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UNDEREMPLOYED: Generazione in saldo!

Creato il 24 luglio 2013 da Simonettha
Collage Uno dei pochi telefilm, anzi decisamente l’unico che rispecchia al 90% la realtà della mia generazione di veri disagiati (quel 10% è dovuto al fatto che quei gran figoni io non li ho ancora lontanamente incontrati).
Già, perché quelli di noi che non hanno il sederino parato fanno il doppio della fatica per dare un senso ai propri anni buttati sui libri. Nonostante io stia frequentando l’Università di Trento, la prima in Italia e bla bla bla, sono più i momenti in cui mi sono sentita una cacca piuttosto che una “vera vincente”! Si, siamo la generazione dei giovani di belle speranze che si mettono in fila per la loro dose di opportunità ma quando arriva il proprio turno la minestra è finita, nessuna dose, piatto vuoto. Finiamo il liceo con la convinzione che il mondo sia nostro e invece non ci appartiene neanche un po’. E se questa è la disperata situazione lavorativa non parliamo di quella sentimentale che, grazie al progresso tecnologico, ha avuto un regresso spaventoso. Passiamo il tempo a decifrare i “mi piace” su facebook, a chattare, a comunicare senza guardarci negli occhi dimenticandoci che è molto più facile comprendere l’emozioni dell’altro parlandogli faccia a faccia piuttosto che cercando di interpretare le sue scoregge mentali su whatsapp. L’unica cosa positiva della chat è che comprendi subito la demenza di parte della nostra generazione traviata da Moccia, sono stati allevati un mucchio di mocciosi. L’altro giorno sul pullman sento la seguente conversazione, riporto testualmente: Lei: Ce è troppo West Coast! Lui: Cioè? Lei: West Coast, come Swag Justin Bieber. Lui: Ah ok. Comunque un tatuaggio all’hennè ci starebbe troppo! Lei: Si dai. Lui: Ma mica ti bucano? Lei: No, è come un pennarello indelebile che dura un mese! Lui Ah ok, allora si dai ci sta troppo, domani andiamo!!! Lei: Ma ti rendi conto che siamo insieme da sei ore? Ce sono sei ore che ti sopporto! (frase da vera bitch inside) Eh già, questo è il livello. Pensavo di arrivare a Trento e dare una svolta alla mia vita e in effetti è successo: mi vesto da stracciona, il mondo mi fa schifo, vorrei bruciare i libri e non metto più lo smalto perché non ho tempo e la cosa simpatica di tutto ciò è che una volta uscita da qui ripartirò da ZERO. Sì, sono e siamo la vera generazione in saldo ma sapete cosa? Io non mi arrendo, continuerò ad andare avanti nonostante tutto, nonostante i sogni infranti, le delusioni, gli errori, i giorni passasti a studiare in cui non ti sembra neanche più di essere una persona con un’anima, nonostante le doppie punte, i decerebrati che frequentano università schifose e prendono voti più alti di te sentendosi degli dei scesi in terra, nonostante le liti con le coinquiline, nonostante la repulsione verso un mondo che è totalmente l’opposto di quello che mi sembrava quando ancora credevo che sarei riuscita a realizzare senza problemi tutti i miei sogni. 
Sono in saldo ma non mi regalo a nessuno.


S.M.

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