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Una ricostruzione felice a Portland

Creato il 14 gennaio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Se la stagione finisse adesso i Portland Trail Blazers sarebbero nelle prime otto squadre della Western Conference e giocherebbero i playoff (settimi con un record di 20 vittorie e 17 sconfitte). Si potrebbe definire quindi una stagione clamorosa per la franchigia dell’Oregon che a ottobre partiva con aspettative di molto inferiori con l’ennesima ricostruzione delle ultime stagioni.
Il nuovo coach Terry Stotts, chiamato a sostituire dopo diverse stagioni McMillan, non aveva un compito facile visto l’ennesimo momento complicato della franchigia: gli infortuni e l’addio a Roy e Oden, seguiti alle firme con esito fallimentare di Crawford e Felton avevano creato un alone di grande negatività che le dichiarazioni estive di Nicolas Batum avevano acuito maggiormente. Il francese dopo non aver firmato l’estensione e aver ricevuto l’offerta da Minnesota aveva fatto intendere di voler cambiar aria, ed invece il GM Oshley, l’artefice dell’arrivo di Chris Paul ai Clippers, ha deciso di scommettere su di lui pareggiando l’offerta dei T’Wolves. Una scommessa vinta, perchè Batum ha risposto da vero leader!
Insieme alle sue ottime prestazioni e a quelle di LaMarcus Aldridge (già All-Star) i Blazers si sono ritrovati tra le mani un gioiellino di nome Damian Lillard, arrivato dal draft con la scelta #6 e al momento nettamente Rookie Of the Year, non solamente per le cifre messe a referto ogni sera, ma anche per l’impatto avuto e per la personalità messa in campo (massimo in carriera a Oakland l’altra sera con 37 punti). L’ex Weber State sta cercando di fare quello che Roy ha fatto nei suoi primi anni, quando le ginocchia lo sorreggevano, cioè prendersi quei tiri pesanti che Aldridge non sempre sembra all’altezza di prendere.

Con loro in quintetto Wesley Matthews si sta confermando l’ottimo attaccante visto la scorsa stagione, mentre JJ Hickson dopo le buone annate ai Cavs a fianco di LBJ era sparito da tutti i radar e Oshley è riuscito a ripescarlo dal mercato dei free agent. Il lungo sta viaggiando a 12.0 punti e 10.9 rimbalzi in quasi 30 minuti di impiego dando un enorme contributo ad una squadra giovane e praticamente senza panchina.
Proprio questo infatti è il punto più doloroso per la franchigia dell’Oregon: Leonard è ancora molto acerbo anche se dotato di ottimi mezzi fisici e con Freeland forma la coppia di lunghi di riserva; il tiratore Babbitt e i due europei Pavlovic e Claver sono le ali che entrano dalla panchina, mentre il reparto guardie è formato dall’ex Jazz Ronnie Price, Nolan Smith e Will Barton. Insomma parecchi rookie o giocatori comunque alla prima vera esperienza in NBA, che rendono la panchina dei Blazers una delle peggiori (forse per qualità anche la peggiore in assoluto) dell’intera Lega.

Eppure i tifosi possono essere contenti e orgogliosi dell’impegno che in ogni partita i ragazzi di Stotts mettono in campo, cercando di superare i proprio limiti. Difficile pensare che questo andamento proseguirà fino a fine della stagione, ma ancora una volta il futuro di Portland non sembra così buio come si poteva immaginare.


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