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Verso la nuova era dell’astronomia di precisione

Creato il 07 ottobre 2015 da Media Inaf
Rendering dello strumento MICADO che verrà installato al telescopio E-ELT. Crediti: ESO/MICADO consortium

Rendering dello strumento MICADO che verrà installato al telescopio E-ELT. Crediti: ESO/MICADO consortium

Nuovo passo in avanti per la realizzazione di MICADO, uno degli strumenti di prima luce per E-ELT, (European Extremely Large Telescope), il gigantesco telescopio europeo che avrà uno specchio principale di 39 metri di diametro. È stato infatti firmato l’accordo (Memorandum of Understanding) tra i partner di un consorzio formato da Germania, Francia, Olanda, Austria ed Italia per la sua costruzione. In precedenza, il consorzio e l’ESO (European Southern Observatory, che realizza il telescopio) avevano firmato l’accordo di collaborazione per MICADO.

MICADO (Multi-adaptive optics Imaging CAmera for Deep Observations) è un sofisticato strumento progettato per ottenere immagini estremamente nitide e dettagliate nel vicino infrarosso, sfruttando appieno le potenzialità del grande telescopio europeo European Extremely Large Telescope (E-ELT), che diventerà il più grande telescopio al mondo. Grazie alle sofisticate ottiche adattive MICADO potrà compiere osservazioni con una risoluzione molto vicina al limite teorico di risoluzione del telescopio E-ELT. Così, oggetti celesti che oggi ci appaiono immutabili, quando verranno studiati con MICADO mostreranno un comportamento dinamico, aprendo aprendo di fatto l’era dell’astronomia di precisione.

La grande sensibilità dello strumento permetterà, ad esempio, di osservare e studiare stelle molto deboli e lontanissime galassie. Con la sua strabiliante risoluzione spaziale, appena un centesimo di secondo d’arco, si potranno rivelare i dettagli delle strutture di nebulose e di galassie molto lontane e anche di studiare le proprietà delle singole stelle nelle galassie vicine per capire come si siano formate. Si potranno anche seguire e misurare i movimenti delle stelle in ammassi stellari densi e da questi rivelare la presenza dei buchi neri. MICADO possiede anche la capacità di osservare e caratterizzare direttamente le proprietà dei pianeti extrasolari di stelle vicine.

«È una prospettiva incredibilmente eccitante pensare alle misure che saranno possibili con la nostra camera abbinata al nuovo, gigantesco telescopio E-ELT» dice Ric Davies, ricercatore del Max-Planck-Institut für Extraterrestrische Physik di Monaco di Baviera,Principal Investigator di MICADO. «Si tratta di un progetto molto impegnativo e sono molto contento di lavorare con un gruppo così competente ed entusiasta».

Lo strumento MICADO verrà sviluppato e costruito da un consorzio di istituti in collaborazione con l’ESO. Tutti i partner hanno una forte tradizione nel disegno e nella realizzazione di strumentazione ottica e infrarossa per i moderni telescopi. Il progetto si svilupperà nell’arco dei prossimi dieci anni, dall’inizio della fase attuale di disegno fino a quella di collaudo al telescopio. La prima luce di MICADO ad E-ELT è prevista per il 2024.

«Siamo alle soglie di una nuova rivoluzione per l’astronomia ottica-infrarossa che permetterà di compiere osservazioni da terra con una risoluzione migliore degli attuali e futuri telescopi nello spazio» dice Renato Falomo dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Padova.

I membri del consorzio MICADO riuniti a Vienna in occasione del Kick-off meeting dello strumento. Crediti: MPE/MICADO Consortium

I membri del consorzio MICADO riuniti a Vienna in occasione del Kick-off meeting dello strumento. Crediti: MPE/MICADO Consortium

MICADO beneficerà delle moderne tecniche di Ottica Adattiva, in grado di correggere in tempo reale le distorsioni introdotte dalla turbolenza incontrata dalla luce degli astri nella nostra atmosfera. Su questo fondamentale aspetto tecnologico Roberto Ragazzoni, sempre della struttura di ricerca patavina dell’INAF, sottolinea che «MICADO è uno strumento che consentirà di sfruttare appieno le nuove tecnologie –in gran parte italiane- per il controllo delle immagini del cielo, distorte dalla nostra atmosfera».

Per saperne di più:

  • la press release del Max-Planck-Institut für Extraterrestrische Physik (in inglese)

Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani


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