Magazine Diario personale

Vigilie. Chiudo gli occhi e corro.

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Ci sono vigilie di giorni che immaginiamo come quelli che segneranno i grandi momenti di passaggio della nostra vita. Ho un passato pieno di vigilie: vigilie di decisioni, vigilie di comunicazioni importanti, vigilie di separazioni, vigilie di viaggi, vigilie di traslochi. Ognuna di esse mi ha fatto addormentare con un brivido di adrenalina per il prossimo salto nel vuoto o di paura di non riuscire a mantenere i nervi saldi. 

Molte volte ho provato più aspettativa il giorno della della vigilia che non in quello che tanto aspettavo. È un po’ come per la Vigilia di Natale, mi piace molto la cena del 24 dicembre e l’attesa e dei regali del giorno dopo che non il 25 dicembre stesso.

Stasera, alla vigilia di un altro giorno che ora vedo come importante nella mia vita, mi sento in aspettativa ma non nervosa come pensavo. Sono cresciuta, e forse i miei trent’anni e qualcosa servono anche a questo, ora. Ponderare i momenti, ponderare i cambiamenti e relativizzarli. Quel che sarà, sarà. Se c’è una cosa che ho imparato tre anni fa lasciando l’Italia per rifarmi una vita come volevo io, è il relativizzare

La mia mucosa gastrica ancora non l’ha imparato, devo dire la verità, e si stressa molto più del resto del corpo, poverina lei. Piano piano imparerà, anche lei. 

Intanto, metto un punto a questa vigilia. 

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