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Viola e Rosa

Da Dafne
Viola non ha niente di speciale in mano, nessun artefatto o idea o propaggine del proprio corpo o di un corpo altrui che possa consentirle di rendere importante questo momento.
Viola accuccia il volto tra le dita. Riempie lacune. Lacune di libertà, che scorge tra le sbarre delle mani. Di nostalgia di baci piccanti. L'odore del sangue non lo sente. Neanche se schiaccia il naso contro i polsi stretti. Neanche se respira forte. Solo un residuo dolce e vellutato di Pink Sugar, rialchemizzato dalle fragranze della sua pelle.
Viola ammira l'incrocio di vene coperto dalla sottile pelle dei polsi. Percorre il loro cammino con un dito, stuzzicando tremori d'altre vite. Grossi letti di fiumi ramificano i suoi polsi. Pulsano. Sono come enormi animali lineiformi nati solo per custodire ciò che hanno all'interno.
Viola si chiede di che colore tingerebbe la sua pelle bianca il suo sangue. Se rompesse gli argini di un fiume, se tagliasse in due quell'essere custode, cosa si riverserebbe fuori? La renderebbe più bella?
Viola ha sempre desiderato essere Rosa. Ma lei non è Rosa. E' viola. Può mascherarsi da rosa, ma resta viola. Può far finta di essere rosa, ma continuando a sapere che è viola. Può essere Rosa solo se smette di essere Viola.
Viola ha indossato un abito rosa, poche ore fa. Bianco, di velo, tulle e merletti, con fiori digradanti in tutte le tonalità di rosa. Ha indossato poi, il bracciale dello stesso colore e quello con fiori di velo bianchi. E le sabot confetto. Ha lasciato che i capelli di cioccolato cadessero ribelli, in onde, boccoli e spuma. Ha ridisegnato il contorno degli occhi. Ha inumidito le labbra. Ha impreziosito il petto.
Viola ammira il rifelsso di viola. Il riflesso di viola è rosa. A viola piace quel riflesso. Perchè non è viola. Solo nello specchio, il viola può essere davvero rosa, con tutto ciò che questo comporta, ed esserne fiero.
Rosa guarda leziosa Viola dal suo lato dello specchio. Non capisce neanche lei perchè Viola sia così viola. Rosa è rosa come può capirlo? Rosa è la più bella del suo giardino. E' perfetta. Non sbava, Rosa. E se sbava, va bene così. Tornerà più rosa di prima. Non più viola. Rosa deve affrattersi ora. Non può perdere tempo a pensare a Viola. E' sabato sera, Rosa deve uscire con amici. E torna nelle profondità del suo specchio, a vivere da Rosa, lasciando immobile il suo riflesso, che un po' sbeccatamente, prova a imitarla. A essere un po' rosa.
Viola è ancora innuvolata nel suo abito di tulle quando trilla il telefono. Risponde come Rosa a una telefonata attesa, perchè nella vita di una Rosa, il sabato sera la chiamata è scontata. "Rosa siamo noi stiamo per partire, ma siamo pieni in auto, c'è qualcuno che può accompagnarti a S.". Ros...ola cerca un senso: "Ma avevate detto che passavate a prendermi...Possono accompagnarmi ma poi al ritorno nessuno può venire a prendermi visto che faremo tardi. Posso tornare con voi?". "E...no non c'è posto". R...iola: "Non importa allora, non posso venire. Sarà per un'altra volta. Buona serata". "Oh. Ok".
Viola è seduta sul letto. Toglie i bracciali collane e orecchini. Affoga le sabot confetto tra le nuvole di tulle. Tutto quel rosa.... Ma una rosa non può morire così. Vio...sa afferra il telefonino. Ancora scotta. Le ustiona la guancia mentre parte il segnale di chiamata inoltrata. "Pronto, ehi ciao". Vi...osa: "Ciao ma quando arrivi, ti sto aspettando da un'ora su msn". "Oh mio dio, sono un'idiota!". Viol...sa: "Ti sei scordato. Sei fuori?". "Sì". Viola: "Sì, sei un'idiota".
Viola ha graffiato via la matita dagli occhi. Ha lasciato che il vestito rosa le scivolasse addosso e cadesse scomposto sul pavimento. Ora è una nuvola sgonfia, accortocciata sotto ai suoi piedi.
Viola guarda lo specchio. Rosa è sparita con passi di danza. C'è solo Viola senza più rosa.
Viola ha ingabbiato il volto tra le mani. Ha odorato i suoi polsi. Ha segnato col dito i rami dei fiumi. Pulsano azzurri di rosso sangue.
Viola abbassa le mani. I polpastrelli accarezzano i tasti. Detta il tempo con gli occhi di fuoco e ballano le dita la sola danza che conoscono, di lettere e punti.
Viola è viola. E fa la sola cosa che una viola può fare in un giardino di rose. Scrive: "...Può essere Rosa solo se smette di essere Viola. E c'è un solo modo per non essere davvero, mai più Viola. Troncare i fiumi.".

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