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Venezia 68: vince Sokurov, onore al merito

Creato il 18 settembre 2011 da Kelvin

VENEZIA 68: VINCE SOKUROV, ONORE AL MERITO

VENEZIA 68: VINCE SOKUROV, ONORE AL MERITO

Alexander Sokurov


Onore al merito. La più bella Mostra degli ultimi anni ha fortunatamente un degno vincitore, capace una volta tanto di mettere tutti d'accordo: sulla vittoria di Alexander Sokurov, infatti, non possono esserci dubbi. Il suo Faust è un film monumentale, che sfiora la perfezione, incredibilmente accurato dal punto di vista dei particolari, capace di ipnotizzare lo spettatore con tecniche filmiche e invenzioni visive assolutamente fuori del comune. Certo Sokurov non è un regista 'facile' e certi aspetti dei suoi film rischiano di sfuggire all' 'umana comprensione' (specie in questo caso, in quanto è il film è filologicamente ispirato all'opera di Goethe, e se non la si conosce a fondo è difficile seguirlo... per questo non l'ho recensito). Tanto di cappello comunque al cineasta russo, finalmente premiato dopo una lunghissima carriera.

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Johnnie To

Molti comunque i titoli meritevoli in questo 68. concorso, a cominciare dal mio personalissimo Leone d'Oro, vale a dire Life without principle dell'hongkonghese Johnnie To, uno spietato e avvincente thriller sull'ingordigia umana, i cui protagonisti sono... una valigia piena di soldi e la situazione economica mondiale (vedere per credere!). Niente da dire anche su Carnage (un manuale di recitazione con quattro grandissimi attori, tutti meritevoli di premio. Ma forse è giusto che la Mostra premi nomi nuovi e non pluripremiati, come vedremo in seguito), e pure su Killer Joe (poliziesco strampalato dell'arzillo 76enne William Friedkin) e Dark Horse del sempre interessante Todd Solondz, il Kaurismaki americano.  Buono ma non eccezionale a mio avviso A dangerous method di Cronenberg: molto 'leccato' e convenzionale, insolitamente direi per questo regista. Standing ovation invece per George Clooney e le sue Idi di Marzo,  direi il miglior compromesso tra cinema di qualità e cinema commerciale, e la migliore risposta a chi dice che le due categorie sono 'inconciliabili'.

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Michael Fassbender

E non male nemmeno Shame, annunciato film-scandalo, estremo, sgradevole, certamente imperfetto ma di certo non banale, con un bravissimo Michael Fassbender a cui è andata meritatamente la Coppa Volpi per il miglior attore.  Poche parole invece sui due film cinesi premiati, A simple life e People mountain, people sea: non avendoli visti posso dire poco, se non che la Cina sia da sempre un  vecchio pallino di Muller, capace ogni anno di scovare pellicole interessanti e originali nell'immenso paese del dragone.  Insomma, a conti fatti l'unica vera 'ciofeca' del Concorso è stata la 'fine del mondo' in chiave new-age firmata da Abel Ferrara: 4:44 last day on earth è una pellicola al limite del ridicolo, un pasticciaccio autoriale di pessimo gusto, passato giustamente inosservato da giuria, critica e pubblico.

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Ermanno Olmi

Le dolenti note arrivano, come al solito, dalla pattuglia italiana: escluso il 'toscanaccio' Gipi, che ha portato al Lido un film stralunato e surreale (L'ultimo terrestre), grottesco ma profondo e genuino pur se imperfetto, il bilancio della selezione nostrana è poco confortante. Non deve ingannare infatti il Premio della Giuria assegnato a Terraferma di Emanuele Crialese, riconoscimento 'politico' e oggettivamente esagerato, voluto per 'ragion di Stato (a Venezia va così...). Crialese fa sempre lo stesso film, e pur essendo ovviamente contenti per lui non sarà certo una statuetta a convincerci del contrario...Decisamente deludente anche Quando la notte di Francesca Comencini, film che fa quasi rabbia perchè non mantiene le attese! Ad una prima parte, infatti, davvero interessante e avvincente fa da contraltare un epilogo ingardabile, con una love-story tra Timi e la Pandolfi così posticcia da risultare imbarazzante, studiata evidentemente solo per fini commerciali. E certo non aiuta il nostro cinema constatare che, seppur fuori concorso, il miglior film italiano è stato realizzato dall' ottantenne Ermanno Olmi (folgorante il suo ritorno al Lido con Il villaggio di cartone).

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Marco Muller

Alla fine però va detto che il vero vincitore della rassegna è stato indiscutibilmente... proprio Marco Muller! Che ancora una volta ha messo in piedi una Mostra interessante e variegata, di ottimo livello qualitativo, senza dubbio una delle migliori alle quali abbia mai assistito. Una 'leggenda metropolitana' sostiene che il cartellone di Venezia e quello di Cannes siano legati da un filo indissolubile, ossia che se  a Cannes c'è, come suol dirsi, 'un bel cast', la Mostra sia povera e viceversa. E invece quest'anno, malgrado la presenza sulla Croisette di gente come Malick, Almodovar, Von Trier, Kaurismaki, i Dardenne, nonchè i nostri Moretti e Sorrentino... e malgrado la concorrenza dura di rassegne vicine temporalmente come Toronto e Locarno (per non parlare della Festa di Roma), al Lido si sono visti film belli e destinati a lasciare il segno. Quest'anno il mandato di Muller è in scadenza, e tutti noi incrociamo le dita...
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