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Vetri e parole - di Patrizia Bruggi

Da Lalunaeildrago
Il primo ad accorgersene fu Alfio, il figlio del casellante. Dall’alto della stazione ferroviaria vide che sulla spiaggia, più sotto, c’erano degli strani oggetti sparsi qua e là. Di un colore verde e marrone scuro. Non erano alghe. Forse erano stati gettati lì dalla mareggiata della notte precedente.Inforcò la bici e raggiunse il paese. Non gli fu difficile trovare qualche altro compaesano curioso di sapere che cosa avesse restituito il mare quella notte. Così, scalino per scalino, scesero fino alla spiaggia.E videro che erano bottiglie. Sei bottiglie. Due verdi, quattro marroni. Di vetro spesso e scuro, la ceralacca rossa sul tappo. Ma leggere e vuote. Non un goccio di vino. Le misero in controluce una dopo l’altra. Al loro interno, solo un rotolino di carta.
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