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Vergogna

Creato il 14 ottobre 2013 da Speradisole

VERGOGNA

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In questi giorni di tragedie in mare, di morti che affollano il nostro mare, di vivi che si disperano per i loro morti, di persone con anima, cuore e sentimenti che scappano da zone di guerra o da situazioni insopportabili, per poi trovare la morte a pochi passi dalla salvezza, la parola che si è sentita ripetere un po’ da tutti è “vergogna”.

Dal Papa a Barroso, da Letta ai politici più o meno importanti, dai giornali italiani ed esteri, dagli abitanti di Lampedusa, alle persone semplici che comunque vivono queste tragedie, nel mutismo e nello stupore del dolore di chi sta peggio.

Vergogna quindi, sì vergogna.

Tralascio quello che dicono Grillo e la Lega, dal momento che si accaniscono sulle vittime e su chi le soccorre. Sono parenti stretti tra loro, in questa ideologia populistica che dovrebbe “rassicurarci” e che invece alimenta solo odio, rancore e cattiveria.

Tuttavia è anche il tempo di ricordare come solo due anni fa, di fronte a tragedie simili, allora si trattava di libici, tunisini che scappavano dalla guerra, pochi gridavano “vergogna” contro i morti e contro le disumane sistemazioni in cui si trovavano quei profughi, anzi, fecero in modo che il paese intero  “scoppiasse” di rabbia e  si rivoltasse contro quella massa  di poveracci che scappavano dal dolore e dalla morte. L’allora ministro degli interni Maroni ritardò a bella posta, per propaganda elettorale, l’invio di navi per spostare quella povera gente da Lampedusa in altri posti e armò le navi italiane perché “respingessero” le barcarole che si avvicinavano a Lampedusa, con le armi e la licenza di ucidere.  Si inventò il detto e il fatto “tolleranza zero”, come se così  facendo si risolvessero tutti i problemi dell’immigrazione e si fermassero i barconi dei profughi in cerca di libertà.

Non è stata una soluzione e lo si è visto in questi giorni di tragedia più conclamata. La legge Bossi-Fini del 2002, peggiorata da Maroni nel 2009, non ha mai fermato il flusso dei migranti, li ha solo respinti, per un certo periodo finché è vissuto Gheddafi, perché fossero poi uccisi nei deserti della Libia. E questo non è un punto di merito a favore di un  paese “civile” come il nostro.

Vergogna dunque, ma a chi è rivolta questa parola?

A tutti indistintamente.

E la pronunciano tutti quelli non distinguono tra coloro che quella legge l’avevano approvata e chi invece l’aveva a contrastata. Persone che soffrono di amnesia totale.

Nessuno, in questi giorni, ha ricordato un’altra visita a Lampedusa, compiuta poco più di due anni fa, dall’allora papi che aveva varato e applicato quella “tolleranza zero”, per altro controfirmata anche dal Presidente della Repubblica.

Nessuno ha ricordato come, tra gli applausi della folla, l’allora papi aveva comprato una villa per, a suo dire, stare vicino ai lampedusani,  nessuno ricorda che l’allora papi aveva promesso di trasformare quell’isola in “zona franca”, un particolare paradiso con grandi campi da golf, casinò, di case da riverniciare.  Nessuno, allora, su quell’isola e anche fuori gridò “vergogna”.

Anzi i duri attacchi alla sinistra che, secondo loro, sottovalutava il problema, evidenziavano che “loro” quelli della destra al comando, erano davvero in grado di risolvere il problema universale dell’immigrazione con la “tolleranza zero”. Per questo l’ipocrisia di certi personaggi, ancora presenti sulla scena politica e che ora gridano “vergogna”, fa ancora più schifo.

L’immigrazione è un fenomeno universale, va governata in modo umano e umanitario da tutti i paesi che si affacciano su questo mare “nostrum” e quindi anche da coloro che sono al di là e al di sopra di noi, geograficamente parlando. Per questo continuare con “la tolleranza zero” è solo un alibi per chi non è in grado di “governare” seriamente il fenomeno.

Cambiare la legge Bossi-Fini-Maroni è essenziale. Non si fermerà il flusso dei migranti, ma almeno non si impedirà a coloro che sono nelle vicinanze di questi barconi, di salvare vite umane. Il nostro paese non dovrà più urlare “vergogna” ma potrà dire, “abbiamo fatto il possibile per salvare le persone” in cerca d’aiuto e di asilo. Siamo “umani” come diceva l’indimenticato Vittorio Arrigoni.



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