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Vietnam. Va bene che Murdoch è fascista, ma il documentario su Sky è un insulto all’intelligenza umana, all’Uomo.

Creato il 10 febbraio 2012 da Slasch16

Vietnam. Va bene che Murdoch è fascista, ma il documentario su Sky è un insulto all’intelligenza umana, all’Uomo.Ho visto su Sky on demand un documentario di 83 sul Vietnam, la guerra come non l’avete mai conosciuta raccontata da che c’è stato.
Sky on demand è bello perchè non c’è nessuna interruzione, lo puoi registrare e rivedere senza pubblicità ed io sono stato attirato dal titolo perchè nel 1975 avevo 26 anni e festeggiai insieme a tutto il mondo democratico la vittoria di Ho Chi Minh.
Il Vietnam ha influito molto nelle mie scelte ideali e la guerra la seguivo dal 1970 anche se è cominciata nel 1964. Ovviamente non mi aspettavo un documentario alla Apocaliss now, ma nemmeno un delirio del genere.
Il documentario è in tre parti e, per adesso, ho visto la prima che va dal 1964 al 1969. Insieme a spezzono di girato originale ci sono degli spezzoni, secondo me, tratti da film ed è raccontato in prima persona da reduci ancora viventi e che sono rimasti esaltati come quando si sono arruolati per fare la guerra al comunismo e portare, con il napalm, la democrazia nel mondo.
Già il fatto che a distanza di tanti anni questi protagonisti non abbiano fatto una riflessione sui fatti ai quali hanno partecipato la dice lunga sulla destra americana, bianca e nera, che ha solo una certezza: tra  buoni e cattivi i buoni sono comunque e sempre loro.
L’unico momento di sincerità si riferisce al racconto, sempre di un reduce, di quando avevano qualche giorno di permesso, di libertà, dove hanno inquadrato delle bellissime ragazze vietnamite insieme a giovani soldati americani lasciando intuire che lì c’era la festa prima di tornare al massacro. Fiumi di alcol a disposizione per dimenticare quello che hanno visto, da protagonisti, e per trovare il coraggio per tornare allo sterminio di massa.
Per il momento di coca o di marijuana non ne hanno parlato, sappiamo che per affrontare la distruzione di interi villaggi e puntare la pistola alla testa di un ragazzo, una ragazza, ci vuole un coraggio sovrumano o una disperazione assoluta.
I vietnamiti si difendevano come potevano con la guerriglia e nascondevano la dinamite nei sacchi del riso in modo che quando gli americani davano l’assalto al villaggio, infilando la baionetta ovunque, saltassero per aria.
Per sentire parlare di napalm da uno dei protagonisti ho dovuto aspettare quasi un’ora di racconti epocali di eroi liberatori dal comunismo, come nelle Filippine dove hanno mantenuto un dittatore per decenni, insomma ancora una volta i bravi giovani americani si sacrificavano per la democrazia mondiale. La loro.
Il tipo che ha parlato per primo del napalm si è commosso ricordando due suoi compagni che sono morti colpiti dal fuoco amico, almeno questo l’ha riconosciuto, due bombardieri lanciavano le bombe al napalm ma il primo ha lanciato troppo presto ed ha bruciato vivi due ragazzi americani, fortunatamente il capo squadra è riuscito ad avvisare il secondo bombardiere che ha spostato la mira un po’ più avanti.
Groppo alla gola, foto degli amici in mano e la mente che torna indietro a quel momento, l’incubo della sua vita che non riesce a dimenticare.
Ricorda perfettamente che gli hanno ordinato di prendere uno dei due colpiti per le gambe per cercare di trarlo in salvo, la carne si staccava dalle ossa è la sua mano ha sentito direttamente le ossa dei piedi.
Credo veramente che sia una cosa atroce, che non si dimentica più, solo noi che non abbiamo visto e saputo abbastanza può dimenticare una guerra come quella del Vietnam dove uno dei due era immensamente più forte eppure ha perso.
Ci sono le conferenza stampa dei generali americani, autentici fanatici, che di menzogna in menzogna hanno fatto massacrare la gioventù americana imbottita di falsi ideali contro i comunisti convincendoli ad arruolarsi.
Ma c’erano anche quelli che hanno detto di no come Muhammad Ali (nato Cassius Marcellus Clay Jr.Louisville17 gennaio 1942) e anche quelli che manifestarono contro una guerra insensata.
Quando si parla di uomini, giovani, morti in guerra sappiamo che la differenza la fanno gli ideali, ci sono quelli sbagliati e quelli giusti e lo sappiamo bene  noi  con i giovani della Repubblica di Salò che qualche revisionista antico o neo fascista dell’ultima ora vuole equiparare ai giovani Partigiani che sono morti per la nostra Libertà e la nostra Democrazia, che non siamo nemmeno degni di meritare come popolo. Fortunatamente i martiri del fascismo e dei nazisti sono morti e non sapranno mai che popolo imbecille sarebbe venuto dopo il loro sacrificio che offende la loro memoria e che noi, immeritatamente, cerchiamo di tenere viva ogni anno che passa grazie all’Anpi ed a tantissimi sinceri democratici che ogni anno festeggiano e ricordano il 25 aprile.
Sono cose che mi emozionano, questi pensieri, e lo fanno ancora di più perchè come ho detto più volte i miei erano fascisti e dopo la guerra votavano Msi.
Non sto andando fuori strada perchè le stesse emozioni che provo io a parlare di Partigiani le provava il vecchio americano che raccontava del suo compagno bruciato dal napalm e forse tutti e due sprechiamo l’emozione nel modo sbagliato, lo dico con ironia, perchè il suo è certamente sbagliato.
Tanto strazio nel raccontare dell’orrenda fine del suo compagno di guerra e nessuna parola per lo sterminio con il napalm di bambini, giovani, donne ed anziani, interi villaggi bruciati, persone ed animali arsi vivi in pochi minuti e trasformando ciò che ne è rimasto in carcasse nere.
E’ questo che mi fa incazzare, è qui la differenza tra essere di destra o di sinistra, nel fatto che a distanza di 37 anni il sopravvissuto della democrazia Usa non sia in grado di fare una autocritica, di provare pietà per le vittime del suo operato e dei suoi compagni di battaglia.
Molti americani l’hanno fatto, tanti di quei giovani si sono sposati con una vietnamita, ma il documentario che Murdoch ha voluto mandare in onda nella sua tv satellitare è di un revisionismo agghiacciante che va oltre l’apologia del fascismo.
Questa non è nemmeno destra è fascismo e basta.
Noi dobbiamo ricordare la lotta del poplo vietnamita e guardare al Vietnam di oggi, ai milioni di chilometri di gallerie scavate sotto le montagne per combattere un nemico, infinitamente, più grande ed ai milioni di morti civili e militari, l’eroismo nostalgico della destra americana va combattuto subito e vanno messi i puntini sulle i.
Non dimentichiamo che non sono i comunisti di Ho Chi Minh che sono andati a New York, sono gli americani che sono andati in Vietnam.
C’è già troppa destra nel mondo, sia finanziaria che politica, sarà il caso che ci diamo una mossa e spieghiamo ai giovani come sono andate le cose. 



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