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Una strategia cognitiva per rispondere ai “capricci” dei bambini

Da Jessi

Non sempre però è possibile, o giusto, dire di sì. Queste richieste a cui non possiamo dire di sì, sono quelle che spesso chiamiamo ‘capricci’. Per i bambini, probabilmente, queste distinzioni non esistono: per loro, tutti i desideri sono ugualmente legittimi, tutte le paure spaventose e tutte le richieste possibili. Ed ecco che per gli adulti si presenta la necessità di contenere, spiegare, mettere dei limiti.

Come possiamo farlo? Ognuno di noi avrà imparato in base alla propria esperienza di bambino o bambina e ognuno di noi potrà scegliere se fare come gli adulti facevano con loro oppure cambiare strada. Ognuno potrà affidarsi a letture diverse e consigli degli amici o sperimentare in prima persona in base ad ogni singolo bambino, ad ogni singola situazione.

La strada dell’empatia è quella che, per molti motivi, a me viene più naturale con la mia bambina: forse perchè mi rivedo molto in lei e sento vivi i miei ricordi da piccola. O forse perchè lo trovo giusto e mi fa stare bene. E perchè, soprattutto, mi sembra che faccia stare bene anche lei.

Mi fa piacere quindi quando leggo che le ricerche vanno proprio in questa direzione: la chiamano la via “della sintonia e del reincanalare”. La chiamano anche la via “dell’integrazione” tra parte emotiva e parte razionale del nostro cervello.

Si realizza entrando in sintonia con la parte emotiva dell bambino, per poi- quando sarà il momento giusto, con le parole giuste- aggiungere le spiegazioni necessarie a dare un senso a quel rifiuto a quella scelta a quella rinuncia a quel dolore.

Con due immagini, tratte da qui, possiamo vedere meglio il senso di questa strategia e come metterla in pratica. Nell’esempio, una mamma con la figlia che piange perchè è caduta (o voleva qualcosa che non ha potuto avere o ha vissuto una qualsiasi frustrazione). La mamma può affrontare la situazione enunciando regole (“Non puoi comprare tutto quello che vuoi”) oppure negandola (“Non è niente):

Capricci dei bambini

Capricci: strategia delle negazione

Oppure la mamma può cercare prima un “contatto”, emotivo fisico e verbale, con la bambina delusa e affrontare solo dopo la spiegazione razionale, cercando le parole che l’età lo sviluppo e il carattere della figlia sentiranno adeguate:

Capricci: strategia della comprensione

Capricci: strategia della comprensione

In questo modo, attraverso il contatto, la bambina sente vicina la sua mamma, sente comprese le sue ragioni. Ma ha anche l’opportunità, attraverso le parole della mamma, di crescere e di imparare da quell’esperienza: imparare che esistono oggetti che non ci appartengono e che non ci apparterranno mai, che ci sono persone che non sono disposte a venirci incontro. Che per imparare a correre si cade tante volte.

 

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Per approfondimenti:

12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino

Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori

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