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Valeria Vaccari: SUZANNE SANTORO, Alveare Milano – mostra a cura di Leonilde Carabba

Creato il 15 ottobre 2013 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
SUZANNE SANTORO L'immagine imprevista, Alveare Milano

SUZANNE SANTORO L’immagine imprevista, Alveare Milano

SUZANNE SANTORO L’immagine imprevista, Alveare Milano (MAPPA) – mostra a cura di Leonilde Carabba, inaugurazione domenica 27 ottobre 2013 ore 18,30. L’expo di Suzanne Santoro proseguirà fino al 17 novembreTesto di Valeria Vaccari - Quando Carla Lonzi nel 1969 manifestò per prima il suo dissenso verso una critica d’arte formalista e gerarchica, basata sullo scambio tra l’autorità costituita e l’artista come soggetto passivo, pose le basi per una critica d’arte femminista che rifiutava un modello patriarcale. Interessarsi agli artisti, alla loro storia, interagire con loro a livello personale lasciandosi coinvolgere dalla loro esperienza e dialogando in maniera dialettica, portare la propria testimonianza all’interno di una dimensione collettiva e non lineare alternando più voci nel dialogo, inserendo immagini e frammenti di vita è a mio avviso la base della critica d’arte femminile di oggi. >

Nella mia esperienza personale non ho mai mancato di interessarmi alla vita delle artiste con le quali ho lavorato, rigettando il ruolo del critico come una posizione di potere o di autorità. Ho cercatori ribaltare i ruoli tra artista e critico, soggetto e oggetto dell’arte.

Dagli anni 70, le artiste hanno fatto dell’arte uno strumento per cambiare il mondo: sia uscendo che tornando alla pittura, sia indagando la performance, l’installazione o la fotografia in relazione ai profondi legami che questi strumenti intessevano con l’impegno femminista e una diversa e inedita visione del mondo.
Le critiche d’arte di oggi lo sanno. Un sistema culturale che impone delle regole dal suo interno, va scardinato. Di questo sono infinitamente grata alla Cooperativa Beato Angelico e alle sue socie fondatrici, Carla Accardi, Nilde Carabba, Franca Chiabra, Regina Della Noce, Nedda Guidi, Eva Menzio, Teresa Montemaggiori, Stephanie Oursler, Silvia Truppi, Annamaria Colucci / Samagra, Suzanne Santoro.

Nata a Roma l’8 aprile del 1976, la Cooperativa Beato Angelico prende vita nel clima femminista, dagli incontri di autocoscienza tra artiste, storiche dell’arte e poetesse provenienti da varie parti dell’Italia e del mondo.

 

mostre Milano - SUZANNE SANTORO L'immagine imprevista, Alveare Milano

mostre Milano – SUZANNE SANTORO L’immagine imprevista, Alveare Milano

La ricerca che Suzanne Santoro espone presso L’Alveare è una serie di disegni a grafite e a penna realizzati negli ultimi anni, che partono dalla rappresentazione della Yoni, la vulva sacra centro della sessualità e primo segno e simbolo della Dea. Questo segno era in evidenza già nelle sculture neolitiche e paleolitiche: il triangolo sacro origine della vita. La venerazione della Yoni é ancora presente nell’induismo, nel taoismo e in alcune correnti del buddismo. Altro simbolo misterioso indagato dall’artista è il Triskell, simbolo celtico di unione tra la dea dalle gambe divaricate alla quale si unisce il dio priapico. In questo vortice di umori si realizza l’unione tra il maschile e il femminile.
Quando il cristianesimo si appropria di questi simboli attribuisce loro altri significati e piano piano svanisce la rappresentazione della vulva nell’iconografia. La potenza femminile viene silenziata, anche se la tradizione pagana rimane sottostante.
Parlare con Suzanne Santoro è come riaprire il vaso di Pandora: tutte le domande che mi sono fatta per anni sulla sessualità tornano immediatamente attuali. Cosa so del godimento femminile? Perché il mio comportamento intimo è condizionato da un modello maschile? Perché persiste una censura sui temi femminili, sulla ribellione delle donne e la sua capacità rigeneratrice?
Nell’antica Grecia la Pizia era una profetessa, la sacerdotessa che pronunciava gli oracoli . Essa agiva in uno stato di trance, di estasi mistica. Delfi era un luogo strategico e sacro per tutta la Grecia.
In Bulgaria, nei pressi del villaggio di Sveštari è stata ritrovata una tomba del III secolo a.C., dove dieci figure femminili sono scolpite ad altorilievo, con le mani protese verso l’alto e dalle cui vesti alzate come una corolla è possibile distinguere una vulva. Queste figure femminili vengono riprese nei disegni di Suzanne Santoro.
Con la scomparsa del culto della Dea in epoca paleocristiana e il consolidamento del dominio dell’uomo, (androcrazia), scomparse anche la facoltà di usare del piacere erotico come mezzo per conoscersi e una più profonda conoscenza spirituale nella relazione tra due persone di sesso opposto. E questa perdita, mi fa notare Suzanne, perdura fino ad oggi.

Nel suo lavoro artistico, Suzanne Santoro cerca i segni di questa mancanza celata dietro i veli della cristianità, una “controcultura” rivoluzionaria che permane nonostante i continui tentativi di censura. Nell’iconografia medioevale si possono vedere i simboli pagani, attraverso il delfino ritorna l’oracolo di Delfi, la Dea Madre.

Secondo l’antropologa inglese Mary Douglas, il corpo possiede un’amplissima gamma di potenzialità simboliche ed erotiche che vengono però limitate dai controlli del sistema sociale. Il sistema sociale decide ciò che è “puro” o “impuro”, ciò che è lecito fare o rappresentare e ciò che non lo è. Le culture adottano certi tabù per strutturare l’ordine morale della società.
Il corpo viene censurato e con esso la sua espressione sessuale, la vulva sacra diventa “impura”, pericolosa, rischiosa.
Viviamo nella società del rischio mentre dovemmo vivere nella società della gioia, della liberazione, demonizziamo l’origine della vita, la Dea Madre, mentre dovremmo esaltare il godimento e la conoscenza profonda del sé.
Una società distorta, bulimica, l’esatto opposto di quello che il movimento femminista aveva auspicato. Una società dominata dal culto della morte anziché da quello della vita, dove solo le donne hanno capito che vita e morte sono cucite insieme, che non vi è nulla di orrifico e le donne sono inascoltate sibille di un mondo in declino.

Valeria Vaccari
ottobre 2013

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Testo di LeoNilde Carabba per la mostra di Suzanne Santoro

Leonilde Carabba

Leonilde Carabba

Dopo la mostra di Anna Maria Di Ciommo, centrata sul “Gesto che cura” presento, con grande gioia, la mostra di Suzanne Santoro sul “Femminile rimosso”.

Suzanne ed io ci siamo conosciute nel 1975/76 durante le riunioni che si tenevano, circa una volta al mese, a Roma nella casa/studio di Carla Accardi in Via del Babbuino. Io arrivavo da Milano con Silvia Truppi, a cui spero di dedicare presto una mostra. Lo scopo era di fare autocoscienza partendo dal gesto creativo, è stata allora essenziale per me la presenza stimolante di Anne Marie Sauzeau Boetti (che poi non aderì alla Cooperativa). Dopo, quando si è creata la Cooperativa, io mi sono presto distaccata perché la sua forma non corrispondeva più alla mia ricerca interiore sia come Artista che come Donna del Movimento.

Presento Suzanne Santoro, che ho rincontrato anni fa a Roma, perché

stimo la continuità ed il rigore della sua ricerca. Voglio anche segnalare la tesi di Laurea di Katia Almerini: Arte e Femminismo in Italia negli anni Settanta. Il caso della Cooperativa Beato Angelico”.

Siamo nella Storia. Mi auguro grande partecipazione,

LeoNilde Carabba

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Mostre Expo Eventi Milano 2013:

Suzanne Santoro L’immagine imprevista

Alveare Milano

Alveare Milano, Via della Ferrera, 8 - 20142 Milano (Zona Navigli) - Tel. 02 87 06 76 99 dopo le ore 18.00 - E-mail: [email protected] web http://www.alvearemilano.org/page.php?29

Inaugurazione: Domenica 27 ottobre ore 18: 30. Apertura della mostra fino al 17 novembre.

Orari della mostra: da martedì a domenica dalle 18:00 alle 12:00

Ingresso riservato alle sole donne - Tessera Aics obbligatoria euro 10.00

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia l’ufficio stampa della mostra L’immagine imprevista di SUZANNE SANTORO ad Alveare Milano a cura di Leonilde Carabba e Valeria Vaccari per il testo e le immagini delle opere.

Milano Arte Expo

 


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