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Venere clandestina

Creato il 16 novembre 2010 da Antonio_montanari

La storia di una Venere immigrata dal 1988 negli Usa ed in procinto di ritornare in Sicilia ad Aidone (un tempo Morgantina), dove però non ha casa, è stata raccontata da Laura Anello sulla Stampa.
Abbiamo dossier segreti in merito. Venere è una statua scolpita nella Magna Grecia (V sec. a. C.), rubata dai tombaroli, comprata nel 1988 per 10 milioni di dollari dal Paul Getty Museum di Malibu (Usa), ed ora restituitaci per intervento dell'allora ministro Francesco Rutelli (2007).
Le nostre informazioni parlano chiaro. Un competente ufficio italiano ha diramato l'ordine di servizio di interpellare Venere di Malibu, aggiungendo che si trattava di una miss di origine africana che avrebbe potuto essere valorizzata in trasmissioni televisive. All'ordine si è risposto con un verbale di accertamento sul posto, precisando che raggiunta Malibu nel Nord-Est dell'Africa, della predetta Venere si erano perse le tracce a causa di inchiesta giornalistica del quotidiano La Repubblica che aveva cominciato a spargere i consueti veleni.
Un terzo documento parla dell'intenzione di allestire un servizio fotografico della predetta Venere da sottoporre a personaggi che già in passato hanno visionato volti nuovi per feste principesche di un uomo politico non meglio precisato negli atti, per non favorire la diffusione di indiscrezioni nocive alla pubblica opinione e decenza.
C'è poi un verbale redatto da un non identificato servizio segreto, in cui si legge che la predetta Venere di Malibu, espressamente contattata nel suo luogo di origine (che si precisa trovarsi nella parte Ovest del continente africano e non in quella Est), rifiutava di rispondere. Per cui al responsabile dello stesso servizio restava il dovere di ipotizzare nuove linee di ricerca nelle indagini. Per le quali si attendeva ulteriore conferma in via gerarchica.
Dato che tutte le strade portano a Roma, anche la via gerarchica si trovò sulla stessa rotta, accorgendosi suo malgrado che la Venere di Malibu non era, come quella ballerina (di cui alle recenti cronache milanesi), nipote d'Egitto d'un capo di Stato, ma oggetto marmoreo in sosta negli States, in attesa di decreto di espatrio. Per il quale si richiedeva l'intervento della Commissione antimafia e di quella di Controllo sui servizi sanitari, ricercando una igienista dentale come avvenuto per la ballerina di Milano, che potesse far tornare il sorriso pure alla mesta Venere di Malibu, o di Morgantina, tuttora clandestina. [1016]

Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA


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