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Uomini che amano gli uccelli

Creato il 05 agosto 2012 da Cannibal Kid
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Uomini che amano gli uccelli

"Ecco a voi uno sguardo alla Hansel di Zoolander."

Un anno da leoni (USA 2011) Titolo originale: The Big Year Regia: David Frankel Cast: Jack Black, Steve Martin, Owen Wilson, Rashida Jones, Rosamund Pike, Anjelica Huston, Brian Dennehy, Dianne Wiest, Tim Blake Nelson, Jim Parsons Genere: volatile Se ti piace guarda anche: Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Quell’idiota di nostro fratello, Wacky Races - Le corse pazze, le Blog Wars
C’è qualcosa di più stupido e noioso del fare bird-watching? Un film su della gente che fa bird-watching! Ebbene sì. Certo che a Hollywood di soldi da buttare ne hanno a bizzeffe. Alla faccia della crisi, questi hanno investito $41milioni come fossero 41 noccioline per realizzare un film su degli uomini che si sfidano a chi guarda più uccelli in un anno! Non c’è da stupirsi se poi la pellicola in questione di milioni di dollari negli Usa ne ha riportati a casa appena 7. Quello che invece fa stupire è che il film, per quanto inutile e del tutto dimenticabile, non sia nemmeno tanto malaccio. Per essere un film su degli uomini cui piace guardare degli uccelli, per lo meno. Cos’ha di bello, o se non altro di decente, Un anno da leoni? Al di là del fatto che abbiano compiuto la scelta, assai discutibile, di fare del gran bird-watching, i protagonisti nella loro vita sono mossi da una reale passione. Una passione enorme in questo caso per gli uccelli, ma pur sempre di una passione più o meno rispettabile si tratta.
Uomini che amano gli uccelli
Nello splendido thriller argentino Il segreto dei suoi occhi, si diceva: “Un uomo può cambiare qualsiasi cosa. Il suo volto, la sua casa, la sua famiglia, la sua ragazza, la sua religione, il suo Dio. Ma c’è una cosa che non può cambiare. Non può cambiare la sua passione.”
Una grande verità di cui questo Un anno da leoni ci dà una rappresentazione estrema. Il filmetto di per sé non è certo estremo, anzi è la classica commediola americana girata senza velleità artistiche e con una notevole dose di zucchero e buoni sentimenti infilati al suo interno. Ad essere estrema è la passione dei tre protagonisti, tre uomini che in pratica rinunciano al loro lavoro, alle loro mogli, fidanzati, famiglie, persino alla loro vita pur di seguire la loro passione. Gli uccelli. A tante donne piacciono gli uccelli. E a tanti uomini piacciono gli uccelli. Ma a loro piacciono in una maniera maniacale, al punto che per osservare più specie possibili si prendono un intero anno, il The Big Year del titolo originale.

Uomini che amano gli uccelli

"Ma in questo film non facciamo altro che guardare degli uccelli?"

Apriamo la parentesi sul titolo italiano? E apriamola. In principio fu Un mercoledì da leoni, che in originale si intitolava Big Wednesday. Prendete quest’informazione e mettetela da parte. Poi venne Una notte da leoni, che in originale era The Hangover. Mettete anche quest’informazione in un angolino. Adesso, addirittura, si è arrivati a Un anno da leoni. Il prossimo passo quale sarà: Un millennio da leoni? Attenzione, però, perché dietro a un titolo del genere c’è della genialità e una maggiore elaborazione di quanto possa sembrare a prima vista. Se andiamo a vedere più da vicino, con un binocolo come fanno i protagonisti del film, possiamo notare come i titolisti italiani hanno citato Un mercoledì da leoni, per via del titolo The Big Year che richiama Big Wednesday, e hanno deciso di fonderlo con una delle commedie americane di maggior successo degli ultimi tempi, Una notte da leoni. Il risultato? Un anno da leoni. Semplice… logico… non credete?

Uomini che amano gli uccelli

"Guardare uccelli suonava come una cosa troppo gay,
quindi abbiamo deciso di fare qualcosa di molto più virile,
tipo saltarci in groppa cantando YMCA."

Chiusa la parentesi sul titolo italiano, l’altra cosa interessante della pellicola è la competizione. Volendo fare un discorso sessista, le donne possono essere parecchio competitive tra loro, però nulla batte la competizione maschile. Persino per delle stro**ate totali come questa del Big Year, ovvero una sfida a chi guarda più specie di uccelli nel corso di un anno. Vi rendete conto su cosa possano arrivare a sfidarsi gli uomini? Non solo a chi ha l’uccello più lungo, ma anche a chi guarda più uccelli. Una competizione a tutto campo che mi ha ricordato le Blog Wars assurde e infinite tra me e il mio blogger rivale Mr. James Ford. Una competizione talmente pazzesca che alla fine provoca un sorriso, benché la pellicola non faccia MAI ridere. Davvero, neanche una volta. Ci sono film peggiori di questo, però commedie così prive di battute e scene divertenti è davvero raro trovarne. E sì che i tre protagonisti sarebbero dei campioni di risate, almeno sulla carta. Steve Martin in America è uno dei comici tipo più popolari di sempre, ma a me non ha mai fatto impazzire. Owen Wilson invece mi piace, però non so perché mi mette malinconia piuttosto che farmi scompisciare dalle risate. E poi c’è Jack Black. Per un brevissimo periodo, ai tempi di School of Rock, era stato definito l’erede di John Belushi. Sembrava dovesse essere il Salvatore della comicità americana. Dopo di ché si è messo a fare un film di me**a dietro l’altro, con picco nell’orrido e per nulla fantastico I fantastici viaggi di Gulliver, e il suo nome è diventato sinonimo di porcheria. Sorprende così che Un anno da leoni, pur come detto non trascendentale, non sia nemmeno tanto male e risulti il suo film più decente degli ultimi tempi.
Per quanto le premesse non fossero delle migliori, alla fine la sensazione è che sarebbe potuto essere persino meglio. Questo Un anno da leoni assomiglia a un film di Wes Anderson, in particolare Le avventure acquatiche di Steve Zissou, ha un cast molto alla Wes Anderson (Owen Wilson e Anjelica Huston), solo è del tutto privo del tocco magico e particolarissimo di Wes Anderson. La regia è infatti curata dal mestierante David Frankel (Il diavolo veste Prada, Io & Marley), che regala al tutto una buona cura e una discreta guardabilità, ma allo stesso tempo non riesce a rendere tutta la stralunatezza che un argomento del genere avrebbe meritato. A sorpresa non è terribile, però è comunque un film del ca… volevo dire un film dell’uccello! (voto 6-/10)

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