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unforgettable+forchetta = Anforchettabol

Creato il 07 luglio 2011 da Brunabiagioni

unforgettable+forchetta = AnforchettabolL’intuizione che sta alla base di questo progetto nasce dalla lunga esperienza professionale e dalla fantasia di Antonio Marchello, Personal Chef che, qualche tempo fa, ha capito di poter mettere per iscritto un percorso lungo ormai quasi dieci anni, in cui per lavoro si è trovato a conoscere ed incontrare diverse centinaia di persone: allievi delle sue lezioni di cucina, partecipanti a corsi di team building e clienti di eventi enogastronomici da lui stesso organizzati.

La naturale propensione all’ascolto, un’istintiva curiosità verso i più nascosti risvolti dell’animo umano ed un’antica passione verso la scrittura, l’hanno portato pian piano a immaginare una particolare indagine sulla memoria gustativa che la mente umana conserva, spesso senza saperlo, nei cassetti dove finiscono i ricordi più cari.

ANFORCHETTABOL, curioso e riuscito gioco di parole che mette insieme il termine inglese unforgettable (indimenticabile) e la forchetta, simbolo mondiale della buona tavola, è proprio questo: raccontare la storia di una persona attraverso un piatto, una ricetta, un ingrediente, un sapore, un profumo rimasto proprio lì, fra i ricordi più nitidi. Un dettaglio che si ripete sempre uguale, nella storia di ognuno di noi, e che può essere il piatto della domenica o la ricetta della nonna impossibile da replicare tale e quale, ma ugualmente unico, perché rappresenta uno spazio temporale sottilissimo, capace di riportare chiunque alla propria infanzia, quando i calzoni erano corti e la vita un viaggio ancora tutto da assaporare. E’ questo ANFORCHETTABOL, un modo assolutamente unico per risalire la scala della reminiscenza più lontana usando il palato, infallibile autobiografia di memorie indelebili e da sempre veicolo fra i più efficaci, per ritrovare intatte le tracce del proprio passato.

L’infinita mole di confidenze e racconti messi da parte in tanti anni si trasforma oggi, per Antonio Marchello e la sua QBTOBE, in un ambizioso e sofisticato progetto editoriale di ampio respiro. Una collana di libri con cadenza annuale, che ad ogni nuova edizione ha scelto di filtrare, attraverso la raffinata lente del palato, storie e ricordi di alcuni personaggi, riuniti secondo precisi criteri di uniformità.

La prima edizione, edita nel 2011, è una raccolta di dodici interviste – che forse sarebbe più giusto definire confessioni – di altrettanti Chef di fama interazionale. Gente che ha fatto dell’abilità ai fornelli una professione portata ai massimi livelli, ma che nella memoria più intima conserva un ricordo particolare, spesso uno solo, che ancora oggi si ripete uguale in alcuni piatti, come un’eredità di famiglia che sa vincere il tempo, le mode e soprattutto i calendari.

Il libro sarà corredato da alcuni scatti originali di Monica Placanica, fotografa e creativa milanese , che seguiranno lo stile narrativo e confidenziale degli incontri riportati. Nessuna foto in studio, nè luci a migliorare gli ambienti: solo uno sguardo discreto nella quotidianità informale di questi grandi Chef italiani

Il lancio ufficiale di ANFORCHETTABOL – GLI CHEF è in programma nel corso della prossima edizione di “Taste of Milano” (15-18 settembre) ed il volume sarà nelle librerie alla fine dello stesso mese, con un prezzo di copertina di 22 euro (208 pagine, formato 21×25).

Clicca per vedere la presentazione.

Gli chef coinvolti sono:

Andrea Berton – Ristorante Trussardi alla Scala, Milano
Andrea Provenzani -Ristorante Il Liberty, Milano
Carlo Cracco – Ristorante Cracco, Milano
Claudio Sadler – Ristorante Sadler, Milano
Davide Oldani – Ristorante D’O, Cornaredo (MI)
Luca Montersino – Golosi di Salute
Matteo Torretta – Ristorante Foodart, Milano
Maurizio Santin – Gambero Rosso Channel
Pietro Leeman – Ristorante Joia, Milano
Simone Rugiati – Gambero Rosso Channel
Tano Simonato – Ristorante Tano Passami l’Olio, Milano
Viviana Varese – Ristorante Alice, Milano

L’Autore
Antonio Marchello, classe 1971, dopo alcuni anni di formazione in diversi ristoranti italiani, apre nel 1999 il “Paglia e Fieno Bistrot” di Torino, curatissimo locale che in breve tempo diventa il punto di riferimento per artisti, giornalisti e amanti del buon vivere che animano le notti all’ombra della Mole. Malgrado il successo, nel 2002, spinto da un’insaziabile voglia di spingersi sempre un po’ oltre, Marchello accetta l’impegnativa sfida di creare dal nulla l’organizzazione della parte relativa alla ristorazione di uno Charming Resort che allora stava nascendo ad Eleuthera, nell’incantato arcipelago delle Bahamas. Anche grazie alla qualità della sua cucina, la struttura è presto riconosciuta come uno dei migliori resort dei Caraibi.
Rientrato in Italia, Marchello prende le redini di “Le Saint Emillion”, locale nel centralissimo e modaiolo quadrilatero romano di Torino, nel 2004 segnalato da diverse pubblicazioni specializzate, tra cui la “Guida Oro” di Veronelli e Massobrio. Ma nell’aria è di nuovo tempo di cambiamenti: Antonio Marchello ha in testa nuovi modi di interpretare ed intendere l’affascinante mondo della ristorazione. Comincia così a collaborare come stylist e giornalista, ma al tempo stesso organizza e cura in ogni dettaglio cene private ed eventi come Personal Chef in Italia e all’estero, sperimenta metodi di formazione per privati e soprattutto per aziende ideando, progettando e gestendo sessioni di cooking team building, cooking team working ed altri innovativi processi educativi.
Nel 2010, Antonio Marchello inizia una nuova avventura, dove fa confluire tutta l’esperienza, la professionalità, l’energia e la continua ricerca che da sempre sono alla base stessa della sua esistenza: sta nascendo QBTOBE. Il suo è un particolare laboratorio sensoriale ed emozionale, dove l’uso dei cinque sensi viene esaltato e applicato in modo del tutto naturale. Nei laboratori di QBTOBE, la sperimentazione può seguire modalità differenti: lezioni di cucina, corsi di cooking team building, degustazioni eno-gastronomiche, percorsi sensoriali. Ma per scelta, QBTOBE mette sempre al centro l’individuo: ne rispetta la diversità, ne riconosce le peculiarità e valorizza l’unicità della sua storia. Perché ognuno di noi è un esemplare unico, dalla tavola in poi.



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