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Unioni Civili: quando il voto è amorale e incostituzionale

Creato il 18 febbraio 2016 da Marianocervone @marianocervone

Senato, ddl Riforme

Oggi l’Italia vive un momento di grande sconfitta, una caduta che ci riporta indietro di mille anni, che ci fa vivere i secoli bui della caccia alle Streghe, del nazismo e della superiorità di una presunta razza ariana, del razzismo nero degli anni ’50 in America, della paura del diverso e dell’immigrazione. Viviamo in un’epoca di terrorismo islamico e di terrorismo psicologico, cui al primo fa comodo che gli occidentali rinuncino alla propria libertà e al secondo, tutto italiano ormai, che gli omosessuali rinuncino all’idea di una vita legalmente riconosciuta.

Viviamo una morale “cattolica” dettata da persone e personaggi quali Mario Adinolfi, che difende ad oltranza quella famiglia tradizionale, benché la sua vita, con un divorzio e una figlia di primo letto, una compagna ed una figlia di secondo letto, lungi dall’essere tradizionale o normale. Siamo governati da politici come Maurizio Gasparri che, all’ennesimo fallimento della votazione della legge Cirinnà, sulle Unioni Civili, esulta sul web, alimenta l’odio scagliandosi contro chi, come IKEA, in quei valori di famiglia universale ci crede sul serio.

Ci parlano di tradizione politici come Giorgia Meloni, che prendono parte ai Family Day, annunciando candidamente gravidanze fuori dal sacro vincolo matrimoniale.

Siamo governati da politici spesso ladroni e corrotti, divorziati e risposati, con giovani compagne o coinquilini, figli illegittimi o di secondo letto, che si ricordano dei principi cattolici solo quando questi aiutano a puntare il dito sottraendo di fatto diritti a quello stesso prossimo cui, quella morale, invece, inviterebbe a tendere universalmente la mano.

Due pesi e due misure. Da una parte la difesa di una presunta tradizione che di tradizionale non ha nulla, dall’altra la libertà di amare e il diritto di formare una famiglia con la persona cui si è affettivamente legati.

Come può una Repubblica la cui Costituzione sancisce all’articolo 3 uguali diritti per tutti i cittadini, e la parità della loro dignità sociale, al di là del proprio sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, e condizioni personali e sociali, rinnegare i suoi stessi principi fondamentali? Come può quella stessa Repubblica che dovrebbe, testualmente, “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, votare persino contro quegli stessi padri fondatori ben più lungimiranti dell’attuale classe politica al potere?

Tanti i paesi europei come l’Inghilterra, le cattolicissime Spagna e Irlanda, la Francia, il Portogallo e molti altri, che rientrano tra i paesi dove il matrimonio omosessuale è equiparato a quello eterosessuale. Persino la rigida Germania, dalla quale molto mutuiamo per questo emendamento, ha concesso ai propri cittadini le unioni civili.

È incostituzionale votare pensando alla propria realtà, alle scaramucce di partito, alle coalizioni, alla morale e all’idea di giusto e sbagliato secondo principi più o meno religiosi o pseudo-tali, e per la laicità del nostro Stato, e perché, sedendo su quei scranni si sta rappresentando il popolo, ed una parte di popolo in particolare che in questo momento sta vivendo una grave forma di discriminazione e la violazione dei propri diritti e della propria dignità in quanto essere umano.

Senza quegli omosessuali contro cui si scagliano i vari Gasparri e Adinolfi, forse l’Italia sarebbe ancora ridotta ad un paese di aborigeni agricoltori. Senza i Leonardo Da Vinci noti nel mondo, il vigore degli affreschi di Michelangelo, la libertà fluida di Caravaggio, probabilmente nemmeno l’economia italiana o il turismo sarebbero gli stessi.

Senza gli Anacreonte e i Brunetto Latini, i Winckelmann e gli Hans Christian Andersen, non avremmo oggi la poesia, l’idea di enciclopedia, lo studio metodico dell’Archeologia, favole immortali come La Sirenetta.

Non avremmo ammirato Audrey Hepburn e il suo iconico tubino nero, se l’omosessuale Truman Capote non avesse scritto il romanzo cui si ispira il film Colazione da Tiffany, non avremmo avuto gite al faro né altri romanzi senza Virginia Woolf, né provocazioni da ammirare nelle mostre di Frida Kahlo e, probabilmente, senza la macchina inventata dall’omosessuale Alan Turing, per decriptare i messaggi dei nemici, anche la Seconda Guerra Mondiale avrebbe avuto un esisto diverso, come la nostra storia.

È anche grazie al genio di queste Persone, alla loro libertà, al loro amore (omosessuale) e a loro personale modo di vedere le cose, se oggi siamo ciò che siamo. Siamo debitori verso questa subcultura omosessuale che, a dispetto di condanne, indici e censure, è riuscita tacitamente nei secoli ad essere tramandata intatta fino a noi.

Riscopri te stessa, Italia. Riscopri quella civiltà, riscopri i diritti.

Svegliati, Italia!


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