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Utah Jazz: la ricostruzione procede a passi da gigante

Creato il 30 giugno 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
Rudy Gobert - © 2015 twitter.com/utahjazz

Rudy Gobert – © 2015 twitter.com/utahjazz

A Salt Lake City è già da qualche mese che si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Dopo qualche stagione deludente con una ricostruzione che faticava a decollare, finalmente i tifosi Jazz hanno motivi per sorridere. La stagione appena trascorsa (38-44 di record in una iper competitiva Western Conference) ha mostrato discreti segnali rispetto l’anno passato (25-57), con un bilancio migliorato e che ha avuto il suo momento clou dopo la pausa dell’All-Star Game, con sprazzi di ottima pallacanestro. Adesso arriva la offseason, dove la dirigenza dovrà prendere decisioni importanti.

DA CHI CONTINUARE

Se la prima parte di stagione è stata piuttosto deludente, dopo la pausa di febbraio abbiamo visto l’esplosione dei tanti giovani a roster, due su tutti Favors e Gobert. Il primo ha confermato quanto di buono fatto vedere già l’anno precedente, incrementando da 13.3 a 16 i punti a partita. Concentrandoci su Gobert, complice anche la cessione di Kanter, si è visto inserire nel quintetto titolare e aumentare in maniera sostanziosa il proprio minutaggio. Balzano agli occhi i 9.5 rimbalzi e le 2.3 stoppate a partita, diventando parte fondamentale della difesa. Il francese sarà sicuramente uno dei punti fermi della prossima stagione, mentre per Favors sono circolate anche delle voci di possibili trade per cercare di riportare Paul Millsap, free agent, nello Utah. Supporto lo darà anche Gordon Hayward che, come Favors, si è ripetuto mantenendo le buone cifre messe in mostra l’anno passato. Infine ci si aspetta la crescita continua di Dante Exum e le conferme di Hood e Trey Burke, con quest’ultimo in grado quest’anno di allungare la rotazione senza andare ad intaccare la qualità generale della squadra.

LARGO AI GIOVANI

I giovani al centro del progetto. Questa la politica della dirigenza Utah, iniziata qualche anno fa e che proseguirà anche quest’estate, inserendo nel roster più giovane della lega le scelte del Draft di qualche giorno fa numero 12, 42 e 44 (ottenuta dai Suns). Un po’ a sorpresa con la #12 il General Manager Dennis Lindsey ha scelto Trey Liles, ala 19enne da Kentucky dove ha giocato una sola stagione a 8.7 punti e 5.2 rimbalzi in 23 minuti, molto intrigante per le tante cose che sa fare su un campo da basket e per la sua stazza (207 cm ma con apertura alare notevole) che lo rende un giocatore molto particolare visto che ha gioca principalmente da ala piccola.

With the #12 pick the Jazz select TREY LYLES (F, Kentucky)! Welcome to Utah, @treymambalyles! pic.twitter.com/lTrtLHjYNZ

— Utah Jazz (@utahjazz) 26 Giugno 2015

I Jazz hanno quindi lasciato passare un centro come Myles Turner, probabilmente ritenendolo troppo simile a Gobert, e l’ala Sam Dekker, paragonato spesso proprio ad Hayward, scommettendo invece su un tipo di giocatore che non era ancora presente nel roster e quindi potrebbe portare qualcosa di nuovo.
Con la #42 Utah ha poi scelto Olivier Hanlan, playmaker da Boston College e con la #54 Daniel Diez, subito spedito però a Portland, acquistando poi la #44 dai Suns, ovvero un altro playmaker, Andrew Harrison, compagno di Lyles a Kentucky.

FREE AGENCY

Con solo due contratti in scadenza ed un roster giovane in continua crescita, la dirigenza Utah è chiamata a fare una scelta che influenzerà il futuro della franchigia: tentare l’assalto ad un top player, vista la flessibilità e lo spazio nel salary cap, o tenere il roster invariato. Per la prima opzione, come ormai noto, in questo mercato dei free agent ci sono poche stelle, tante delle quali rifirmeranno con la propria squadra. Inoltre ai Jazz manca ancora l’appeal per portare a Salt Lake City un big. Il nome forse più suggestivo e da non escludere è sicuramente un ritorno di Paul Millsap, che dopo 7 anni in maglia Jazz è passato l’estate scorsa ad Atlanta, contribuendo alla splendida regular season degli Hawks. Utah non si è però dimenticata di Paul e Paul non si è dimenticato di Utah, un suo ritorno non appare così impossibile come qualche mese fa. Si parla anche di una possibile trade con i Phoenix Suns che vogliono rifirmare Brandon Knight e potrebbero scambiare Eric Bledsoe: i Jazz metterebbero sul piatto Derrick Favors così in un solo colpo prenderebbero un playmaker da quintetto e libererebbero lo spazio per il ritorno di Millsap che giocherebbe al fianco di Gobert.

La seconda opzione, forse la più logica, è quella di continuare il processo di crescita dei tanti giovani a roster senza stravolgere il nucleo della squadra. Magari con qualche innesto per allungare la rotazione senza firmare contratti pesanti, così da avere libertà salariale per il 2016, dove ci saranno tanti nomi interessanti ed un aumento generale del tetto salariale.

La ricostruzione va quindi avanti. Si arriva ad una offseason dove il gm Dennis Lindsey dovrà prendere decisioni importanti, ma con la consapevolezza di avere un gruppo giovane che ha mostrato buoni segnali la stagione scorsa. Adesso i tifosi chiedono un altro salto di qualità, quello che dopo quattro anni li riporterebbe ai playoffs nella terribile Western Conference. Un euro lo si può spendere su di loro. Una cosa è certa, il cielo non è più così grigio come due anni fa a Salt Lake City.

 

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