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Va bene anche Earl

Creato il 02 novembre 2010 da Elgraeco @HellGraeco

Va bene anche Earl

Agli albori di questo blog scrissi un articolo su My name is Earl. Una delle serie più belle, scorrette e divertenti di sempre.
Da quando passa tutti i giorni alle due del pomeriggio su Italia 1, puntualmente si verifica un incremento di accessi al blog. A quanto pare sono uno dei pochi in Italia ad averne parlato. E ogni tanto, colto da malinconia, visto che la serie è stata cancellata l’anno scorso, accendo la tv, mi sintonizzo e ne guardo un pezzettino. Non di più, perché detesto il modo in cui è stata doppiata. Preferisco le voci originali molto, ma molto più caratteristiche e accattivanti.
Questo articolo non è, comunque, uno sfogo contro il doppiaggio.
Piuttosto, guardando l’episodio trasmesso ieri, 1 novembre, mi sono accorto di un paio di cose, e da queste sono scaturite alcune riflessioni.

Va bene anche Earl

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Scandalo

“My name is Earl” è uno dei più grandi scandali della televisione americana. 8.6 su IMdb come votazione media, ascolti altissimi, premi a pioggia, eppure  la serie è stata cancellata non si sa bene per quale ragione. Come scrissi: tempistica da sit-com, ma qualità da serie televisiva di alto livello; si compone di una ventina di episodi a stagione di una ventina di minuti ciascuno, ognuno dei quali condensato di umorismo da sganasciarsi.
In Italia, come c’era da aspettarsi, è stata accolta sotto gamba. La responsabilità, credo, sia anche da imputare alla televisione.
Fin da subito, “My name is Earl” ha conosciuto orari di messa in onda folli: a partire dalle 23.00 fino a ben oltre la mezzanotte e tre quarti. Credo l’abbiano trasmessa certe volte tra l’una e le due di notte, e si trattava di episodi in prima tv.
Ora, colpo da maestro, viene mandata sempre alle due, ma del pomeriggio.
E dove sta il problema?
Il problema, se c’è, è che, pur essendo una commedia, ha contenuti e tematiche per adulti.

Va bene anche Earl

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Domenica al Crab Shack

Mi diverto a constatare quanta ipocrisia esca da questo incidente televisivo.
Esaminiamo la puntata di ieri, per l’esattezza la numero 12 della II stagione intitolata: “Our Cops is On!”.
Il titolo fa riferimento alla trasmissione televisiva “Cops”, in onda negli states, che consiste nel riprendere la giornata di alcuni poliziotti durante il loro turno di servizio. Tutto quello che succede, arresti, fermi, sopralluoghi viene mandato in onda e costituisce materiale per eventuali procedimenti penali.
Camden County è la cittadina fittizia in cui risiede Earl Hickey, il protagonista, e la sua combriccola di amici e conoscenti uno più pazzoide dell’altro. Teatro della puntata, il Crab Shack, il ristorante/ritrovo del paese.
Tutti sono annoiati perché è domenica pomeriggio e le scorte del locale sono terminate, l’unico cibo disponibile sono uova sottaceto e scatolette di gelatina dolce; le stecche da biliardo sono rotte dalla rissa della sera prima; le macchinette del flipper sono in corto perché qualcuno ci ha vomitato sopra; in più, sono terminate anche le mentos.
Joy, che, ricordiamolo, è una madre, si rifiuta di andare a riprendere i figli lasciati a casa di sua madre, perché la prospettiva la terrorizza e finge di aver avuto un incidente stradale mettendosi d’accordo con un altro avventore del posto perché le dica parolacce al telefono.
E, visto che i fusti di birra sono vuoti e si sta servendo solo schiuma, la gente divenuta sobria guarda con severità alla propria vita:
il gay si lamenta di non essersi arruolato in marina, la puttana di fare una vita d’inferno pur avendo una laurea.
Ma la noia sta per finire, stanno per trasmettere in tv la replica della puntata di “Cops” che li vede tutti protagonisti.

Va bene anche Earl

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Cops!

Qui inizia il vero spettacolo, in un crescendo di volgarità assortite che fanno scompisciare:

# Una poliziotta obesa interviene in risposta a una chiamata che segnala una lite domestica. I due che litigano sono Joy e Earl. Joy accusa il marito Earl di voler trascorrere più tempo andando in giro a rubare con Randy, suo fratello, piuttosto che con lei. Proprio in quei giorni sono stati segnalati dei furti in alcuni garage della zona. L’agente fa due più due e Earl si sottrae all’arresto fuggendo in bicicletta e rivolgendo insulti alla poliziotta.

# Un secondo agente è alle prese con un folle che sta danzando nudo su un prato con un boa albino addosso che infine userà come biancheria attorcigliandoselo alla parti basse.

# Sempre la poliziotta obesa va a casa di Darnell, proprietario del Crab Shack, per una denuncia di disturbo alla quiete pubblica e entrando scopre un’intera serra di piantine di marijuana coltivate dallo stesso che si dà alla fuga attraverso la finestra portandosene dietro un paio come souvenir.

# Earl e Randy rubano delle pile in un drugstore, pile che serviranno loro per riattivare i telecomandi rubati per aprire le porte di altri garage. Nel mentre, la puttana del paese è al lavoro con un cliente nella cabina fotografica. Sorpresi dalla polizia, esce prima il cliente, poi lei che si asciuga le labbra…

# Un ubriaco al voltante viene fermato e poi lasciato andare “chiudendo un occhio” perché trattasi di una star della televisione ormai in caduta libera, ma pur sempre un eroe locale.

# La suddetta star si va a schiantare poco dopo contro un albero.

# Sempre la puttana di prima, stavolta con una mano infilata in un distributore di bibite gelate. Il motivo? Perché sta raffreddandosi la mano per soddisfare un cliente con tendenze necrofile… pur non rinunciando a addescare altri clienti dichiarando di avere ancora una mano libera.

# Earl e Randy vengono colti sul fatto mentre rapinano l’ennesimo garage. Si danno alla fuga. Earl finisce per rubare l’auto della poliziotta, andando a prendere Joy per fare pace.

# Fare pace consiste nel terrorizzare gli altri automobilisti fermandoli e spacciandosi per veri poliziotti e accoppiarsi selvaggiamente all’interno del veicolo. Quando sopraggiunge la polizia Earl e Joy si danno alla fuga completamente nudi. Earl, però, avendo ancora i pantaloni abbassati a fare da ostacolo cade e, essendo in erezione, si sbuccia il pisello. Detto proprio così, testuali parole.

Tutto questo, e altro ancora, in venti minuti.

Va bene anche Earl

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Va bene tutto. Anche Earl

E scommetto che vi è venuta voglia di vederlo, quest’episodio, e magari anche l’intero telefilm. E vi do ragione, perché è grandioso.
Siamo, tuttavia, di fronte a un miracolo della tv. I casi sono tre:

1) Gli addetti hanno finalmente capito che trattasi di satira, anche se dai contenuti forti, e hanno deciso di trasmettere tutto questo in piena fascia protetta.

2) Non l’hanno visto manco per niente. Hanno letto l’etichetta associata a “My name is Earl”, del tipo “commedia leggera” e l’hanno mandata in onda in blocco alla cieca, da sempre.

3) I salotti televisivi, nono sto neanche a dirvi quali, e i comitati della morale pubblica sono pieni d’acqua, pronti a sbranarsi e sbranare solo sui casi che fanno comodo a loro. Se si parla di piselli sbucciati in fascia protetta non frega niente a nessuno, mentre film come “Conan il Barbaro” e altri vengono ancora trasmessi con tagli e censure da secolo scorso.

Una volta in più, come se servisse a qualcosa, mi trovo a essere sopraffatto da un rigurgito di rabbia e malinconia.
Lascio giudicare a voi.
E, mi raccomando, guardatevi Earl ché ne vale la pena.


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