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" una rivoluzione ci salvera' ", fra specie umana da riabilitare e pianeta terra da curare

Creato il 01 marzo 2016 da Alessandro @AleTrasforini

Quali potrebbero essere le ' ricette' da seguire per tutelare il pianeta Terra e, con esso, tutto lo straordinario patrimonio racchiuso al suo interno? Il peso delle attività umane sembra essere sempre più schiacciante e dirompente, in rapporto diretto ad una serie di complicanze che si stanno abbattendo con preoccupante frequenza: questioni economico-finanziarie, problematiche ambientali, difficoltà trasversali, [...].
Le problematiche che l'astronave Terra deve ( e dovrà) affrontare si muovono attraverso una lunga serie di ostacoli, difficoltose vie di compromesso diplomatico ( spesso insufficienti), rischi di peggioramento o tracollo. Il sistema rischia di essere totalmente indebolito, a fronte di un aggravarsi di alcune delle questioni precedentemente citate: cambiamento climatico, eccessive forme di finanziarizzazione rapportate all'andamento di società ed economie reali, progressivo esasperarsi delle tensioni sociali. Sono moltissimi i ' sintomi' che sembrano segnalare la necessità di ( ri)strutturare le percezioni collettive rivolte al mondo progettato dall'essere umano: qualora questa opera di ' bonifica' non venisse fatta entro quanto tempo potrebbe sopraggiungere un tracollo definitivo?
A prescindere da qualsiasi interpretazione possibile, sembra lecito constatare quanto svariate tematiche siano enormemente collegate le une alle altre: società, clima, politica, ambiente, sviluppo e programmazione, politiche per il lavoro, provvedimenti per ( limitare la dis)uguaglianza, [...].
La necessità di far fronte ad uno di questi argomenti potrà generare, inevitabilmente, l'apporto di conseguenze ulteriori nei confronti di altri ' settori' solo apparentemente lontani l'uno dall'altro.
Nell'articolare quindi una serie di ragionamenti relativi ad una caratteristica complicata quale è quella del clima e dei cambiamenti climatici, pertanto, risulta essenziale far riferimento diretto ad una larghissima serie di potenziali accezioni, conseguenze e considerazioni: alterazioni della società, questioni geo-politiche alle quali potersi riferire, equilibri diplomatici da non poter alterare eccessivamente a livello mondiale, esigenze di sostenibilità per gli equilibri ambientali, riguardi concreti nei confronti del solo pianeta a disposizione, [...].
A fronte di questi ' riferimenti' e del loro progressivo incedersi dovrebbe risultare quindi prioritario analizzare con occhio il più possibile critico e consapevole le possibili evoluzioni ( od involuzioni) dei fenomeni futuri. Il dipanarsi di vicende simili dovrà articolarsi in un'opera il più possibile completa e trasversale, consapevolmente votata al discutere a tutto tondo di problemi aventi vasto approccio.
Una recente opera che si richiama a questo punto essenziale è " Una rivoluzione ci salverà - Perché il capitalismo non è sostenibile", scritto da Naomi Klein e pubblicato da Bur Editore.
La non sostenibilità del sistema economico contemporaneo è qui vincolata all'alterarsi di una lunga serie di punti concreti, aventi uno sguardo a trecentosessanta gradi verso la necessità di implementare quell'approccio integrato citato in precedenza. Certezze reali nei confronti di denunciare queste compenetrazioni sempre maggiori provengono dalla stessa opera:

"[...] Il capitalismo non è più sostenibile. A meno di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produce e gestisce le proprie attività economiche - con i consumi e le emissioni che negli ultimi decenni sono aumentati vertiginosamente - non c'è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? [...]"

Davanti a questa domanda sembrano essere moltissime le possibili risposte, in riferimento alla necessità di azione o di inazione. Dietro alle possibili scelte da compiere sembrano nascondersi ( non troppo velatamente) problematiche che hanno negli anni contribuito a generare la situazione di bassa dentro cui siamo allo stato attuale incuneati: come poter strutturare un modello economico alternativo capace di salvaguardare gli equilibri e la sostenibilità del pianeta Terra?
Le risposte affidate all'opera in questione sono le stesse che l'autrice ha sperimentato in anni ed anni di lavoro ed intervento territoriale:

"[...] La risposta di Naomi Klein è dirompente: se vogliamo salvarci, l'unica possibilità è mettere in discussione la logica fondamentale della nostra economia, la crescita del PIL come priorità assoluta. E se da anni siamo fermi in un irresponsabile stallo 'perché le azioni che garantirebbero ottime chance di catastrofe rappresentano una minaccia per quell'élite che tiene le redini della nostra economia e del nostro sistema politico', oggi una trasformazione profonda del nostro stile di vita non è più rinviabile - sia nelle grandi politiche industriali sia nelle scelte che coinvolgono tutti noi.
Perché, che lo vogliamo o no, 'la crescita a ogni costo sta uccidendo il pianeta. La rivoluzione non è più una questione ideologica. E' una questione di sopravvivenza.' [...]"

La questione di sopravvivenza riporta nel concreto tutto quell'insieme di urgenze che ad oggi sono state svilite, sottovalutate o ricondotte alla non azione. L'impossibilità di rendere immediate le procedure di risoluzione di problematiche e conflitti imponenti può solo contribuire a far peggiorare od aggravare la serie di squilibri già esistenti su scala globale.
Vi è, da fondo, la percezione che tutto sia vincolato e sottoposto a cambiamenti importanti e potenzialmente capaci di alterare l'insieme di 's tatus quo' esistenti:

"[...] Presentando il cambiamento come uno scontro fra il capitalismo e il pianeta, non sto dicendo nulla di nuovo. La battaglia è già iniziata, ma per ora il capitalismo sta vincendo a mani basse.
Vince ogni volta che la necessità della crescita economica viene accampata come scusa per rimandare [...] le iniziative a favore del clima o per infrangere gli impegni già presi sul fronte delle emissioni. Vince quando ai greci viene detto che la loro unica via d'uscita dalla crisi economica consiste nell'aprire i loro splenditi mari a trivellazioni ad alto rischio per l'estrazione di gas e petrolio. Vince quando i canadesi si sentono dire che la loro unica speranza di non fare la fine della Grecia è permettere che le foreste boreali vengano spianate per poter estrarre il bitume semi-solido dalle sabbie dell'Alberta. Vince quando un parco di Istanbul viene abbattuto per far posto all'ennesimo centro commerciale. Vince quando a Pechino i genitori si sentono dire che il fatto di mandare i loro figli a scuola ansimanti sotto le maschere antinquinamento [...] è un prezzo accettabile da pagare per il progresso economico. Vince ogni volta che ci rassegniamo a dover scegliere soltanto fra cose negative: austerità o trivellazioni, avvelenamento o povertà. La sfida [...] non si riduce a spendere tanto denaro e cambiare molte politiche: prima che tali cambiamenti divengano anche solo possibili, dobbiamo imparare a pensare in un modo diverso, radicalmente diverso. Oggi il trionfo della logica di mercato [...] sta paralizzando quasi tutti i tentativi seri di rispondere al cambiamento climatico.
L'accanita competizione fra le nazioni ha bloccato per decenni i negoziati climatici all'ONU: i Paesi ricchi puntano i piedi e dichiarano che non taglieranno le emissioni, perché rischierebbero di perdere la loro posizione privilegiata nella gerarchia globale; i Paesi poveri [...] affermano che non intendono rinunciare al loro diritto di inquinare tanto quanto hanno fatto i Paesi ricchi nella loro strada verso il successo, anche se ciò significa aggravare un disastro che colpisce soprattutto i poveri. Perché una simile situazione possa cambiare, occorre una visione del mondo in cui la natura, le altre nazioni e i nostri vicini non siano considerati come avversari bensì come partner in un grande progetto comune di re-invenzione. [...]"

Fonte: " Una tempistica davvero pessima" - " In un modo o nell'altro, tutto cambia", "Una rivoluzione ci salverà - Perché il capitalismo non è sostenibile", Naomi Klein, Best Bur

Il testo in questione cerca quindi di analizzare in maniera strutturale questi problemi e questi approcci, partendo dal presupposto di definire una crisi che appare ormai tanto oggettiva quanto essenziale da circoscrivere o delimitare.
Quanta parte di vittoria o di sconfitta è ancora nelle mani dell'umanità intera?
A lettori ed interessati le complesse risposte.



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