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Vieni avanti Cretino

Creato il 23 giugno 2011 da Giuseppe Armellini

 

Vieni avanti Cretino
Non posso negare di essermi approcciato alla visione di questo cult della commedia italiana con le peggiori predisposizioni. Un pò perchè quando vedo la faccia di Lino Banfi inizio sempre a sentirmi poco bene (anche se sono anch'io un addicted de l'allenatorenelpallone). Un altro pochino perchè il mio rapporto col comico è sempre un pò difficoltoso e diffidente, malgrado sia uno che su un'isola deserta si porterebbe probabilmente dietro la saga di Fantozzi rispetto alla filmografia di Kubrick, se non altro per ridere nella disgrazia.
Però mi attirava vedere un'opera della quale non sapevo assolutamente niente, se non l'esistenza e il "successo".
Definire film "Vieni avanti cretino" è come definire libro la raccolta di barzellette di Totti. Un filo conduttore che più esile e forzato non si potrebbe, l'assoluta assenza di sceneggiatura (se non quella delle singole gag), la sensazione di ritrovarsi in una sequenza di accadimenti che messi al contrario darebbero lo stesso identico film.
Per non parlare delle stucchevoli e mal riuscite scene di cornice, il prologo e l'epilogo, che mi danno la sensazione, quasi certezza, che siano state appendici messe successivamente per raggiungere la durata minima (chi sa parli).
Eppure...
Eppure Vieni avanti cretino fa ridere, cavolo se fa ridere. Non sempre, non troppo, ma fa ridere. E, intendiamoci, la forza principale non sta in Banfi o nella costruzione delle gag, ma in una categoria ormai persa dal cinema italiano, quella dei caratteristi. Cioè, non proprio persa, nei film di Parenti ad esempio son tutti caratteristi ma il livello... mamma mia.
E così lo straordinario Gigi Reder (senza il quale fantozzi non sarebbe Fantozzi, è bene ricordarlo) e la sua entrata col mal di denti sono da antologia. E ottimo è Bracardi nella scena del mimo o la Schiavone in quello dell'esaminatrice (nell'episodio più debole, quello per il posto da ornitologo). E che dire poi di Nello Pazzafini nei panni del barista Gargiulo o del meraviglioso Alfonso Tomas nell'ultimo indimenticabile episodio, quello della fabbrica (dove anche Banfi dà il meglio di sè)?
Salce non ha nemmeno bisogno di dirigere. Basta una location per volta, Banfi e il caratterista di turno e il film è fatto. Se aggiungi poi la bellezza stratosferica di Michela Miti e butti là una Moana Pozzi e una Ramona Dell'abate il successo è assicurato. Penosa l'interpretazione del sosia di Benigni e fuori luogo la battuta metacinematografica che Banfi gli rivolge "Lei è quello toscano? Quello che ha parlato male del Papa? (con riferimento al Pap'occhio).
In fin dei conti Vieni avanti cretino è un film senza alcun senso e con numerosi momenti deboli, ma ha la forza grezza dell'artigianalità, si sente l'odore del legno del palco teatrale, si avverte la sensazione che ha dentro gente che sa fare un mestiere, quello dell'attore, dell'attor comico.
Soprattutto, è un film che sa prendersi per il culo da solo e anche soltanto per questo a mio parere vale tutto il rispetto che merita.
(voto 7)


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