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Unicum. Tradizione e modernità.

Creato il 16 marzo 2014 da Ilbicchierediverso

Unicum. Tradizione e modernità.

In tutti noi risuona ancora la voce che declama l’inimitabilità dell’amaro Unicum. Fa parte del nostro dna televisivo, ma dietro lo spot si nasconde una storia familiare lunga, un rispetto continuo per il passato e uno sguardo all’Oggi sempre attento e moderno.

Unicum. Tradizione e modernità.

La storia di Unicum inizia nel 1790 quando il dottor József Zwack, medico di corte di Giuseppe II Imperatore d’Asburgo e Re d’Ungheria, mette a punto la formula di un amaro composto da erbe e spezie. ‘Das ist ein Unicum!’ – ‘E’ unico’ – esclama il sovrano sorpreso e soddisfatto dal primo assaggio, battezzando così il nuovo distillato con il nome che lo caratterizza ancora oggi.
Un nome, quello di Unicum, che racchiude già in sé l’essenza del prodotto: un distillato che non teme eguali o imitazioni grazie alla cura e alla tenacia degli Zwack, che nei secoli hanno saputo tenere segreta la ricetta tramandandola ai soli membri della famiglia, gli stessi ai quali questo amaro deve la propria fortuna e prosperità, viste le traversie storiche che ne hanno messo a repentaglio più volte la produzione: la distilleria fu bombardata durante la II Guerra Mondiale e poi nazionalizzata, constringendo János Zwack a fuggire negli Stati Uniti nel 1948, portando con sè la ricetta per proteggerla da contraffazioni e imitazioni. Tenuta al sicuro fino al 1972, anno in cui il figlio Peter la portò in Italia, la produzione di Unicum riprese in Toscana, dove rimase fino al 1989 quando tornò definitivamente nella nativa Ungheria riconfermandosi uno tra gli amari più apprezzati e longevi al mondo. Distribuito oggi in oltre 30 paesi nel mondo, Unicum rappresenta l’eccellenza nel settore bitter grazie alla sua tradizione secolare e a un processo produttivo accuratamente controllato dalla famiglia Zwack e fedele a quanto codificato dal medico di corte asburgico. La ricetta è composta da oltre 40 ingredienti naturali tra erbe, radici e spezie provenienti da tutto il mondo, delle quali neanche gli addetti alla produzione conoscono l’identità e che riconoscono solo tramite codici e percentuali di miscelazione. La maggioranza dei componenti è estratta per distillazione, direttamente dalle erbe naturali in grandi alambicchi, per essere successivamente miscelata con le essenze ottenute dalla macerazione in alcol per 30 giorni. Questo processo fornisce a Unicum il proprio aroma distintivo e il caratteristico bouquet. La miscela ottenuta dall’unione delle sostanze distillate e delle essenze è conservata in botti di legno di rovere per oltre sei mesi. Qui l’amaro giunge a reale maturazione, acquista corpo e sostanza e si arricchisce di tannini che ne rafforzano la distintiva intensità e l’armonia del gusto.

Come potete leggere, lungimiranza rafforzata dalle proprie radici che trovano nella famiglia Zwack il terreno premuroso e amorevole per poter continuare a crescere nella rigogliosa pianta e monumentale pianta che è l’azienda.

Unicum. Tradizione e modernità.
Unicum. Tradizione e modernità.

Con il nostro Cesare Colonna, abbiamo partecipato all’evento CARATTERE UNICUM che si è tenuto qualche giorno fa a Milano dove, nella bellissima location della Fonderia Napoleonica Eugenia, abbiamo sentito parole accorate dalla stessa Izabella Zwack (travolgente nel vero senso della parola) -sesta generazione con il fratello Sandor-  e sull’evento che vedeva protagonista la Limited Edition di Unicum creata in collaborazione con il famosissimo e incredibile illustratore Lorenzo Petrantoni (che ha saputo sintetizzare la storia e le parole chiave del brand nel suo progetto) e l’Unicum Prugna (“Nato da un’idea di Sandor Zwack, rappresenta un punto di svolta nella storia secolare del marchio. Un nuovo modo di gustare l’originale liquore ungherese pensato per coloro che preferiscono sapori meno amari ma altrettanto persistenti e distintivi. Unicum Prugna ha infatti una gradazione alcolica inferiore -35% rispetto al 40% dell’originale- e un gusto più morbido e vellutato. Questo perché al tradizionale processo di lavorazione di Unicum viene aggiunto un nuovo elemento: un letto di prugne essiccate sul quale il liquido riposa durante l’invecchiamento in botti di quercia. Un risultato che rappresenta, nel suo processo di produzione, la sintesi perfetta di tradizione e innovazione.”). Parole entusiaste e cariche di orgoglio e che speriamo di riportarvi presto in un’intervista.

Unicum. Tradizione e modernità.
Unicum. Tradizione e modernità.

In un’atmosfera altamente creativa con musica jazz e cocktail a base dell’ottimo amaro (che con Colonna abbiamo degustato il più delle volte liscio e nella versione “classica”, decantandone la paletta degustativa che riesce a unire dolcezza vellutata e forti sensazioni vegetali), abbiamo anche avuto modo di osservare ipnotizzati – nella fase creativa – “un allestimento con cinque palchi dedicati ad altrettanti artisti, giovani talenti del mondo delle arti visive, chiamati a reinterpretare in chiave moderna la veste grafica dello storico amaro con personali illustrazioni, che potranno essere votate sul sito www.unicum.it nella sezione ‘Il design di un carattere Unicum’ fino al 15 giugno, data in cui il disegno più votato diventerà l’illustrazione che sarà riprodotta sulle confezioni di Unicum in vendita nel prossimo inverno.”

Unicum. Tradizione e modernità.

Certamente Unicum ha la solidità non di un marchio commerciale, ma di una casata che nel corso del tempo continua a far risuonare un’eco fatta di passione, di un’idea immortale che sventola dall’alto di un aggettivo: Unicum.

Buona scelta
IBD
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