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Uomini e topi

Creato il 27 luglio 2011 da Marcodallavalle
Uomini e topi
Quando mi sposto per alcuni giorni, non posso fare a meno di portare con me almeno quattro o cinque libri. Spesso è un istinto irrazionale, so dall'inizio che non potrò mai leggere tutti quei libri. Eppure sento che se non lo faccio mi mancherà qualcosa. Credo che gli imprevisti della vita vadano affrontati con le armi proprie, e le mie sono i libri. Durante le vacanze ho messo tra i miei compagni di viaggio un libro insolito:
Uomini e topi di John Steinbeck, premio nobel per la letteratura nel 1962. Si tratta di un romanzo breve la cui traduzione italiana più diffusa è quella a cura di Cesare Pavese. Pubblicato nel 1937, denuncia la situazione sociale del periodo della Depressione americana. Pesante da leggere all'inizio, alla fine non si possono trattenere le lacrime. Fatico a collocarlo in un ambito di Biblioterapia. Potrebbe essere utile in gruppi in cui discutere delle ingiustizie del mondo, sociali soprattutto. E' un libro che indica come la condizione in cui nasci, fisica e sociale, condizionerà tutta la tua esistenza. E alla lettura potrebbe seguire nel gruppo una domanda-guida: quanto ognuno può contrastare il destino che dall'inizio dell'esistenza sembra segnarci?

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