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Una tipica giornata in Messico

Creato il 03 novembre 2013 da Darioanelli @dalmessico

Una tipica giornata in Messico Ecco una mia tipica giornata in terra messicana. E 'sticazzi? Osserverete voi. Beh, se un giorno fuggirete dall'Europa in cerca di gloria e soddisfazioni, probabilmente potreste imbattervi in una routine del genere, almeno per qualche tempo.
Sveglia, ore 6.00
Sorseggio il primo caffè, il cane arriva e mi saluta a colpi di lingua. E' sempre molto contento di vedermi la mattina e il suo zampettare festoso intorno a me mi mette buon umore. Ogni tanto, proprio a quest'ora, facciamo insieme una passeggiatina per il quartiere ancora addormentato. A differenza di quand'ero in Italia, dedico particolarmente tempo e impegno nel prepararmi una buona colazione in stile messicano a base di uova al tegamino, prosciutto, pomodori a cui segue yogurt e frutta.
Partenza, ore 7.30
Prendo l'autobus, el camion, e in compagnia di casalinghe, studenti e operai vado a lavorare. Ricordate come me la sto sfangando al momento? Sono un maestro di italiano.
Prima lezione, ore 8.00
La prima scuola è una scuola di gastronomia gestita da uno chef italiano. La scuola è situata in quello che, una volta, era un centro commerciale, una struttura un po' squallida, ma la scuola è piuttosto carina. La lezione dura un'ora e mezzo ed è piuttosto divertente perché faccio parlare i miei studenti il più possibile e quindi vengo a conoscenza di una grande quantità di aneddoti simpatici.
Passeggiata in centro, ore 9.30
Terminata la lezione cammino verso il centro della città a prendere l'autobus. Il centro è piuttosto vivace di mattina tuttavia non esiste quella fretta isterica che si respira in alcune città italiane. C'è tempo per una spremuta con arance di Vera Cruz e per dare un'occhiata a qualche negozio o libreria.
Arrivo all'università, ore 11.00
Questa è un'ora buona per risolvere faccende amministrative, andare a parlare con i coordinatori o, semplicemente, tiro fuori il mio blocco notes e prendo qualche appunto, scrivo un'idea o pianifico qualcosa. Se non ho proprio niente da fare, vado a trovare gli “amici”; il vigilante Silvano che studia scienze politiche che ama parlarmi della filosofia di vita dei messicani e delle dinamiche del “potere” o la maestra Lorena che lavora in una biblioteca del dipartimento di lingue. In questo caso ci scappa anche il caffè.
Seconda lezione, ore 12.00
A mezzogiorno sono in classe, pronto per la seconda lezione della giornata. Il gruppetto è piccolo e motivato e l'ora letteralmente mi vola via.
Allenamento, ore 13.00
Dopo la lezione vado alla palestra dell'università per tirare su qualche peso e farmi una corsetta. La palestra dell'università è nuovissima e bene accessoriata, inoltre ha una parete a vetri che da al “Cerro del muerto” una suggestiva catena montuosa che assomiglia alla sagoma di un uomo disteso.
Pranzo, ore 15.00
E' arrivata l'ora del pranzo. Fra le varie caffetterie del campus, scelgo la caffetteria nord, in particolare un negozietto che vende buona pizza e focacce, che accompagno con la frutta che mi sono portato da casa. Il venerdì è il giorno de lux, quindi mi regalo anche un caffè americano (gli espressi, in Messico, mi deludono) e una ciambella stile Homer Simpson.
Siesta, ore 15.30 Vado nel boschetto di Mezquite poco distante, dove un genio ha installato discreti altoparlanti che diffondono musica classica e nell'endorfina dell'allenamento, cullato dalla musica, mi addormento sotto un albero con la testa appoggiata alla borsa dei libri. Avete mai visto un prof, all'università che si fa la siesta?
Terza lezione, ore 16.00 Questo gruppo è “el remedial”, teoricamente è un corso su misura per chi non si sente portato per le lingue ma deve certificarne una per laurearsi. In realtà la situazione è meno grigia di come la dipingono. E' un simpatico gruppetto di assistenti sociali, studentesse di gestione turistica e una psicologa. La lezione dura due ore. Si ride molto!
Quarta lezione, ore 19.00 L'ultima lezione della giornata è alla Casa dell'Adolescente, una struttura pubblica vicino a casa. Qui faccio del volontariato, ovvero non mi pagano. Secondo me è bello impegnarsi in qualcosa gratis, da un'altra percezione al nostro fare.  In questo caso sono venti ragazzini adolescenti che amano scherzare e fare cose, specialmente video (in italiano) che poi si passano con facebook. Il corso è sempre aperto così si infila sempre qualche ragazzo nuovo che, completamente spaesato, si trova fianco a fianco con chi parlicchia già. Una volta ho tentato di parlare con i coordinatori del centro per razionalizzare un po' il corso, gli obiettivi e le nuove entrate. Mi hanno ascoltato, mi hanno dato ragione e poi niente è cambiato. Così ho alzato le spalle e mi arrangio. Perché arrabbiarsi? Siamo in Messico. I ragazzi sono contenti.
Rientro a casa, ore 20.00 Casa dolce casa. Metto su un po' di musica con Spotify, bevo un tè verde. Poi mi faccio una bella doccia calda con l'acqua riscaldata con i pannelli solari, cenetta italiana a casa, o uscita qui vicino a mangiare tacos. Un'occhiata alla posta elettronica, un po' di libro e un cioccolatino delizioso che si chiama etiope ed è prodotto da un'azienda messicana: la Costanzo. Infine a dormire, come un sasso.
PS: alcune mattine, quando non ho lezione alla scuola di gastronomia, approfitto per ampliare un po' la mia rete di conoscenze professionali, informarmi su progetti e nuove possibilità, insomma costruisco il mio futuro.
PPS: Non so se si è notato ma, in questo periodo, non sono stressato...

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