"Ecco a voi uno sguardo alla Hansel di Zoolander."
Un anno da leoni (USA 2011) Titolo originale: The Big Year Regia: David Frankel Cast: Jack Black, Steve Martin, Owen Wilson, Rashida Jones, Rosamund Pike, Anjelica Huston, Brian Dennehy, Dianne Wiest, Tim Blake Nelson, Jim Parsons Genere: volatile Se ti piace guarda anche: Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Quell’idiota di nostro fratello, Wacky Races - Le corse pazze, le Blog WarsC’è qualcosa di più stupido e noioso del fare bird-watching? Un film su della gente che fa bird-watching! Ebbene sì. Certo che a Hollywood di soldi da buttare ne hanno a bizzeffe. Alla faccia della crisi, questi hanno investito $41milioni come fossero 41 noccioline per realizzare un film su degli uomini che si sfidano a chi guarda più uccelli in un anno! Non c’è da stupirsi se poi la pellicola in questione di milioni di dollari negli Usa ne ha riportati a casa appena 7. Quello che invece fa stupire è che il film, per quanto inutile e del tutto dimenticabile, non sia nemmeno tanto malaccio. Per essere un film su degli uomini cui piace guardare degli uccelli, per lo meno. Cos’ha di bello, o se non altro di decente, Un anno da leoni? Al di là del fatto che abbiano compiuto la scelta, assai discutibile, di fare del gran bird-watching, i protagonisti nella loro vita sono mossi da una reale passione. Una passione enorme in questo caso per gli uccelli, ma pur sempre di una passione più o meno rispettabile si tratta.
Nello splendido thriller argentino Il segreto dei suoi occhi, si diceva: “Un uomo può cambiare qualsiasi cosa. Il suo volto, la sua casa, la sua famiglia, la sua ragazza, la sua religione, il suo Dio. Ma c’è una cosa che non può cambiare. Non può cambiare la sua passione.”
Una grande verità di cui questo Un anno da leoni ci dà una rappresentazione estrema. Il filmetto di per sé non è certo estremo, anzi è la classica commediola americana girata senza velleità artistiche e con una notevole dose di zucchero e buoni sentimenti infilati al suo interno. Ad essere estrema è la passione dei tre protagonisti, tre uomini che in pratica rinunciano al loro lavoro, alle loro mogli, fidanzati, famiglie, persino alla loro vita pur di seguire la loro passione. Gli uccelli. A tante donne piacciono gli uccelli. E a tanti uomini piacciono gli uccelli. Ma a loro piacciono in una maniera maniacale, al punto che per osservare più specie possibili si prendono un intero anno, il The Big Year del titolo originale.
"Ma in questo film non facciamo altro che guardare degli uccelli?"
Apriamo la parentesi sul titolo italiano? E apriamola. In principio fu Un mercoledì da leoni, che in originale si intitolava Big Wednesday. Prendete quest’informazione e mettetela da parte. Poi venne Una notte da leoni, che in originale era The Hangover. Mettete anche quest’informazione in un angolino. Adesso, addirittura, si è arrivati a Un anno da leoni. Il prossimo passo quale sarà: Un millennio da leoni? Attenzione, però, perché dietro a un titolo del genere c’è della genialità e una maggiore elaborazione di quanto possa sembrare a prima vista. Se andiamo a vedere più da vicino, con un binocolo come fanno i protagonisti del film, possiamo notare come i titolisti italiani hanno citato Un mercoledì da leoni, per via del titolo The Big Year che richiama Big Wednesday, e hanno deciso di fonderlo con una delle commedie americane di maggior successo degli ultimi tempi, Una notte da leoni. Il risultato? Un anno da leoni. Semplice… logico… non credete?"Guardare uccelli suonava come una cosa troppo gay,
quindi abbiamo deciso di fare qualcosa di molto più virile,
tipo saltarci in groppa cantando YMCA."
Per quanto le premesse non fossero delle migliori, alla fine la sensazione è che sarebbe potuto essere persino meglio. Questo Un anno da leoni assomiglia a un film di Wes Anderson, in particolare Le avventure acquatiche di Steve Zissou, ha un cast molto alla Wes Anderson (Owen Wilson e Anjelica Huston), solo è del tutto privo del tocco magico e particolarissimo di Wes Anderson. La regia è infatti curata dal mestierante David Frankel (Il diavolo veste Prada, Io & Marley), che regala al tutto una buona cura e una discreta guardabilità, ma allo stesso tempo non riesce a rendere tutta la stralunatezza che un argomento del genere avrebbe meritato. A sorpresa non è terribile, però è comunque un film del ca… volevo dire un film dell’uccello! (voto 6-/10)