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Variazioni e Varianti. La Berceuse in Chopin e Van Gogh

Creato il 13 gennaio 2015 da Dragoval
Variazioni e Varianti. La  Berceuse    in Chopin e Van GoghVariazioni e Varianti. La  Berceuse    in Chopin e Van Gogh

L'accostamento tra Chopin e Van Gogh, lo so, oltre a non avere nulla di letterario appare dei più improbabili; l'aspetto interessante, tuttavia, è che esso è autorizzato non solo dall'aver composto opere con lo stesso titolo (come indicato nel titolo di questo post), ma anche dal fatto che queste opere nascono entrambe con il carattere di variazioni sul tema.

Non si conosce con esattezza la data di composizione della Berceuse in Re maggiore op.57 ; probabilmente, l'estate del 1843. Il fatto che le bozze con la prima versione dell'opera fossero in possesso di Pauline Viardot (pianista e mezzosoprano, straordinaria protagonista della scena musicale parigina, amica intima di George Sand e Chopin e amante di Ivan Turgenev) ha lasciato supporre ad una parte della critica che l'opera sia stata ispirata dalla deliziosa figlioletta di Pauline, Louisette, che avrebbe suscitato in Chopin ricordi della sua infanzia in Polonia, e dell'atmosfera della sua casa. La melodia della Berceuse ricorderebbe, peraltro, quella della canzone di Laura e Filone nella Fantasia su Arie polacche op.13

Tuttavia, il titolo dell'opera era in origine Varianti, e riprendeva l'id

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ea di un'opera a cui Chopin aveva iniziato a lavorare nel 1829 - variazioni su un tema di Paganini, che si succedono senza soluzione di continuità. Anche nella Berceuse le variazioni si succedono continue, senza interruzione, e la lunghezza di ciascuna di queste è di quattro battute.Sul carattere di queste variazioni appare illuminante l'analisi del musicologo polacco Jan Zdzisław Jachimecki: All'inizio la melodia della Berceuse si mostra nella sua interezza;[...] successivamente, sembra quasi polverizzarsi in un pulviscolo di luce, trasformata in sostanza volatile di passaggi immateriali,di trilli e fioriture.

La differenza tra Variazioni e Varianti c'è ed è sottile. Nel primo caso siamo dinanzi a elaborazioni conchiuse -
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più o meno complesse - di un dato tema, nel secondo abbiamo a che fare con un motivo che si evolve fluidamente, con continuità, quasi cancellando la cesura tra una elaborazione e l'altra. E la Berceuse chopiniana è uno degli esempi più alti di Varianti.
Costruita su un delicatissimo basso ostinato, ha un'agogica quasi da Habanera e un afflato da Notturno. La figura assegnata alla mano sinistra si ripete costante dall'inizio alla fine, mentre la mano destra ha il compito di esporre e arricchire il motivo con varianti melodiche. Il pedale, quel reiterato basso d'accompagnamento, ha un ruolo primario nel conferire uniformità alla composizione. Tale concezione è vicina a un approccio jazzistico, e solo un pianista come Fryderyk Chopin poteva realizzare un momento musicale così magico, sfidando la tradizione. [....]Piuttosto avviene una metamorfosi ove proprio il tema si fa ornamento: in soli quattro minuti di musica Chopin realizza ben quattordici varianti.

Ma perché, dunque, Varianti e non variazioni? La differenza è puntualizzata dal musicista e musicologo Federico Capitoni:

Il basso ostinato dell' ossessiva ripetizione di un soggetto è un tema che ricorre di frequente nell'opera pittorica di Van Gogh. Di molti dei suoi quadri più noti (come I mangiatori di patate o I girasoli) esistono infatti numerose versioni in cui il soggetto del quadro appare ripreso con variazioni cromatiche più o meno vistose. Tra questi rientrano anche i ritratti dei membri della famiglia Roulin.

Ho fatto il ritratto di tutta la famiglia[...] Spero così di andare avanti e di avere da parte loro delle pose migliori, pagate con i ritratti. E se riuscirò a far sì che l'intera famiglia impari a stare in posa, avrò almeno fatto qualcosa di mio gusto, qualcosa di nuovo, di personale.

Durante il suo soggiorno ad Arles nella famosa casa gialla, Van Gogh vive un periodo di fervida creatività, ma anche di miseria e solitudine; interrompe questa desolazione l'amicizia con il postino Joseph Roulin e con la sua famiglia, che costituiscono la migliore approssimazione di quel calore familiare da Vincent invano cercato per tutta la vita. Per sdebitarsi, e soprattutto anche per realizzare il progetto di un ampio polittico familiare, descritto a Thèo nella lettera del 4 Dicembre 1888,Vincent esegue il ritratto di tutti i componenti della famiglia , e ciascuno in più versioni (solo i ritratti di Joseph Roulin ammontano a venti):

Al momento ho in mente,o meglio sul cavalletto,un ritratto di donna.Io lo chiamo "La Berceuse" come diciamo noi in olandese(secondo Van Eaden,sai,quello che scr
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isse quel libro che ti diedi da leggere) o nell'olandese di Van Eaden,molto semplicemente"la nostra ninna nanna o la donna che dondola la culla".E' una donna vestita di verde(il busto verde oliva,la gonna verde malachite pallido).I capelli sono proprio arancione,a treccia.L'incarnato è giallo cromo,con dei tocchi di toni naturali spezzati per dare il modellato.Le mani che tengono la corda della culla,lo stesso.In basso lo sfondo è vermiglio(rappresenta semplicemente un pavimento di piastrelle oppure un pavimento in pietra).Il muro è tappezzato su carta,naturalmente calcolata conformemente agli altri colori.La carta da parati è azzurro -verdastra con delle dalie rosa macchiate di arancione e di oltremare.[...]Che io abbia davvero cantato una ninna-nanna coi colori è cosa che lascio decidere ai critici,soprattutto ai summenzionati......"

La giunonica e timida moglie del postino, Madame Augustine Roulin, che sulla sua sedia a dondolo muove la culla con la piccola Marcelle, l'ultima arrivata di casa, sarà il soggetto della serie di ritratti noti appunto con il titolo di La Berceuse . Così descrive il suo quadro in una lettera ad Arnold H.Koning ( pittore olandese):

Il valore consolatorio del soggetto per Vincent, lontano da casa, alla vigilia dell'erompere della follia (l'aggressione a Gauguin e la mutilazione dell' orecchio avvengono nel dicembre 1888, proprio mentre Vincent sta lavorando ad una delle versioni del quadro), è espresso chiaramente in questa lettera a Thèo (22 gennaio 1989):

Quando sei venuto a trovarmi devi aver notato nella stanza di Gauguin due quadri da 30 con i girasoli:sto dando gli ultimi tocchi a delle copie assolutamente equivalenti e uguali.Credo di avertelo già detto che ho anche un quadro di Berceuse, proprio quello al quale stavo lavorando quando è sopraggiunto il mio male. Anche di questo ho due schizzi. A proposito di Gauguin e di quel quadro,avevamo parlato lui ed io a proposito dei pescatori d'Islanda e del loro

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malinconico isolamento,esposti a tutti i pericoli,soli sul mare desolato,e avevo detto perciò a Gauguin che in seguito a quelle conversazioni avute mi era venuta l'idea di dipingere un quadro del genere,così che i marinai,a tempo stesso fanciulli e martiri,vedendolo nella cabina di un battello di qualche pescatore d'Islanda, potessero provare la sensazione di essere cullati e ricordassero il canto della loro mamma. E ora questo rassomiglia,diciamo,a una cromolitografia da bazar.Una donna vestita di verde con capelli arancioni si stacca su uno sfondo verde con fiori rosa. E gli acuti diversi del rosa crudo,dell'arancione crudo e del verde crudo vengono attutiti dai bemolli dei rossi e dei verdi. Mi immagino questi quadri proprio di fronte a quelli dei girasoli,che costituiscono con essi dei lampadari o candelabri di pari grandezza,e il tutto così costituito si compone di 7 o 9 tele.(Se potessi riavere il modello mi piacerebbe farne una copia per l'Olanda)".[Van Gogh, infatti, intendeva inviarne copia sia alla madre sia alla sorella Wil]

Dalla lettera emerge chiaramente che le diverse versioni della Berceuse avrebbero dovuto costituire un polittico assieme ai Girasoli, e che il soggetto e l'esecuzione del quadro risentono profondamente dell'influsso di Gauguin, della sua presenza di sodale nella casa gialla- e più ancora del suo abbandono.

Colpisce peraltro, a maggior ragione in questo contesto, la meravigliosa metafora musicale in essa contenuta, con l'allusione ai bemolli tanto cari a Chopin, la cui Berceuse vi lascio finalmente ascoltare nell'interpretazione di Arturo Benedetti Michelangeli, ora che tutte piene son le carte, a premio della vostra immeritata pazienza.

FONTI E RISORSE

* Il sito del Fryderick Chopin Institute, fondamentale per la vita, le opere, l'analisi delle composizioni e le testimonianze. Il testo delle lettere è esclusivamente in polacco; in compenso, nella sezione Compositions vi sarà sufficiente indicare il titolo dell'opera che desiderate ascoltare perché il vostro desiderio sia istantaneamente esaudito;

* *Le lettere a Koning e Thèo qui riportate sono tratte dall'ottimo blog vangoghiamo , interamente dedicato all'opera di Van Gogh, ai problemi di critica e agli eventi ad essa legati; a tale riguardo segnalo anche qui il post sulle diverse versioni de La Berceuse e sulla sesta versione espunta dal catalogo La Faille


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