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Virus H1N1 si sta diffondendo tra i maiali africani

Creato il 05 ottobre 2011 da Zonwu
influenza H1N1
Ricordate l'influenza suina (H1N1), che nel 2009 infettò persone in oltre 200 Paesi del mondo con oltre 60 milioni di malati e 12.500 morti stimati (circa 2000 confermati)? Se pensate che sia scomparsa vi sbagliate di grosso: la H1N1 è ancora in circolazione, anche se nessuno sembra volerne più parlare.
E quale posto migliore se non l'Africa, terra di stenti e difficoltà apparentemente irrisolvibili, per un nuovo focolaio dell'infezione? "L'Africa è ground zero per le nuove pandemie. Molte persone vivon in scarse condizioni di salute, e le malattie si possono diffondere molto rapidamente senza che le autorità se ne possano accorgere" spiega Thomas B. Smith, direttore del Center for Tropical Research.
Di recente sono stati trovati molti maiali camerunensi infettati con il virus H1N1 contratto dall'essere umano. Le analisi condotte da Kevin Njabo, direttore associato del CTR, sui maiali di 11 villaggi del Camerun hanno mostrato come l'89% dei suini fosse stato esposto al virus.
"Ero scioccato quando abbiamo trovato H1N1. Ogni virus in qualunque parte del mondo può raggiungere altri continenti entro giorni viaggiando nell'aria. Dobbiamo comprendere da dove abbiano origine questi virus e come si diffondano, in modo tale da distruggere un virus mortale prima che possa dare origine ad un'epidemia. Dobbiamo essere preparati ad una pandemia, ma molti Paesi non sono pronti, nemmeno gli Stati Uniti".
Il team di Njabo ha scoperto in un villaggio nel nord del Camerun due maiali con un'infezione attiva di H1N1. "Bisogna essere fortunati per trovare sul campo un'infezione in corso, ma le prove dell'infezione rimangono nel sangue".
"I maiali hanno contratto H1N1 dagli esseri umani" continua Njabo. "Il fatto che i maiali africani siano stati infettati dal virus influenzale H1N1 mostra la straordinaria interconnessione del mondo moderno per quanto riguarda le malattie. Il virus H1N1 che abbiamo trovato nel bestiame del Camerun è virtualmente identico al virus scoperto in alcune persone di San Diego solo un anno prima, fornendo un esempio formidabile di quanto velocemente l'influenza possa diffondersi nel globo".
Il problema è che la permanenza del virus influenzale nei maiali potrebbe innescare mutazioni dalle conseguenze imprevedibili. "Stiamo studiando l'interfaccia tra virus ed esseri umani, animali selvatici e domestici" spiega Njabo.
"Quando diversi ceppi di influenza si mescolano nei maiali, come il ceppo aviario e quello umano, si ottengono nuovi ceppi ibridi che possono colpire l'essere umano molto più pesantemente del normale, e possono potenzialmente dare luogo ad una pandemia che consenta l'infezione tra esseri umani. E' così che una pandemia può sorgere; dobbiamo rimanere molto vigili" spiega Smith. "Sarebbe confortante credere che la morte di decine di milioni di persone, o molte di più, raffigurata nel film 'Contagion' sia soltanto fantascienza, ma qualcosa che somiglia al film potrebbe davvero accadere in determinate circostanze".
In effetti, se pensiamo che le tre più grosse pandemie di influenza hanno ucciso, nel solo XX° secolo, diverse decine di milioni di persone, lo scenario di Contagion si fa un po' più realistico. Per non parlare di casi reali ancora più tragici: la Morte Nera uccise da 20 a 25 milioni di europei durante l'arco del XIV° secolo, e l'influenza spagnola uccise da 50 a 100 milioni di persone in tutto il globo in circa due anni.
L'influenza si presta bene ad una diffusione su larga scala, molto più che virus con un rapporto contagio/morti più elevato. Ebola, ad esempio, ha finora ucciso oltre il 65% delle persone infettate dal virus, e il suo tasso di letalità è talmente elevato che parte del contenimento è data dall'impossibilità degli infetti di spostarsi su lunghe distanze.
L'influenza, invece, ha un tasso di letalità molto più basso (il che non significa che può essere sottovalutato), e le sue possibilità di diffusione e di mutazione sono superiori a virus più aggressivi. Nell'arco di 10 giorni, l'influenza può sfruttare il contatto e gli aerosol umani come veicoli per aggredire altri organismi, e un tasso di letalità molto basso (mediamente 0,1%) sembra decisamente più grave se rapportato all'enorme numero di contagiati che le diverse forme di influenza hanno fatto registrare fino ad ora.
"Il mondo è un villaggio globale; nessuna zona è realmente isolata" conclude Njabo. "Ci sono così tante incognite sul ritmo di trasmissione dei virus tra esseri umani e animali. Dobbiamo aumentare i controlli".
Scientists find H1N1 flu virus prevalent in animals in Africa

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