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Una vita al servizio degli "ultimi" /La morte del vescovo Mazzolari in Sud-Sudan

Creato il 18 luglio 2011 da Marianna06

Cesare Mazzolari era innanzitutto un missionario comboniano e come tale, sulla scia di Daniele Comboni, innammorato dell'Africa.

Infatti, dopo aver lavorato in Messico e negli  Stati Uniti, era approdato finalmente nella "sua" Africa.

Destinazione Sudan.

Un Sudan difficilissimo con un Nord musulmano e un Sud cristiano e molto povero e, per giunta, costantemente in guerra civile per anni ed anni.

Ebbene, dopo trent'anni di permanenza, oggi che il sogno di un Sud-Sudan indipendente si è fatto realtà, monsignor Mazzolari, attualmente vescovo,un vescovo scomodo ,"senza peli sulla lingua", è tornato alla casa del Padre.

Padre Mazzolari, tralasciando il "monsignore", ha accompagnato la trentennale lotta di liberazione del Sudan meridionale passo passo.

Non ha mai temuto di contrapporsi alle diverse forze politiche in campo, se la cosa era necessaria.

Infatti, nei mesi precedenti il referendum, quello che ha poi sancito la separazione tra il Nord e il Sud del Paese, veniva spesso intervistato dai giornalisti delle testate di mezzo mondo come profondo conoscitore dei problemi politici, economici e sociali del contesto.

Lo ha stroncato un infarto a sorpresa ,durante la celebrazione dell'eucaristia.

Quell'eucaristia che è memoriale di una vita donata per gli "altri", per tutti, anche per noi.

La battaglia più impegnativa però di Cesare Mazzolari è stata, a mio avviso, la lotta strenua per eliminare in Africa la piaga dei bambini-soldato.

Una vergogna, un'infanzia rubata, di cui si riesce ad avere se non una pallida idea di cosa essa sia soltanto trovandosi a viverla in situazione.

E ciò avviene in Darfur, in Sierra Leone, in Uganda e, via di seguito, in tantissime altre nazioni africane in guerra permanente, dove i bambini vengono strappati con la violenza alle loro famiglie.

Specie se si tratta di famiglie povere.

Quanto al futuro del Sud-Sudan il vescovo "scomodo", che diceva pane al pane e vino al vino, non faceva mistero delle sue preoccupazioni.

E questo proprio perché consapevole della miseria economica e non solo ma anche politica(leggi corruzione) e sociale( leggi disparità abissali) del Paese in cui viveva e che aveva fatto "proprio".

I suoi funerali avverranno giovedì di questa settimana e Cesare Mazzolari, il bresciano di ferro, verrà sepolto nella cattedrale di Rumbek, sua ultima destinazione.

Intanto qualcun altro sarà già pronto ad afferrare il "testimone" e a proseguire la marcia verso la libertà vera. Quella autentica.

Della mente e del cuore.

Quella che significa sopratutto "non violenza" e cioé  essenzialmente assenza di guerra e sviluppo della persona umana  come dei contesti stessi.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Bambini-soldato
 


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