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Verso il riprocessamento totale del combustibile nucleare esaurito

Creato il 04 gennaio 2011 da Pdigirolamo

Mi piace molto una frase pronunciata da uno dei due giocatori durante lo spot del Forum Nucleare Italiano, quella che recita: “Le centrali nucleari producono residui però la quantità non è così grande, meno di una pedina all’anno a testa”. La verità sui rifiuti nucleari, infatti, ben pochi la conoscono e questo dipende dal fatto che la maggior parte della gente non sa affatto cosa siano e come vengano messi in sicurezza i rifiuti del ciclo elettronucleare. Le “scorie nucleari” sono rifiuti solidi contenenti sostanze radioattive, condizionati, cioè resi inerti e sicuri per poterli maneggiare senza rischi per gli addetti e per la popolazione in tutte le fasi del processo: dalla produzione, al condizionamento, al trasporto, all’immagazzinamento temporaneo, fino allo smaltimento definitivo. I contenitori in cui sono racchiusi tali rifiuti sono realizzati in modo da assolvere la loro funzione di schermatura ed isolamento del contenuto sia in condizioni normali che in caso di incidenti di una certa gravità. Circa il 90% dei rifiuti è costituito da materiale a “bassa attività”, il cui decadimento sotto i livelli della radiazione naturale impiegherebbe circa 20-30 anni mentre il volume di quelli ad “alta attività” (il cui decadimento si assesta intorno al migliaio d’anni) occupa davvero delle dimensioni molto piccole. Le scorie ad alta attività prodotte da una centrale in un anno corrisponde appunto a poco meno di una pedina. Questo per dire che, le scorie nucleari, a differenza invece delle tonnellate di gas serra rilasciati dalle centrali fossili, sono perfettamente controllabili e gestibili.

Dalla Cina su questo fronte è inoltre arrivata una buona notizia. Gli scienziati cinesi avrebbero inventato una nuova tecnologia per lo sfruttamento del combustibile nucleare esaurito. La Cina ha riserve accertate di Uranio che dovrebbero durare dai 50 a 70 anni ma con questa scoperta la copertura si allungherebbe di 3.000 anni. Per il momento però la grande superpotenza orientale non ci ha fornito ulteriori dettagli. Il riprocessamento del combustibile, infatti, è un sistema già conosciuto e praticato dall’industria nucleare occidentale: solo il 3-4% del combustibile usato una volta non si può più riutilizzare, il restante 96% viene riciclato. Con le centrali di terza generazione avanzata questo processo sarà ancora più semplificato in quanto sarà possibile attuarlo direttamente nelle centrali stesse recuperando la maggior parte dell’uranio e derivati utilizzati. Che la scoperta scientifica cinese sia legata alla costruzione di sei reattori AP1000, con tecnologia Toshiba-Westinghouse di terza generazione avanzata? E’ molto probabile visto che la ricerca scientifica nucleare sta andando in questa direzione. E una volta capito il modo per riprocessare completamente il materiale utilizzato, i depositi di scorie attuali diventerebbero delle miniere di materiale utile pronto per essere riutilizzato.



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