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Uno per il futuro: intervista a Demetrio Scopelliti! (Reggina)

Creato il 05 giugno 2015 da Agentianonimi

Demetrio Scopelliti è il tipico calciatore testa e cuore, ragazzo con tanta voglia di fare e con immenso talento da vendere. Con la maglia amaranto conquista il titolo di miglior giocatore del torneo per poi ottenere altre soddisfazioni, conquista la maglia della nazionale e indossa la fascia di capitano, insomma, è il momento di fare il salto di qualità e di lasciare Reggio Calabria.

- Come ti trovi nella Reggina e com’è la situazione della società?

“Allora, detto molto sinceramente io da due anni a questa parte ho la volontà di andare via da Reggio Calabria perché non credo di essere stato trattato nel migliore dei modi dalla società, dopo l’anno dei giovanissimi nazionali si può dire il più bello per me loro hanno iniziato a remarmi contro e oscurandomi completamente agli occhi delle altre società, dicendo anche a qualche chiamata della nazionale che io ero infortunato. Quest’estate ho espresso più volte il desiderio di andar via ma purtroppo non è stato possibile per scarsa complicità tra le squadre interessate e la Reggina e dunque ho disputato il campionato Berretti dove ho avuto la fortuna di conoscere un grande mister come Giacomo Tedesco e di avere un gruppo forte e affiatato e grazie a loro ho accantonato tutto è messo d’avanti solo la mia voglia di giocare a calcio. Per quanto riguarda la situazione della società, tutti sanno benissimo le difficoltà che abbiamo avuto, ora con questa salvezza credo che il presidente riuscirà a salvare il progetto Reggina e a rialzare questa società”.

- Secondo te, i giovani italiani possono fare un percorso di crescita migliore in Italia o sarebbe meglio andare all’estero?

“Io credo che non si debba sminuire il lavoro che viene svolto in Italia, certo, l’estero secondo me è un passo avanti per quanto riguarda organizzazione e serietà, ma a livello di preparazione, un ragazzo se lavorato, può crescere bene in qualsiasi contesto, basta che ci sia una mano e la volontà da parte del personale responsabile di mandare avanti e salvaguardare il ragazzo”.

- A che età è arrivata la prima chiamata in nazionale? E cosa si prova ad indossare la maglia dell’Italia? “La prima chiamata è arrivata alla tenera età di 14 anni per uno stage a lamezia terme poi seguito da quello a Coverciano. Un’emozione unica e indescrivibile perché mai pensavo potessi far parte dei 18 quando mi hanno detto che ero stato convocato mi stavo per mettere a piangere, da lì ho seguito tutta la trafila dell’under 15 e le prime due convocazioni in under 16 facendo anche il capitano. Da due anni ormai non sono stato più chiamato, ma la mia priorità resta sempre quella perché credo in me stesso e so che ancora posso farcela”.
Scopelliti2

- Che squadra tifi? Quale squadra gioca il miglior calcio in Europa?

“Io tifo per l’Inter. Il miglior calcio in Europa per me lo gioca il Bayern Monaco, anche se il Barcellona ultimamente mi sta entusiasmando per la loro facilità nell’andare in gol e la qualità delle giocate”.

- Nel tuo ruolo a chi ti ispiri?

“M’ispiro ad Alessandro Del Piero, un giocatore formidabile concreto e unico nel suo stile, calcia bene le punizioni ed ha una classe infinita, un campione vero”.

- Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

“Il mio primo obiettivo è quello di andare a giocare altrove per formarmi e avere nuove motivazioni che qui non ho, spero di riuscire a diventare un calciatore che si tolga le sue soddisfazioni lavorando con umiltà e sacrificio e magari di riprendermi anche la nazionale”.

- Qual è la tua qualità e qual è il tuo difetto?

“La mia qualità sta nella facilità che ho del trattare il pallone e nel far fare gol agli altri e ogni tanto farlo anch’io. Un mio difetto è il colpo di testa e avvolte la leziosità in certe giocate”.

- In che modo rivoluzioneresti il calcio? “Innanzitutto punterei più sui giovani dando loro più fiducia, e poi cercherei di tutelare i ragazzi italiani al cospetto di quelli stranieri che vengono e giocano al posto nostro solo perché un po più grossi fisicamente. Cambierei il sistema interno anche perché ormai è un calcio sporco dove sta passando il vero valore del gioco e sta subentrando quello dei soldi, è un mangia mangia generale diciamo. Io però sono ottimista e convinto che con il tempo capiremo che dovremo cambiare il modo di pensare e usciremo da questa situazione”.

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