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Venere in pelliccia di R. Polanski. Recensione

Creato il 08 dicembre 2013 da Ognimaledettopost
Venere in pelliccia di R. Polanski. Recensione
Venere in pelliccia  di Roman Polanski  con Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric  Drammatico, 96 min., Francia, Polonia, 2013 

L’esperienza si vede quando si fa tanto con poco. Come quando con poche pennellate Picasso dava vita alle sue opere. Come quando con pochi dialoghi e scarne descrizioni Carver scriveva uno dei suoi racconti. Come quando Robert Bresson con qualche sguardo ed esili trame partoriva i suoi capolavori. Rispetto a questi artisti, Polanski procede per altre forme di semplificazione e quello che ne esce rimane comunque Cinema, del più bello e coinvolgente. Egli opera per sottrazione: in Carnage erano quattro personaggi in un appartamento; in Venere in pelliccia sono due persone in un teatro. Troppo poco? No, il giusto.  Anche in quest’ultima opera la base di partenza è una riuscitissima pièce teatrale, non così originale e dirompente come quella del film precedente ma sicuramente raffinata e culturalmente pregna. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non siamo di fronte né ad un film minimalista né ad una semplice trasposizione dell’opera più conosciuta di Sacher-Masoch, bensì a un’intelligente rielaborazione di quest’ultima che mette al centro della riflessione il rapporto tra uomo e donna, nel presente e nel passato. Ottime le interpretazioni di Amalric e Seigner, anche se la seconda non risulta sempre nella parte a causa della sua fisicità sì da Venere ma un po’ attempata e artefatta.  Versione italiana “rovinata” dal doppiaggio.  Voto: 8 1/2 su 10  (Film visionato il 31 novembre 2013)


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