Dopo il boom commerciale e mediatico sul nuovo modo di allenarsi attraverso la vibrazione meccanica, mi auguro s’incominci a parlare seriamente di quest’argomento.
Nonostante consigli chiunque ad avere un approccio critico riguardo alle semplicistiche affermazioni dei testimonial degli spot televisivi che promettono risultati miracolosi, la pedana vibrante ha una validità scientifica.
Il lavoro sulla pedana, soprattutto se ci si affida a trainer preparati, garantisce il raggiungimento d’obiettivi concreti nell’ambito della tonificazione muscolare, della performance sportiva e del benessere generale a patto che si utilizzino prodotti validi e metodiche corrette.
Tra le centinaia di proposte delle palestre e dei centri wellness, la “Whole body Vibration” (Vibrazione di tutto il corpo) è sicuramente una delle più innovative per la qualità dei meccanismi fisiologici che sono attivati.
In particolare questa pratica mette in moto in maniera particolarmente intensa la muscolatura sfruttando i riflessi neuromediati, ovvero degli speciali meccanismi involontari che il sistema nervoso adotta per proteggere l’apparato muscolo-scheletrico quando interagisce con il mondo esterno attraverso il movimento.
L’ultima novità del settore è l’ingresso sul mercato dei manubri vibranti da parte di un’Azienda specializzata nel settore fitness, la Tecnocomponent di Cesena.
Con questi attrezzi è possibile far lavorare più intensamente gli arti superiori, normalmente penalizzati dal lavoro sulla pedana vibrante che risulta essere certamente più efficace nell’allenamento degli arti inferiori.
Con allenamenti di breve durata, circa 20 minuti, per 3 o 4 volte la settimana, chi sogna di rimettersi in forma, può avere grandi soddisfazioni e magari partire da questo step per avvicinarsi ad un’alimentazione sempre più sana e a stili di vita attivi, presupposti indispensabili per stare bene a lungo.
Francesco Perticari
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