Viaggio reale o virtuale?

Il viaggio, o meglio l'idea del viaggio, allunga la vita, crea interiormente delle aspettative, delle "promesse" che fungono da ricaria per l'individuo.
Non sono nè uno psicologo nè un antropologo, non riesco a cogliere il dato concreto così da poter dare una risposta scientifica...
Certo è che l'idea o la speranza di poter viaggiare provoca una grande forza interiore.
Pensiamo a quanto tempo prima prenotiamo le nostre vacanze, assurdo a pensarci a mente fredda, tanto lavoro per organizzare 15 giorni di ferie rispetto ad un anno che ne contiene 365...
Passiamo mesi ad organizzare meno del 5% dell'anno, per la parte rimanente c'impegnamo molto meno...
Ma ci fa' stare meglio, pensare al viaggio, al posto che visiteremo, alle esperienze che senz'altro faremo, ci allunga la vita!
Ma attenzione, forse non è nemmeno così indispensabile partire, spesso un ipotetico viaggio nella nostra testa è già sufficiente...
Ricordo mio nonno, che pur durante la sua vita - fin da giovanissimo soldato - aveva viaggiato molto, negli anni dopo la pensione viaggiava molto seduto alla sua scrivania, il famoso Atlante DeAgostini era la sua finestra sul mondo, con quello davanti viaggiava in lungo e largo per tutto il globo.
I computers non esistevano, non c'erano gli strumenti di oggi, un semplice Atlante era sufficiente per girare il mondo dentro la sua testa...
Pensiamo ai detenuti quanti viaggi fanno nella loro testa traguardando le pareti invalicabili che li circondano...
Pensiamo agli ammalati, quanti viaggi fanno nella propria testa, posti che sognano di visitare quando potranno lasciare il proprio letto, e probabilmente non visiteranno...
Pensiamo agli emigranti, quante volte, ogni santo giorno mentre lavorano in un posto lontano dalla propria Patria immaginano di tornare lì...
Ma infondo, c'è proprio tanta differenza tra viaggiare davvero o immaginarselo e basta?
Poco importa, è importante che ci allunghi la vita!
nanni