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Una vita da Medianeras

Creato il 30 agosto 2012 da Cannibal Kid
Condividi Una vita da Medianeras Medianeras (Argentina, Spagna, Germania 2011) Regia: Gustavo Taretto Cast: Javier Drolas, Pilar López de Ayala, Inés Efron, Adrián Navarro, Rafael Ferro, Carla Peterson, Jorge Lanata Genere: boy meets girl, o meglio chico busca chica Se ti piace guarda anche: Beginners, Prima dell'alba, (500) giorni insieme
Lo sapevate che anche in Argentina fanno dei film? Certo che lo sapevate. Ultimamente abbiamo visto dell’ottima roba provenire dalla pampa come il thriller da Oscar Il segreto dei suoi occhi e il thriller non da Oscar eppure comunque più che valido Aparecidos. Di recente c’è poi stato anche il ruffianissimo e telefonato Cosa piove dal cielo?, ma quello preferisco non citarlo. Oops… troppo tardi. Dall’Argentina, oltre alla puttaninprezzemolina PenénBelén Rodriguez, adesso per fortuna importiamo anche una commedia romantica, originale e gradevolissima, a sorpresa arrivata persino nelle nostre sale e ancor più a sorpresa con il suo titolo originale e non con qualche fantasiosa “traduzione” italiana.
Una vita da Medianeras Medianeras è una pellicola che ci racconta l’incontro tra due solitudini. Lui realizza siti internet, lei è un architetto, solo che al momento fa la vetrinista. Cose che capitano, evidentemente l’università non è uno spreco di tempo solo in Italia. Lui fisicamente è il classico argentino, lei invece assomiglia a Madeleine Stowe, diciamo prima della chirurgia plastica. Nonostante vivano a pochi metri di distanza, l’uno di fronte all’altra, e si incrocino spesso per la stessa strada, non si conoscono eppure hanno parecchio in comune, soprattutto il fatto che entrambi cercano disperatamente il grande amore della loro vida. True love will find you in the end? Non vi svelo come va a finire. Vi dico solo che questi due personaggi sanno farsi amare, se non dai rispettivi boyfriends/girlfriends, perlomeno da noi spettatori, grazie alle loro stranezze, particolarità e fobie assortite.
Una vita da Medianeras Una volta che ho detto che trattasi di commedia romantica e una volta spiegatovi che trattasi fondamentalmente di una storia “boy meets girl” o, visto che siamo in Argentina, di “chico busca chica”, penserete al solito modello americano, quello che parte dalla pietra miliare Harry, ti presento Sally e arriva a una serie di prodotti clonati usciti numerosi e in serie negli ultimi anni. Bene, cioè male: siete fuori strada. Qui la situazione è differente. Non che il film sia poi tutta 'sta roba così sorprendente o rivoluzionario, eppure la sua “argentinità” lo fa rifuggire dai soliti stereotipi hollywoodiani. Ad esempio, non ci sono i classici personaggi degli amici simpa dei protagonisti. Il chico y la chica sono talmente soli che non hanno manco un amico simpa da sfoggiare, come i copioni scritti in catena di montaggio nei grandi studios prevedono. Nonostante quest’assenza, la pellicola risulta assai simpatica, per quanto non faccia scompisciare dalle risate.
Al di là del fatto che i due protagonisti sono così fragili, delicati e insicuri che è impossibile non voler loro del bene e affezionarsi istantaneamente come a dei piccoli cuccioli indifesi, il film nonostante si chiami Medianeras viaggia però ben al di sopra della media nera delle commedie sentimentali americane viste di recente, e il suo punto di forza è quello di riuscire a dare alla vicenda un forte contesto sociale. Medianeras parla di un ragazzo e di una ragazza, ma parla anche di un paese come l’Argentina che si trova in una forte recessione economica, dunque parla anche di un paese come il nostro. Inoltre analizza, senza risultare troppo spocchiosamente analitico, come siano cambiati i rapporti sociali, non solo sentimentali, dopo l’avvento di internet.

Una vita da Medianeras

"Certo che anche Cannibal poteva inserirla qualche
illustrazione nel suo libro, per renderlo più interessante...

Splendida in più l’ambientazione di Buenos Aires. Una città che ci viene presentata come assurda, con delle case costruite a caso. Edifici bellissimi tirati su a fianco di catapecchie. Costruzioni pazzesche in fronte a topaie. Una città e una nazione, forse un mondo, uno stile di vita confusi, che paiono sull’orlo del baratro e in cui persino i cani si suicidano. Non a caso la storia parte proprio da lì, dal suicidio di un cane. Bravi, ma soprattuto “veri”, i due attori protagonisti, Javier Drolas e Pilar López de Ayala. Non dei mostri di recitazione, eppure entrambi in grado di regalare il giusto grado di innocenza e realismo ai loro personaggi. La regia di Gustavo Taretto allo stesso modo non eccelle, però con un buon uso del montaggio riesce a regalare il tocco moderno che una storia di relazioni 2.0 come questa meritava. Il pregio principale è comunque la sceneggiatura dello stesso Taretto: fresca, originale, personale, non stereotipata e in cui i modelli di riferimento non sono tenuti nascosti, ma citati esplicitamente. Non le classiche commedie romantiche, bensì Ricomincio da capo con Bill Murray e Manhattan di Woody Allen. Il primo è ripreso più che altro per la monotonia della vita dei due protagonisti che a un certo punto provano a sfuggire ad essa per cercare qualcosa di differente. Il secondo viene richiamato attraverso l’uso della città. Là una New York City in b/n, qui una moderna quanto assurda Buenos Aires. Due film non solo sull’amore tra persone, ma due atti d’amore verso le città in cui sono ambientate. E poi, un film che cita Dov’è Wally? merita un applauso extra. Un applauso extra anche a voi, se riuscite a trovare Wally qua in mezzo alla locandina del film.
Una vita da Medianeras

Riflessione di chiusura. Un pensierino (cannibale). Una domanda per non farvi dormire la notte. Alla faccia della crisi, il cinema argentino sembra aver trovato una via per uscirne, almeno a livello creativo. Perché in Italia non succede la stessa cosa? (voto 7+/10)

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