tutti i figli di altri italiani o persino di spagnoli che amano la cultura italiana. Vedere quei bambini salire sul palco e commentare l’Odissea credevo fosse frutto di una gita fuori porta di qualche scolaresca. NO la professoressa ci ha spiegato che tutti parlano perfettamente l’italiano e lo spagnolo. Non erano in gita ma semplicemente IN CLASSE. L’odissea che i bimbi commentavano non era di sicuro quella riguardante le due chef partite dall’italia/itaca e perse su qualche rambla……I racconti mitologici spesso hanno attinenza con la realtà "Ulisse? Ulisseeeeeeeeee""Oh strulla ma chi chiami???"  "Chiamo il Liberto che si è perso con la maga Circe...che dici suono la sirena per richiamarlo all'ordine?"Dopo la conferenza stampa e l’affluenza per la presentazione del libro, Alessandro Castro ci ha invitate a cena presso il ristorante esclusivo "Quintocuarta". Nino era venuto da noi per mettersi d’accordo su come incontrarci anche perché saremo ritornate in hotel per riposare e poi appuntamento sulla parallela….o sulla diagonale!?? Di nuovo in Hotel tutte grintose e felici "apriendo puertas" il nostro ascensore parlava."Apriendo puertas Buenas noches, presione el botón de su plan"  APRIENDO valigia mi sono resa conto che non avevo con me cose eleganti. I jeans che mi ero portata cadevano via senza cintura e soprattutto faceva freddo.  La prima cosa che abbiamo fatto è stata DECIDERE di FARE SHOPPING…..comperare qualche libro, fotografare la gente che si baciava dietro una rosa. Acquistare qualcosa da indossare per andare a cena. “Franci sai quando mi hanno detto che il posto si chiama quintocuarta pensavo ad un reggiseno. Sarà che oramai conosciamo tutta la linea di Intimissimi, Yamamay, Victoria’s secret. Vabbè dai connettiti e guarda di cosa si tratta anche perché dicono sia un posto esclusivo”
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Connessione Wifi partita perfettamente e mentre google fa la ricerca ecco che esce fuori questo“Quinto Cuarta: cenas clandestinas, club gastronómico, espacio gastrocultural o taller culinario?”“Oddio Franci ma dove si trova questo posto? Sulla diagonale o parallela?” “Nino ha detto diagonale perciò sta sulla diagonale 180, è un edificio privato perciò non troveremo insegne, sarebbe come andare a casa di un amico”  La mia reazione è stata quella di postare su fb “allora ci vediamo sulla diagonale 180”   Se vuoi andare ad una cena seppur clandestina, gastronomica e culturale devi arrivarci tirata a “modino”. Perciò vai con la piastra per lisciare i capelli....niente piastre ad induzione.Dopo aver truccato anche i muri ed aver bruciato altre 7 password Wifi ci siamo fiondate nel primo taxi. Gli altri avevano già chiamato “Vi stiamo aspettando”.Ma stranamente il percorso pareva sempre più impervio. Quando al tassista dicemmo l’indirizzo non è che fosse tanto convinto “           ¿Está seguro de que es diagonal o en paralelo?”

Ed o “  Io “Estoy seguro de que ya lo escribí también en facebook” 

 Ma anche se lo avessi scritto sulla sabbia del gatto non sarebbe servito a nulla. Infatti arrivati alla diagonal 180 ci ha scaricate davanti ad un edificio ma eravamo completamente fuori Barcellona. Non c’era nessuno. Abbiamo pagato e siamo scese fiere di essere arrivate al grande Quintocuarta. “Franci ma io qui non vedo nulla, non c’è neanche un negozio, chiama Mario che siamo qui fuori affinchè qualcuno ci venga ad aprire, ha molto di clandestino questa zona"Non scrivete mai qualcosa su facebook se non siete sicuri!!!! Io l’ho fatto con estrema sicurezza scrivere “diagonal 180” mi era venuto naturale e spontaneo. La chiamata del Liberto fu catastrofica “ Oh mamma siete dall’altro lato di Barcellona! Noi siamo al centro sulla parallela 180”Vabbè io ho fatto il magistrali, non sono un geometra e tantomeno ho un tom tom incorporato nel cervello anche se con un iphone avrei potuto capire la differenza “Oh Marioooo…..noi ci si viene più….” Il bello è che la Francesca era arrabbiata davvero non conoscendo la pura verità. Cioè avevano detto PARALLELO non diagonale. Fu una battuta di Nino durante il pranzo complice il vino che tirò fuori la DIAGONALE. Lui è il geometra da perseguire…….non tanto Mario che poverino ci aspettava fuori dal ristorante. Senza le sue madonnine….Si profilava una serata molto difficile. Sentivo già mia madre al telefono di “Chi l’ha visto”E la Sciarelli che commentava “al momento della scomparsa le ragazze indossavano jeans firmati, scarpe col tacco e soprattutto una era claudicante…..se avete visto queste due ragazze siete pregati di contattarci a questo numero”  C'era il deserto più assoluto. Poco più giù c’era una luce di un bar che stava chiudendo. Un travestito? No era uno vestito molto vestito cioè "stra-vestito" perché faceva un freddo cane.
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 Ma la madonna del rimedio ( io) ha sempre un piano risolutivo. Sbollita la sviolinata burzesca da pura scorpiona “Ma guarda non ci vengo….non ci vengo….non ci vengo torno in hotel”Abbiamo beccato per puro caso un tassista al volo. Uno che avrà pensato che qualche “Svitatos” cercava un trasporto con carico eccezionale. Gli abbiamo spiegato la situazione, era una donna…una che aveva da sentire alla radio BARCE che giocava contro il BAYERN MONACO: Quando il BARCE gioca tutta la città si ferma e ce ne eravamo accorte. Ci ha spiegato in spagnolo che la parallela è centrale, vicina alla Rambla. Noi c’eravamo allontanate. Mentre stavamo ferme ad un semaforo ecco che il tassista che poco prima ci aveva lasciate sulla diagonale accostarsi all’auto. Finestrino abbassato.  Si sono salutati  e hanno parlato…..poi abbiamo capito che parlavano di noi.Loro ridevano, ridevano come pazzi…..”Franci,  mi sento fortemente in imbarazzo per fortuna che dovevamo andare in un locale particolare gastronomico clandestino. Secondo me domani saremo la barzelletta del giorno!”“Velia hai ragione, ridono pure i clienti che stanno nell’altro taxi…..guarda ci salutano….che carini!! Ciaoooo ciaoooo…..forza Barcellonaaaaaaaaaa!!!”Arrivate a QUINTOCUARTA tutti ci aspettavano trepidanti. Alessandro Castro ha detto bene “Sono di Catania e da siciliano posso dirvi che siete state brave a perdervi e a tornare sane e salve dal quartiere peggiore e più malfamato”  Io ho presi fiato mi sono seduta, ho abbozzato un timido sorriso e poi ho dettto“ Alessà----sediamoci, brindiamo a quintocuarta, brindiamo al Liberto che oggi ha cucinato, alle fattorie Azzolino, a Sergio Auricchio e alla Famiglia Alleonato e De Cecco, soprattutto non ditemi che siamo state le uniche a perdersi stasera?!! Hanno già emesso un comunicato stampa??? Perchè mancava solo il meridiano e ci avreste ritrovato a Greenwich!"

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"No adesso iniziamo la cena e BENVENUTI A QUINTOCUARTA!"Alessandro Castro ha  preparato una cena molto particolare ed elegante: connubio perfetto tra cucina catalana ed italiana. El BULLI dall'altro lato della strada sembrava un deserto.

Per chiudere un dolce col cous cous e pistacchi. Il Barcellona perse quella sera e la città si spense poco dopo la fine della partita. Noi al Quintocuarta invece ci eravamo ritrovate a gossippare su Liberto e Lady Ersilia la nuova soap opera nata dalle foto di Nino Pisciotta durante le riprese alla casa degli italiani.
 "cu dissi fimmina, dissi fummini!"



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 Alessandro Castro incredulo davanti alle prove fotografiche.....
Una nave di libri: la Casa degli italiani e Quintocuarta/ lost & found in Barcellona
 Il lampadario che illumina l'Etna.......io dopo i primi bicchieri di vino degustati con una signora napoletana ho esclamato "certo bello il Vesuvio"! Diciamo che non c'è cosa più bella di perdersi a Barcellona se poi il finale è coi fuochi d'artificio. Aspittari e nun viniri,iri a tavula e nun manciari,iri a lettu e nun durmiri,su tri peni ri muriri.
Aspettare qualcuno che non viene,andare a tavola e non mangiare,andare a letto e non dormire,sono tre pene da morire.



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