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Unity: Dubbi e perplessità

Creato il 10 maggio 2010 da Picchiopc
Aggiorna di la, risistema di qua, scopiazza di la, lo zio mark sembra instancabile, da quando ha lasciando il comando ufficiale della nave Canonical (chiamalo scemo, ha lasciato le scocciature burocratiche alla sua sostituta al comando e lui si è preso sotto la sua ala il reparto innovazione) il nostro simpatico "dittatore" si sta prodigano per modellare ubuntu a sua immagine e somiglianza (o al più nominato "scopiazzamento" di OSX o di altre cose).
Ultima genialata dello zio mark per attirare mosche sul miele (il dolce color miele del suo nuovo tema grafico della lince si proprio quello) è la creazioni (aka scopiazzamenti vari) di una sua interfaccia per la prossima versione di Ubuntu Netbook edition chiamata Unity, eccola qua in tutta la sua scopizzoseria:Unity: Dubbi e perplessità
Ecco qui, in tocco di windows 7, un tocco di Chrome OS, un tocco Gnome 3 et voilà abbiamo la super mega innovativa interfaccia Unity.
Ora tralasciando le ormai ovvie strategie di marketing che "costringono" lo zio mark a sfornare teli pezzi da maestro, vorrei riflettere un attimo su di una cosa di cui parlai qualche giorno fa con Grabiel (amico blogger di Neerdetecion e di altri blog) ovvero del modello Bazar VS Cattedrale.
Il modello a bazar "ovvero il prendi di qua e metti di la e alla fine ne uscirà qualcosa di buono ma non molto diverso" è stata la filosofia del software libero e del software open source per più di vent'anni, il modello si ispira allo spirito di collaborazione che è stato prevalente agli albori dell'informatica in tutti gli istituti di ricerca ed è tuttora presente nell'università.Unity: Dubbi e perplessità(tipico esempio di bazar internazionale)
Al contrario il modello a cattedrale è stato il modello di riferimento del software chiuso in cui con una stretta gerarchia di vescovi e di papi "appunto papeggia" su software brevettati e super segreti.Unity: Dubbi e perplessità(tipico esempio di....ehm ehem.... va be non diciamo altro...)
Ecco quello che mi preoccupa non che si usi o una o l'altra forma di sviluppo o di business, ma quello che mi preoccupa è il pesante ibridismo che si sta sviluppando nel mercato informatico e dei servizi web nei confronti del software libero.
Infatti sempre più spesso possiamo osservare centinaia di aziende che "sfruttano" invece di "utilizzare" il software libero, parliamo di Canonical, Google, Apple e la stessa Microsoft non è mancata in tutti questi anni.
La gestione di un software o di una distro come Canonical è passata appunto da una gestione a bazar a una gestione ibrida "cattedrale-bazar" infatti è dai tempi del Koala che il nostro amato zio mark proprio come napoleone si è auto-incoronato Re del suo regno (che è giusto che sia visto che è lui che ci mette i "din dini") cominciando a tranciare i ponti con la comunità, tradendo quello che è il motto di Ubuntu:
"io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti"
Appunto questa traduzione del termine ubuntu identifica il modello a bazar della comunità che in distro come Debian "fanno la differenza".
Ovvio che so perfettamente che Debian non è ubuntu ma dico, prendere spunto dal modello di gestione comunitario derivato dalla costituzione di Debian non sarebbe male, ovvio che spesso questo modello tende ad essere interpretato in questo modo (esempio di mia conversazione in chat con Mister X):
Picchio: Linux=democrazia
Mister X: naaa linux=anarchia
Tutto il mio discorso può essere preso e bollato come pseudo-comunista/anarchico ma non è cosi, questa è la basa della democrazia costituita sulla costituzione di Debian e del software libero in generale.
Ma secondo me tale metodo (anche se non da frutti immediati) è quello che regge un modelle più "umano" di sviluppo che non mira al profitto come invece tende il nostro zio mark.
Ecco perché non mi piace la storia della "dittatura" di mark, ecco perché mi fa storcere il naso (e non solo a me), perché secondo il mio parere (che potrà non essere giusto, che potrà dimostrarsi sbagliato, che potrà non essere il migliore) alla fine ci ritroveremo con una distro che non sarà più "nostra" ma adattata alle strategia di marketing di canonical.
Ora adesso non mi sono fatto di LSD non sono diventato un fanatico o un fanboy dello zio richard, continuerò a seguire la mia (e anche la filosofia del nostro unico vero dio Tor-vards) filosofia del "se è buono perché non usarlo".
Detto questo passo la palla a voi, cosa porterà la politica di Ubuntu alla nostra distro ? Saranno tutte rose e fiori ? Oppure ci ritroveremo con una pseudo-copia di OSX che ci darà una distro meno "nostra" è più delle aziende capitaliste ?Unity: Dubbi e perplessitàPS: NO NO non sono un marxista, ma amo definirmi un social-democratico.
PS#2: No il mazzo di carte che vede in su non è mio e non è in vendita!

PS#3: ovvio che so che zio mark non è bill gates e quindi non mettevi a piangere!
Pss: ogni lollosita e perplessità sono ammesse, infatti questo è solo un post che mi da una mano a riflette sul futuro di Gnu/Linux, in oltre non è un post fazioso ma criticamente costruttivo.

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