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Violenze romane e dintorni/2

Creato il 27 dicembre 2010 da Angel

I pacchi bomba recapitati alle ambasciate di Cile, Svizzera e, in ultimo, a quella di Grecia presenti a Roma sono state rivendicati, come è noto, dalla FAI: federazione anarchica italiana. Questa vicenda ha idealmente chiuso un cerchio intorno alla capitale assediata da settimane dalle contestazioni studentesche, dai tumulti di piazza e, ora, anche dai pacchi bomba. I pacchi bomba si inscrivono in una logica ben precisa: quella della tensione di matrice terroristica. Ma si tratta di un terrorismo molto diverso da quello che il nostro paese si è trovato ad affrontare negli anni ’60 ’70 e ’80. Esso era, infatti, avverso al potere, in aperta opposizione ad esso.  Un terrorismo pianificato in una qualche maniera, strategico. Il terrorismo attuale, quello della FAI o di altre matrici per intenderci, è un terrorismo nostalgico e senza idee, se non quelle dell’ intimidazione violenta o della tensione. La questione seria è, a mio modesto avviso,  che l’ attuale terrorismo, in Italia, non radicalizza più, in un’ ottica violenta e idealistica  un concetto di politica o di Stato,  ma un intero sistema sociale ( quello occidentale) fondato sull’ ingerenza volgare e penetrante dei media. Un sistema che ha contribuito a corrompere le classi politiche, le categorie sociali e i tessuti economici . Tanto che sono le televisioni, le radio, i giornali a scandire, come si sa da tempo,  l’ agenda dei fatti e delle azioni più ” salienti” della politica, dell’ economia, della società. Il terrorismo di questi giorni è figlio di questa “civiltà mediatica”. E’ diventato una forma di spettacolarizzazione, di rappresentazione teatrale  del violento con tanto di copione e pause. E come ogni dramma teatrale che si rispetti non mancano la suspance e l’ intrigo. Un teatro, insomma,  nel quale non sempre è chiara o netta la linea di demarcazione tra il reale e la finzione scenica. In conclusione, i pacchi bomba alle ambasciate romane rappresentano una messa in scena del potere. Una farsa mal riuscita e poco credibile alla quale può appasionarsi solo chi avvezzo ai meccanismi di talk show o di reality.



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