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Una storia antica

Da Crenabog
UNA STORIA ANTICA
Poteva vederlo da lontano, il villaggio, ormai: anche se calavano le ombre della sera e una pioggia insistente gli aveva inzuppato il mantello, il cavaliere decise di continuare per la strada e arrivare il prima possibile. Riandò con la mente ai tempi trascorsi, al lungo vagabondare in sella al suo destriero, osservando il mondo, le sue bellezze e le sue infamità, scorrergli intorno. Ricordò il giorno in cui, fermatosi alla taverna del villaggio per bere e mangiare, aveva notato la strana attività che ferveva attorno ad una costruzione di legno. Insolita, per la vita monotona del luogo: incuriosito, aveva osservato uomini parlare tra loro, alzare calici e scherzare, accudire i loro cavalli e darsi man forte nel costruire il fabbricato. Si era avvicinato e aveva mostrato le mani in segno di rispettoso saluto, dimostrando inoltre di non avere intenzioni ostili. Erano tempi bui e non ci si fidava di nessuno. Gli altri erano sembrati apprezzare e lo avevano accolto offrendogli nuovamente da bere: stavano effettivamente finendo di costruire quella che sarebbe stata la loro casa, la loro base, chiamiamolo pure il loro rifugio. Si erano presentati come una sorta di confraternita di fratelli vagabondi, che a furia di girare per il mondo, inseguendo ideali di aiuto, compassione e fratellanza, come guidati da un unica mano si erano pian piano trovati e radunati. Il cavaliere rimase affascinato da questa loro vita in comune, così diversa dal destino che lo aveva contraddistinto; pensò tra sé, avrebbe mai potuto fare parte di quel gruppo? Così, prendendo il coraggio a due mani, chiese a quello che sembrava il loro capo se avesse potuto seguire il loro stesso cammino. Ne ebbe in cambio il racconto delle gesta a cui avevano partecipato, del bene che avevano fatto, delle cose che avevano visto, degli ostacoli che avevano superato e qualche consiglio, e qualche avvertimento. Non sarebbe stata una cosa semplice, nè facile, c'era da dimostrare di essere veri e non solo cavallo, spada e mantello. L'uomo annuì, conscio che quel che gli si stava offrendo era qualcosa di molto più di quel che aveva vissuto fino ad allora e decise di mettersi alla prova. Da allora erano passati anni, disse tra sé il cavaliere, mentre entrava nel villaggio, eppure l'emozione della notte che stava per iniziare era sempre nuova, anche se antica. Perchè quella era la notte in cui altri uomini sarebbero entrati a far parte del gruppo, come lui tanto tempo prima, e tutti i cavalieri stavano radunandosi per festeggiarli. Aprì la porta di legno ed entrò, tra i saluti e gli abbracci dei fratelli vagabondi. Che la notte abbia inizio, - pensò, e preso un boccale di birra, lo alzò in omaggio a tutti.

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