Magazine Cultura

Visioni da un film: L’odio

Creato il 17 gennaio 2015 da Giuseppe Causarano @Causarano88Ibla
Locandina_Visioni_da_un_film
Si terrà Giovedì 22 Gennaio 2015 al Dodici Pose di Roma (Via Casilina, 117), dalle ore 21:30, la mostra “Visioni da un film – L’odio”: le immagini del capolavoro di Mathieu Kassovitz viste dalla macchina fotografica di Barbara Frascà.

L’odio” di Mathieu Kassovitz rappresenta una delle pietre miliari della storia del Cinema. Adottando un bianco e nero che definisce i volumi geometrici dei volti e degli edifici e rende tutto molto più plastico, Kassovitz parte dai disordini scoppiati dopo il pestaggio da parte della polizia di un sedicenne algerino, per raccontarci le condizioni di vita di quei giovani allo sbando e disoccupati, che popolano i quartieri periferici delle grandi città, in questo caso Parigi. Il bianco e nero, inoltre, accentua il senso di squallore della periferia diventando quasi metafora di una condizione esistenziale incolore e scialba.

Barbara Frascà

Barbara Frascà

Romana, artista poliedrica, Barbara Frascà si forma come attrice diplomandosi nel 2004 alla Scuola di Recitazione “Teatro Azione” diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco. Nello stesso anno pubblica le prime poesie e nel 2006 si laurea presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Dal 2007 al 2008 partecipa al laboratorio di movimento scenico sul corpo armonico con Andrea de Magistris presso il Teatro Castalia. Si trasferisce a Londra nel 2008 e negli anni successivi comincia a specializzarsi nella fotografia, ma intanto nel 2011 la passione per il teatro multimediale e un innato impegno civile la portano a debuttare nella regia teatrale, con lo spettacolo Emporium, docu-reading sulla disoccupazione ed il precariato, selezionato l’anno seguente all’interno della manifestazione L’altra estate alla Garbatella di Roma. Nel 2012 scrive e dirige la sua seconda regia teatrale, In punta di piedi, che porta in scena al Teatro Elsa Morante di Roma. Sempre nella Capitale, fra il 2013 e il 2014 porta presso il Dodicipose Art Lounge Gallery la sua prima mostra fotografica interattiva Frammenti Metropolitani, il cui soggetto è la metropoli di oggi con le sue architetture e luoghi di incontro, e intanto pubblica il suo primo racconto dedicato alla letteratura per l’infanzia. E adesso l’esperienza con questa nuova mostra, che, racconta Barbara «nasce in camera. Sdraiata sul letto, mi accingevo a vedere il film L’odio per l’ennesima volta (rientra tra i miei primi 5 film preferiti). Il computer nel quale avevo inserito il dvd era leggermente rialzato rispetto al letto e, quindi, al mio sguardo. Spingo il tasto play e con esso nasce una nuova visione cinematografica che poi diventerà anche una nuova visione fotografica. Per la prima volta le immagini di questo film mi appaiono distorte. Mi risultano espressive e sfocate allo stesso tempo. Forti, caricaturali, fumettistiche, disegnate, quasi dipinte. Sembrano scratchate proprio come i suoni della periferia metropolitana. A tratti ricordano i wall painting stencils. E’ colpo di fulmine. Me ne innamoro a prima vista, anzi, in prima visione».

Come ha realizzato il lavoro? «Nessuna delle foto realizzate è ritoccata in post produzione – precisa Barbara – Sono foto originali, semplicemente scattate durante la visione del film. Il bianco e nero che inasprisce i toni di questa pellicola lascia qui il posto ad un blu metallico come quello delle bombolette usate dagli spray painters per disegnare i paesaggi spaziali che tanto attirano i passanti. Da qui il salto verso la macchina fotografica, il desiderio di immortalare L’odio a partire da quella visione. Lo scatto segue la narrazione. Il ritmo è serrato come quello del film. Nelle foto sono impressi i protagonisti e il loro ambiente, si attraversa il loro quotidiano e con esso il disagio destabilizzante e tormentato. Le luci di una periferia spenta e la pistola simbolo del degrado appaiono con violenza e stanno ad indicare la caduta dell’uomo e quindi della società in cui esso vive. Odio che genera odio e che inasprisce i contorni sfumati di una realtà già fredda e opaca. La fotografia in cui appare un cartellone pubblicitario su cui è scritto “Il mondo è nostro” è una frase corretta da Said, uno dei protagonisti del film, e testimonia il suo urlo interno e disperato, il suo desiderio di riappropriarsi degli spazi, della vita, del rispetto reciproco, della tolleranza e della convivenza, del presente e del futuro».

La mostra fotografica di Barbara Frascà offre una nuova prospettiva sulle immagini del film diretto da Mathieu Kassovitz nel 1995. In un viaggio sensoriale composto da 37 foto (dimensioni 30×45, stampa su carta opaca e montaggio successivo su passepartout nero), esposte seguendo il percorso delineato dalla pellicola cinematografica, la poliedrica artista romana esplora le immagini potenti, per contenuto e spettacolarità, che compongono questa vibrante storia di povertà, violenza ed emarginazione, intensificandole attraverso l’adozione di una prospettiva “altra, dettata dal caso ma immediatamente pensata come nuova possibilità di espressione.

Visioni da un film: L’odio


VISIONI DA UN FILM – L’ODIO
Mostra fotografica di Barbara Frascà
Dodici Pose – Art Lounge Gallery (Via Casilina, 117 – Roma)
22 gennaio 2015.

Orario: 21:30 – 02.00 – Ingresso con drink € 7
Giuseppe Causarano


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :