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Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta

Creato il 28 agosto 2015 da Artesplorando @artesplorando

Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta

Vespasiano Gonzaga

Per la rubrica degli uomini e donne illustri oggi vi parlo di un uomo che sicuramente catturerà il vostro interesse: Vespasiano Gonzaga Colonna, personaggio tra i più interessanti dell’epoca in cui visse.
Torquato Tasso lo descrisse come "Signore di bello e ricco Stato, ma d'animo, di valore, di prudenza, d'intelletto superiore alla sua propria fortuna e degno di essere paragonato co' maggiori e più gloriosi principi de' secoli passati".
Condottiero, urbanista, legislatore, uomo di lettere e di Stato, ma soprattutto artefice della città ideale di Sabbioneta. E’ difficile dare una definizione di Vespasiano Gonzaga Colonna (1531-1591), principe tra Umanesimo e Controriforma, Rinascimento e Manierismo, artefice di una delle più imponenti collezioni d’arte del suo tempo (oggi dispersa). I suoi feudi comprendevano: il Ducato di Sabbioneta, il Marchesato di Ostiano, la Contea di Rodigo e le Signorie di Bozzolo, Rivarolo Mantovano e Commessaggio, il Ducato di Trajetto, la Contea di Fondi, la Baronia di Anglona, le Signorie di Turino e Caramanico.Un’esistenza trascorsa per monti e per mari, attraverso l’Europa e il Mediterraneo, fino all’Africa e alle coste dell’Oceano a combattere per i reali di Spagna e a difendere i territori cristiani dagli assalti degli eserciti musulmani.
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Vespasiano Gonzaga fu l’unico italiano della sua generazione viceré in Spagna, all’epoca della dominazione spagnola in Italia (in tempi di assolutismo). La fiducia da lui guadagnata presso il Re Cattolico (com’era chiamato Filippo II di Spagna e tutti i sovrani asburgici) lo pose al di sopra dei più fedeli e potenti signori castigliani (tranne il Duca d’Alba, suo amico e diretto superiore).
Condottiero, abile diplomatico ma anche letterato, architetto militare e mecenate degli artisti, da semplice cadetto riuscì a raggiungere i più alti vertici feudali con l'innalzamento di Sabbioneta in Ducato autonomo nel 1577, grazie alla assoluta fedeltà dimostrata all'Impero Asburgico e, in modo particolare, alla Corona Spagnola che lo nominò Grande di Spagna e poi Viceré di Navarra e successivamente di Valencia prima di insignirlo, nel 1585, del Cavalierato dell'Ordine del Toson d'Oro.
Non ebbe una patria d'elezione. Nativo di Fondi (nel regno di Napoli), cresciuto a Napoli (presso una zia, Giulia Gonzaga, una delle rare donne mecenati), trascorse quasi un quarto della sua vita in Spagna, e soltanto l’ultimo decennio in Italia, per attuare il sogno di costruire una città ideale, uno Stato che egli forgiò anche negli statuti, per insegnare ai propri sudditi il concetto di “patria”.
Il nome di Vespasiano, al di là delle sue imprese politico-militari, è fortemente legato a Sabbioneta che però non riuscì a sopravvivere alla morte del suo artefice.

Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta

Un collage di immagini si Sabbioneta, la creazione di Vespasiano

Questa piccola capitale fondata tra il 1554/1556 e il 1591 nel luogo in cui sorgevano una rocca e un antico insediamento, pur senza il suo duca che è molto spesso all'estero, continua a crescere e diventare un gioiello di arte e cultura. Celebre sarà il teatro costruito da Vincenzo Samozzi, primo edificio teatrale dell'epoca moderna costruito appositamente per tale funzione, sull'esempio di quello di Vicenza disegnato dal Palladio. Come i signori rinascimentali anch'egli non poteva farsi mancare due splendidi palazzi come quello Ducale e quello detto anche del Giardino, per ospitare, da vero mecenate, artisti, letterati e architetti, oltre a ebanisti, intagliatori e pittori di chiara fama.
La sua cura maggiore però, per la quale impegnò tutto se stesso, oltre l'edificazione della città, fu la sua gente, specialmente i poveri "... che noi grandi fuggiamo come rifiuto delle creature di Dio", ai quali non fece mai mancare il suo aiuto.
E ovviamente da mecenate illuminato, si fece ritrarre più volte da gradi artisti.
Due sono le statue più note di Vespasiano, realizzate mentre egli era ancora in vita: quella bronzea di Leone Leoni, che rappresenta il duca seduto, si trova nella chiesa dell'Incoronata nel suo mausoleo funebre. L'altra è in legno policromo ed è ospitata nella Sala delle Aquile del palazzo ducale. Fa parte di un complesso scultoreo in legno di statue equestri, probabilmente scolpite prima del 1589.
Venne inoltre ritratto da Anthonis Mor (Antonio Moro), da Bernardino Campi e molto probabilmente da Frans Pourbus il Vecchio. Tutti ritratti che ci trasmettono il fascino, ma anche lo spirito acuto del duca di Sabbioneta.
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La vita di Vespasiano non poteva non concludersi che nella sua città ideale, Sabbioneta (il 26 febbraio 1591), il giorno dopo aver fatto testamento, nel quale aveva nominato la figlia Isabella erede universale. Le sue spoglie furono tumulate nella cappella privata, la chiesa dell'Incoronata, da lui fatta costruire tra il 1586 e il 1588.
Le vicissitudini accorse immediatamente dopo la sua morte, soprattutto l'annosa questione della successione del piccolo ducato, che divise gli eredi per circa un secolo, nonché il dominio austriaco e poi napoleonico, privarono la città di importanti edifici, quali la rocca, l'armeria e le mezzelune esterne al circuito murario.
Spoliazioni e confische, in primis la deportazione della collezione antiquaria all'Accademia di Mantova nel 1772 per decreto teresiano e l'incendio della Sala dei Cavalli a Palazzo Ducale nel 1815, privarono la città del suo antico splendore.
Restano comunque i segni lasciati da un uomo visionario, intelligente e virtuoso come pochi si sono visti nella storia.
C.C.

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