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Una scelta difficile di ARTI239

Creato il 22 giugno 2012 da Junerossblog
Una scelta difficile di ARTI239  
 Carissime amiche, visto il successo dell’iniziativa “Nuove penne cercasi” eccoci
nuovamente a presentarvi un nuovo racconto!
Sembra che le nostre ragazze ci vogliano parlare di “scelte”, eh già perché anche questa
volta la protagonista del racconto sembra trovarsi davanti ad un bivio: lasciarsi trasportare
dal desiderio per un uomo che sembra essere un vero e proprio donnaiolo oppure riuscire
a dominarsi e salvaguardare il proprio cuore?
Non voglio dirvi altro, ci rimettiamo come sempre al vostro giudizio. Mi raccomando non
siate troppo pestifere (vi conosco mascherine!!;)) e…… Via ai commenti!!
SereJane

 Una scelta difficile di ARTI239

Non avrebbe dovuto trovarsi lì,penso' Giulia con rammarico,vedendolo avvicinarsi.
Andrea le fu accanto in poche inesorabili falcate.
La guardò negli occhi e notò che a differenza sua la collera in lei era ancora presente.
Poggiò la mano sullo sportello e si abbassò per guardarla.
"Mi dispiace per ieri" esordì nel modo più convincente possibile.
Giulia lo guardò come se stesse preparandosi ad innalzare un muro per difendersi.
"Ora che l’hai detto posso andare" rispose lanciando una provocazione che lui si rifiutò di cogliere.
Andrea sorrise, aveva un bel sorriso come pochi, ma lei notò di più: vide il suo sguardo accendersi di una luce che prima non c’era.
"Quindi se ci dovessimo incontrare ancora,
continuerai a guardarmi come adesso?" domandò in tono leggero.
Giulia lo guardò negli occhi, quasi a dimostrargli di non essere per niente intimorita.
"In che modo ti sto guardando?" chiese dopo un breve momento di silenzio.
Lui la guardò con curiosità e gli venne spontaneo un sorriso.
"Come se ti stessi preparando a spararmi".
Giulia soffocò un sorriso, lui se ne accorse e continuò deciso a farsi strada in quella esigua
barriera crollata.
"Quindi è tutto chiarito?" chiese continuando a fissarla.
Giulia fece un mezzo sorriso,che lui ricambiò con sincerità. Continuò a guardarla per qualche secondo senza dire niente, come a scrutare in quel silenzio le parole che le leggeva negli occhi.Poi le afferrò il mento e scrutò il suo taglio.
Giulia fu dapprima sorpresa, poi infastidita da quel gesto di possesso.
"Te l’ha fatto Vittoria?".
Lei si scostò prontamente da lui e annuì.
"Non l’ha fatto apposta" precisò inquieta.
Andrea senza chiederle il permesso aprì lo sportello della macchina e la invitò a scendere.
"Quel taglio è ancora fresco, dobbiamo disinfettarlo".
Giulia scosse la testa sorpresa e spostò lo sguardo all’interno della macchina, come a cercare un rifugio.
"Senti sono grande abbastanza, me la cavo da sola".
Andrea si chinò nell’abitacolo arrivando a pochi centimetri dal suo viso, ed estrasse le chiavi della macchina dal quadro.
"Ho detto scendi" disse in tono di comando.
Lei scese dalla macchina seccata e gli parlò con lo stesso tono che la sera precedente aveva usato con lei.
"Non so cosa pensi tu del tempo, ma a me non piace perderlo. Soprattutto non mi piace perderlo con te".
Giulia notò i suoi occhi castani indagare a fondo nei suoi, per un attimo si sentì un libro che lui riusciva a sfogliare a suo piacimento.
"Ha finito?" le parlò con una determinazione
comune a chi era sicuro di sé, ma allo stesso tempo con un lieve turbamento di cui non si era reso conto.
Giulia lo guardò con uno sguardo che lo fece quasi sorridere, infine si decise a seguirlo.
In casa si guardò intorno un po’ confusa, poi notò Vittoria seduta sui gradini della scala. Aveva gli occhi insolitamente tristi e un’espressione imbronciata, sembrava molto più che arrabbiata, sembrava ferita.
Andrea si avvicinò a lei, le accarezzò il viso e le sussurrò parole che ebbero il potere di rasserenarla.
Il sorriso che Vittoria riservava ad Andrea era più luminoso di quello che concedeva a tutti gli altri notò Giulia affascinata. Quando Vittoria si allontanò Andrea ritornò da lei. Camminava senza fretta e mentre si avvicinava,Giulia sentì il suo sguardo percorrerle la pelle.
"Vieni con me" disse cominciando a salire la scala.
Giulia lo seguì dapprima mantenendo una certa distanza e poi affrettandosi visto che lui non faceva cenno di rallentare.
Lui aprì la porta del bagno e Giulia si sedette ai margini della vasca da bagno.
Si accorse di avere la bocca secca per il disagio.
Mentre Andrea prendeva il disinfettante, lei lo osservava in silenzio, deliziata dal profumo di oli e lavanda che riempiva la stanza.
Quando nel riflesso dello specchio i suoi occhi incontrarono quelli di lui, Giulia abbassò lo sguardo e si concentrò sul tappetino rosso sotto i suoi piedi. Si sentiva strana, come se non fosse del tutto sicura che quello che stava accadendo fosse reale.
Istintivamente prese a torturarsi le mani con impazienza.
"Allora?".
Andrea si voltò e la raggiunse in due passi.
"Allora cosa?".
Lei sollevò lo sguardo timidamente.
"Ti piace comandare?".
Andrea le passò il batuffolo di ovatta sulla fronte e lei trasalì lievemente.
"Scusa" disse con un velo d’ironia nella voce.
"Come mai Vittoria è scappata via?" chiese continuando più delicatamente.
"Questo lo dovresti chiedere a lei" rispose guardandolo di sfuggita.
A Giulia sembrò che volesse rivolgerle un’altra domanda,invece rimase in silenzio.
"Hai finito?" chiese impaziente.
Per qualche motivo non riusciva più a restare così vicino a lui.
Lui prese un cerotto e glielo applicò lentamente.
In quel momento i loro occhi si incontrarono, mentre lei fece per alzarsi Andrea la bloccò e la fece scivolare di nuovo accanto a lui.
Con una mano le trattenne la nuca e con l’altra prese ad accarezzarle il viso lentamente, come se potesse rompersi.
Giulia non si ritrasse e continuò ad osservare i suoi occhi come rapita. Aveva il cuore che le batteva talmente veloce che era sicura che lui riuscisse a sentirlo.
Con lentezza accostò le sue labbra a quelle di lei e la baciò dolcemente. Poi il suo assalto divenne deciso, quasi primitivo.
Per Giulia fu un’esperienza nuova e inebriante che la privò di ogni volontà, di ogni ricordo precedente quel momento.
"Andrea" bisbigliò premendo le mani sul suo petto.
Lui parve ignorarla e iniziò ad accarezzarla con una dolcezza sempre più insistente.
Fu allora che Giulia ritrovò la lucidità, trovando la forza di staccarlo da sé.
Quando Andrea la guardò negli occhi lei temette di precipitare nuovamente nell’oblio.
"Che stai facendo?".
Lui fece scivolare lo sguardo sul corpo di lei, una carezza bruciante che le fece venire i brividi.
"Te lo devo spiegare?".
La voce di Andrea, era strana e molto diversa dal solito.
Giulia abbassò la testa imbarazzata e chiuse gli occhi perché lo sguardo di lui pareva toglierle anche la ragione.
"Lasciami".
Andrea rifletté qualche secondo, e nei suoi occhi Giulia vide dibattersi ansia, desiderio e convincimento.
"C’è qualcun altro?".
"No. Ma non ci sei nemmeno tu".
Un lampo si accese negli occhi di lui. Si avvicinò fino a quando per lei non ci fu spazio neanche per respirare senza incontrare il suo respiro.
Lei non avrebbe potuto muoversi neanche se un passo più in là avesse significato la salvezza dalla bocca dell’inferno.
Con una mossa scaltra riuscì a liberarsi e senza spiegarsi come si ritrovò a pochi centimetri dalla porta chiusa, che spalancò.
Prima di attraversarla gli lanciò una breve occhiata, poi corse via combattendo
quella specie di incantesimo con il quale lui la stava torturando.


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