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Una nuova Terra, ma un po' particolare

Creato il 30 settembre 2010 da Stukhtra

Gliese 581g, pianeta abitabile

di Marco Cagnotti

Per chi fa il nostro mestiere, c’è una risorsa preziosa come l’aria: l’informazione, indispensabile in un flusso ininterrotto. Così ti alzi al mattino e prima di ogni altra cosa, prima anche del caffè e della doccia, ti aspetta una veloce carrellata fra le news, giusto per vedere che cos’è capitato durante le tue ore di sonno. Nella scienza, poi, c’è il problema del fuso orario: siccome la gran parte delle novità scientifiche arriva dagli Stati Uniti e siccome gli Americani vivono e lavorano da sei a nove ore dopo di noi, è proprio il mattino presto il momento dell’aggiornamento più intenso. Poi un bel giorno, ancora intontito dal sonno, apri Google Reader, frughi nello spazio delle news astronomiche e… bingo! Beccato il pianeta abitabile.

Una nuova Terra, ma un po’ particolare

E' il sesto e si trova in una posizione privilegiata. (Cortesia: Zina Deretsky/National Science Foundation)

Gliese 581g, si chiama. Fa parte di un sistema di sei pianeti intorno a una stella nana rossa a circa 20 anni-luce da noi. L’annuncio ufficiale della scoperta arriva adesso, sotto forma di un articolo disponibile su arXiv e in attesa di pubblicazione fra poco sull’“Astrophysical Journal”, ma dietro ci sono 11 anni di misure effettuate con l’High Resolution Echelle Spectrometer (HIRES) applicato al primo telescopio da 10 metri di apertura dell’Osservatorio Keck alle Hawaii, unite a quelle raccolte dall’High Accuracy Radial velocity Planetary Searcher (HARPS) applicato al telescopio da 3,6 metri dell’European Southern Observatory (ESO) a La Silla, in Cile. Siccome però di esopianeti se ne conoscono altri 500, verrebbe da far spallucce e commentare: “Embé? E allora?”.

Una nuova Terra, ma un po’ particolare

Due bestioni da 10 metri ciascuno, alle Hawaii. (Cortesia: Keck Observatory)

Allora, per cominciare, Gliese 581g è un pianeta modesto: solo 3,1 volte la massa della Terra. E già questo fatto è sorprendente, perché i pianeti finora scoperti con il metodo delle variazioni nella velocità radiale hanno pressappoco la taglia di Giove. Una massa così piccola implica che Gliese 581g potrebbe avere una composizione rocciosa, di tipo terrestre. Se così fosse, sarebbe un appena un po’ più grande della Terra e avrebbe un’accelerazione di gravità sulla superficie giusto un po’ superiore: adatta almeno per stare in piedi senza troppa fatica.

Ma neppure questa è la straordinaria novità. Che consiste invece nella collocazione del pianeta in quella ristretta fascia denominata “zona abitabile”. Il pianeta è insomma non troppo lontano e non troppo vicino alla stella: proprio quanto serve per mantenere una temperatura media fra -31 e -12 gradi, che non è precisamente confortevole ma (ricordiamolo) è media, quindi con la possibilità occasionalmente di salire sopra lo zero e pertanto di mantenere l’acqua allo stato liquido. Quindi forse (magari, chissà, hai visto mai?) Gliese 581g ospita qualche forma di vita. Insomma, è un bel candidato per la casa di E.T. O no?

Di fatto, la situazione non è così semplice. Gliese 581g percorre in soli 37 giorni un’orbita piuttosto schiacciata che lo porta vicino alla propria stella più di quanto il nostro Mercurio si approssimi al Sole. Se la temperatura superficiale non cresce enormemente è solo perché la stella è una nana rossa, con una massa pari solo a un terzo del Sole e una luminosità 100 volte inferiore. Non solo: per un effetto mareale, Gliese 581g impiega sempre 37 giorni per ruotare su stesso. Risultato: rivolge sempre lo stesso emisfero verso la stella. Quindi su metà pianeta è sempre giorno e sull’altra è sempre notte. La vita, se c’è (sempre ammesso, eh!), dev’essere ben particolare per adattarsi a un ambiente così bizzarro, con un Sole rossastro fisso nel cielo. Dovessimo viverci noi, probabilmente preferiremmo installarci nelle regioni sul confine fra la luce e il buio.

Ma la vita, in realtà, c’è? Non lo sappiamo e non abbiamo (ancora) i mezzi tecnologici per scoprirlo. Se ancora non esiste su Gliese 581g, ha però tutto il tempo per comparire, visto che le stelle nane rosse vivono per decine di miliardi di anni.

Tuttavia, se pure su quel pianeta non ci fosse alcuna forma di vita, per noi sarebbe importante comunque. Perché ci dimostra come i pianeti rocciosi nella “zona abitabile” delle stelle siano un fenomeno comune nell’universo. “Se fossero rari, non ne avremmo trovato uno così in fretta e così vicino”, spiega Steven Vogt, astrofisico dell’Università della California a Santa Cruz e primo firmatario dell’articolo. “La frazione di sistemi planetari potenzialmente abitabili è probabilmente fra il 10 e il 20 per cento, e se si moltiplica questo valore per le centinaia di miliardi di stelle nella Via Lattea si ottiene un numero enorme. Potrebbero essere decine di miliardi nella nostra galassia”. Sicché adesso non resta che perfezionare gli strumenti e rimboccarsi le maniche.


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