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Vagine indipendenti

Creato il 10 ottobre 2014 da Femina_versi @MicaelaTweets

È di questi giorni la notizia strabiliante che l'orgasmo vaginale non esiste. Ne danno l'annuncio scientifico il dottor Vincenzo Puppo e la dottoressa Giulia Puppo.

Pensavo fosse una notizia del Lercio ed invece no.

Le conclusioni dell'accurato lavoro pubblicato su Clinical Anatomy sono di per sé ovvie: secondo il dottor Puppo "L'orgasmo vaginale non esiste, quindi la durata del rapporto pene-vagina non è importante per l'orgasmo di una donna: l'eiaculazione precoce non è una disfunzione sessuale maschile. L'eiaculazione maschile non significa automaticamente la fine del sesso per le donne; si può proseguire quasi all'infinito con il toccare e il baciarsi".

Vabbè.

Ora tutto questo parlar di vagine mi riporta ad un articolo di poco tempo fa secondo il quale "gli studiosi italiani dell'università dell'Aquila e di Tor Vergata che, in una corposa rassegna (...) pubblicata su Nature Urology, non solo smentiscono definitivamente l'esistenza di un particolare punto del corpo femminile fulcro del piacere sessuale (il punto G, n.d.r.) ma individuano l'esistenza di un'area molto più estesa e complessa che permette il verificarsi dell'orgasmo. Ecco la zona Cuv".

C'è chi ha il SUV e chi il CUV, ovvero il complesso clitoro-uretro-vaginale. Mi fa piacere (non sessuale) che la notizia sia stata pubblicata su una rivista urologica: un po' come pensare al godimento unito alla pipì.

Vabbè.

Come sempre rimango basita nel leggere come equipe di scienziati siano così impegnate a illuminarci su come funzioniamo noi femmine.
Rimango stralunata nel verificare un approccio basato sul vivisezionismo erotico - scientifico dove le parti genitali femminili vengono minuziosamente indagate (sempre scientificamente) e testate.

Come sempre mi chiedo perché sempre e solo il corpo femminile. Perché non si fa la stessa minuziosa indagine sul sistema genitale - erotico - sessuale maschile che non è solo pene.

Ora di queste operazioni mi rimangono dubbi, logici piuttosto che scientifici, sul fine ultimo: qual'è?

Un tempo la scoperta dell'ipotetico punto G permise almeno, in una società fortemente patriarcale, di spostare il discorso anche (e sottolineo "anche") sul piacere femminile che per secoli era stato culturalmente negato e sottovalutato. Felici di avere orgasmi multipli e un piccolo pene, le donne si sono godute la propria femminilità (quelle che sono riuscite a farlo). I maschi non conservatori invece sono entrati in un dubbioso stato che comprendeva l'assenza di un manuale di istruzioni: prima era tutto facile (si stantuffa e bon) e poi ci si trova di fronte a vagine divoratrici, esigenti, parlanti, autonome che passano perfino tempo allo specchio.

"Ti è piaciuto? Ma quanto ti è piaciuto? Ma ti è piaciuto davvero?": come un uomo può rovinare un amplesso coi suoi dubbi amletici.

Ora, queste nuove affermazioni che concentrano tutto nuovamente sul clitoride (ops... CUV) che scopo hanno?

Legittimare l' uomo ad eiaculazione precoce che può anche farla felice facendo altro (citando il Puppo)?

Concentrare l'attività maschile in genere sulle mille coccole a lei sperando che abbia il suo orgasmo (anzi: i suoi multipli orgasmi) così può averne uno anche lui in santa pace e senza sentirsi in colpa (tenendo conto che lui ha pure il periodo refrattario e lei - forse - no)?

Difendere i diritti sessuali delle donne che oggi è tanto mainstream (diritti che ovviamente trovano ora appagamento anche senza ciò che un tempo era ambito e desiderato, ovvero il fallo)?

Non so. Mi pare che si complichi quello che dovrebbe essere un atto naturale.

Intanto:

# perché terzi vestiti di bianco mi devono dire come e dove provare piacere?

# perché il piacere, la sessualità ed il godimento devono essere relegati all'orgasmo che come un santo Graal va ricercato nella sua ubicazione standard e fissa? (E se si muovesse? E se fosse ubicato in più parti? Corpo, mente, cuore, cuv, di lei, di lui...)

# perché non conta mai la relazione? Ad ogni relazione le sue regole, ad ogni relazione la sua alchimia.

# perché il corpo (che è sensualità e sessualità) viene percepito a pezzetti? Perché non si può godere con tutto il corpo in forme e modi diversi? Che erotismo triste quello delle reazioni neuro-muscolari involontarie!

# perché non lasciare libero il maschio di esprimersi ed esplorare la propria natura erotica senza stressarlo con continui (non scientifici) dati per scontato rispetto alla sua natura?

# idem per le femmine?

# perché standardizzare qualcosa che fortunatamente non è standardizzabile? Normare qualcosa che non è normabile?

Norma e normale hanno la stessa radice semantica: ciò che viene considerato "normale" in una cultura è in realtà ciò che la stessa cultura ha normato, ovvero ha standardizzato con regole (etiche, morali, sociali e perfino religiose) per renderlo gestibile.

La scienza norma i comportamenti, perché li categorizza tra sani e malati, tra funzionali e disfuzionali. Il sesso è uno di questi. Limitare le forme di piacere sessuale mediante mappe anatomiche di "bottoncini" erotici è uno dei soliti tentativi di plasmare un'umanità priva di fantasia e facile da gestire.

Mi spiace ma non mi interessa. L'aspetto sessuale / sensuale è forse l'aspetto più creativo e vitale del genere umano (e a riprova scientifica basti vedere di quale portata sia il mercato economico del sesso) e sarebbe forse compito degli sessuologi facilitare un corretto vissuto del corpo, delle sue potenzialità comunicative e di piacere che vanno molto al di là del puro e semplice orgasmo.

Compito degli sessuologi sarebbe aiutarci a godere della nostra natura umana e carnale senza morbosità e perversioni che nascono invece laddove il sesso viene castrato, distorto, strumentalizzato e fisicizzato fino all'estremo.

Compito degli sessuologi sarebbe quello di monitorare lo scorretto utilizzo para - erotico dei corpi umani da parte dei media, delle istituzioni educative ed infine della cultura in genere o, viceversa, di schierarsi contro le castrazioni di origine morale o religiosa.

Compito degli sessuologi sarebbe quello di rendere piacevole il piacere e di smantellare luoghi comuni e non quello di costruirne altri, facilitando magari il superamento degli stereotipi dei ruoli di genere anche nel sesso.

Così come non può più avere fondamento l'idea che l'unica famiglia possibile sia quella tradizionale quando oggi nel nostro paese, oltre a queste, vi sono famiglie omosessuali e famiglie "allargate" nate da unioni dopo divorzi, così non può più avere fondamento l'idea che la sessualità si riduca ad orgasmo e che l'orgasmo si riduca ad uno o più bottoncini da schiacciare (lui a lei, comunque...)

Mi pare che si finisca per dire che la minestrina col formaggino a cena fa bene scientificamente alla salute, per cui se non ci basta o non ci piace c'è qualcosa che non va.

A me però piacciono le mele, le ostriche, le spezie ed anche il tradizionale salame.

Vagine indipendenti

Karma Sutra Temples of Khajuraho, India

© Micaela Balìce


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