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VINELLA E DON PEZZOTTA (1976) di Mino Guerrini

Creato il 23 dicembre 2009 da Close2me
VINELLA E DON PEZZOTTA (1976) di Mino GuerriniA chi, bontà sua, avesse sempre desiderato vedere i noiosissimi film della serie "Don Camillo" inficiati degli elementi – decisamente più interessanti – della commedia sexy Italiana trova nel film di Guerrini una mezza soddisfazione. Il bravo regista romano, inventore della serie del colonnello Buttiglione, porta infatti sul grande due personaggi minori partoriti da Giorgio Bracardi nella famosa trasmissione radiofonica "Alto Gradimento": Max Vinella e San Pentolino.
"E’ la storia dell’orfanello Vinella (interpretato da Bracardi) e di Don Pezzotta, il parroco di Santa Zitta, parrocchia nei sobborghi di Roma. Purtroppo per il sacerdote, Vinella cresce nel culto di tale San Pentolino, un santo medievale frutto della sua immaginazione, che compie miracoli al grido di "Chiappala Chiappala!". Vinella nutre una passione non corrisposta per la cassiera del bar, Maria la brutalona, che però non lo considera neppure, preferendogli il bellimbusto Tony. Ma si riscatta prima vincendo in qualche modo la corsa campestre, poi battendosi eroicamente per salvare dalla demolizione la parrocchia di Don Pezzotta, abbandonata dai fedeli da quando Padre Splendid, un prete biondo ossigenato giunto in Italia dagli Stati Uniti, ha fatto costruire nello stesso quartiere la sua chiesa modernissima e tecnologica, le cui campane chiamano i fedeli a raccolta sulle note di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli."
Sceneggiato dalla rodatissima coppia Castellano e Pipolo (Franco Castellano e Giuseppe Moccia), il film sembra prioritariamente porsi un esplicito obiettivo: costruire una sequela di gag, per lo più incentrate sul personaggio di Bracardi, senza scadere mai nella volgarità gratuita o nel doppio senso più triviale. Un prodotto per sale parrocchiali insomma, che tuttavia nasconde sotto le ceneri della comicità slapstick all’amatriciana riusciti momenti di sublime nonsense (i grotteschi miracoli di San Pentolino, la partita interrotta dal passaggio del tram o il qui pro quo sul film Quo Vadis? ne sono esempi eccellenti) e persino di flebile condanna al presunto riammodernamento d’immagine della Chiesa.
Un’opera decisamente povera, tanto nel cast quanto nella messa in scena, che riesce a conquistare lo spettatore per sua la plateale sincerità, confermata fino all’epilogo metafilmico dove, tanto per star tranquilli, si confessano gli intenti meramente ludici del lungometraggio. Orecchie tese sulla voce del personaggio dell’operaio Porcacci, doppiato magistralmente da Franco Lechner in arte Bombolo
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