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Una sera

Da Tuonolux

Stavo parlando quando mi hai interrotto per darmi un bacio. Un bacio sulla bocca.

Solitamente mi infastidisco quando qualcuno mi interrompe facendomi perdere il filo del discorso. Questa volta però il sentimento che ne deriva è prima un piacevole stupore, poi è quello di una calorosa tenerezza che si espande come un liquido caldo nel ventre.

Quindi non ti schiaffeggio, né ti insulto, anzi, te lo restituisco quel bacio, te lo restituisco più umido, più volgare, più affamato.

Di cosa stessi parlando poco fa non c'è più traccia nella mia memoria. Amen. Non era niente d'importante evidentemente.

Mi sorridi, e il tuo viso è illuminato di una luce completamente nuova. Ed è bellissimo.

Per quanto riguarda me, davvero non lo immagino che faccia potrei avere. Spero non troppo comica, anche se mi viene il dubbio perché mi guardi e sorridi, e poi ridi.

Mi nascondo imbarazzato nei tuoi capelli.

Che bello che è questo silenzio: suona una melodia quasi nuova.

Hai fatto sembrare meno misera la mia esistenza, e questa scena ha tutte le carte in regola per essere il lieto fine di uno di quei filmetti che piacciono tanto a voi donne.

La notte ingigantisce le cose, si sa.

Se poi analizziamo meglio la situazione, anche quella bottiglia di rum vuota tra di noi potrebbe prendersi qualche merito.

Dopo l'ennesimo scambio di saliva sento il bisogno di andare oltre. Sono un maleducato e un porco, e te lo voglio far capire in breve tempo con che razza di uomo hai a che fare: e allora la infilo quasi subito la mano sotto la tua gonna.

Ti lascio strattonarmi la camicia. Mi girano le palle quando mi sgualciscono i vestiti, ma va bene così. Ti lascio fare anche questo, dopotutto sono ancora un poco gentiluomo e, forse, mi sto anche incamminando su quel sentiero polveroso e sconnesso di cui tutti parlano nelle canzoni.

Ci baciamo ancora, e ci scaldiamo i nostri colli scoperti alitandoci contro un fiato di tabacco e rum.

Stai ansimando troppo. Forse esageri. O forse non ce la facevi più.

Ad un certo punto tenti di fermarmi la mano e sospiri un 'no', ma non ti imponi, di resistenza ne fai ben poca, è chiaro che è uno di quei tipici 'no' di voi donne. Fortuna che ho sempre frequentato bambini più grandi di me in bar: se capisco voi donne è grazie a loro. Sono loro che mi han spiegato come funzionate attraverso i loro racconti della domenica pomeriggio, tra una birra e una partita a stecca quando io, vivevo ancora di auto erotismo, fantasticando sulle gambe al nylon della professoressa di italiano, e le unte pagine della sezione intimo del Postal Market.

Sono troppo ubriaco per far l'amore. Me lo avessi fatto capire prima che avevi voglia di me, mi sarei trattenuto. Non farne mica una questione personale mia cara, è che proprio non mi conviene slacciarmi i pantaloni. Non questa notte.

Non si sa mai che ti riveli una stronza, e che poi lo vai a dire a tutti che ho fatto la figura del mollusco.

Inarchi la schiena. Non mollo la presa.

È stato più veloce del previsto.

Sei ancora più bella adesso che sei spettinata e mi guardi così, con un po' di imbarazzo. Sono riuscito a disperdere un po' di preoccupazioni nella tua calda e sugosa tasca di carne.

Dalle finestre di questa stanza comincia a filtrare una debole luce. È mattina.

Abbiamo smarrito le ore tra i baci e una qualche porcheria.

Mi avvicino alla finestra e scopro che scende la neve, e deve farlo già da un po', perché fuori è già tutto bianco.

Ti alzi dal tavolo, ti sistemi i vestiti e ti avvicini a me.

Mi prendi per mano e sorridi. Mi sembra di volare.

Sì, prendiamo il volo in questo cielo grigio d'inverno. Siamo una coppia di innamorati nel mondo dolce e fanciullesco di Chagall.

Sai tesoro, hai proprio un bel culo.


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