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Vita da editore: buon compleanno, Fratelli Frilli!

Creato il 26 gennaio 2016 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

Spesso il mio interesse per le case editrici indipendenti mi porta a scoprire delle vere perle, e anche delle persone squisite e appassionate. Una di queste è Carlo Frilli, uno dei soci della Fratelli Frilli Editori, cui ho rivolto alcune domande per comprendere meglio la sua “vita da editore”.

Quando e come è nata la tua casa editrice: qual era il progetto iniziale, quali erano e quali sono ora i soci, quale la prima sede, e come si è evoluto il progetto nel tempo?

La Fratelli Frilli Editori è nata a Genova nel gennaio del 2000 e in questi giorni compie i suoi primi 16 anni. Fu di mio padre Marco l’intuizione di creare una casa editrice dopo aver conosciuto un dottore che aveva fatto parlare di sé per un dibattuto caso di mobbing in ambito ospedaliero. Il suo libro-denuncia “Camici e Pigiami”  fu un piccolo bestseller e su questa spinta emotiva e sull’amicizia con l’autore Paolo Cornaglia Ferraris nacque il progetto e il primo romanzo giallo-noir, “Il Sindaco”, con cui la Frilli si presentò al pubblico. La prima sede era una stanzetta all’interno dello studio del nostro amico dottore e socio a Nervi. Ben presto però si rese indispensabile trovare nuovi e più ampi spazi: fu così che ci trasferimmo a Quarto dei Mille dove tuttora la casa editrice ha sede. Oltre a noi della famiglia Frilli abbiamo altri tre soci uno dei quali, Armando D’Amaro, è anche un nostro autore di noir.

Abbiamo cambiato tante rotte dal varo della casa editrice ad oggi, ma una costante è sempre stata e continua ad essere quella di pubblicare solo e unicamente ciò che realmente, piacendo a noi, potrebbe piacere anche ai lettori.

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 I gialli e i noir sono stati sin dal primo libro pubblicato il nostro grande amore: ad oggi ne contiamo quasi 300 a catalogo, e nel 2016 costituiranno l’80% della nostra produzione. Inizialmente però avevamo maggiormente differenziato le nostre pubblicazioni e cavalcando i fatti del G8 a Genova riuscimmo a farci conoscere ad un più vasto pubblico con reportage e saggi sull’argomento. Tuttavia, i successi dei giallisti nostrani Maria Masella, Bruno Morchio e le richieste dei lettori in tale direzione ci convinsero che la strada del noir italiano era quella giusta.

In Italia solo un terzo delle case editrici dotate di ISBN pubblica più di dieci titoli l’anno. La concorrenza è spietata e la quota di mercato coperta dalle piccole case editrici non supera il 10-12%: perché hai deciso di puntare su un settore così rischioso?

Siamo ben consci che le oltre 50 novità che pubblichiamo attualmente ogni anno costituiscano per molti un traguardo rischioso e un po’ folle da raggiungere. Abbiamo dalla nostra una buona esperienza maturata sul campo e nonostante il periodo non sia certo tra i migliori riusciamo ugualmente a raggiungere, anche se con grandi sforzi e costante fatica, i risultati necessari a portare avanti il nostro progetto di crescita. Non esiste un settore che non abbia rischi; forse in alcuni casi potranno essercene meno, ma noi non sapevamo fare bene il pane. Sapevamo però come distribuire, promuovere e organizzare una casa editrice, avevamo ed abbiamo ancora oggi una viva passione per i libri e per l’editoria, abbiamo qualche sogno nel cassetto (ma quelli sono gratis e alla portata di tutti).

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Quali sono le collane della Fratelli Frilli e qual è il tuo lettore “ideale”?

La collana dei Noir si rivolge al lettore del genere, attento alla qualità e stanco dei soliti thriller anglosassoni o stranieri ambientati in luoghi lontani geograficamente e non solo. Qui ritroviamo l’Italia, spesso la provincia italiana, con le sue bellezze e le sue brutture, con il dialetto, la gastronomia, i luoghi e le persone. I nostri Noir sono un passepartout con il quale il lettore apre ogni porta della nostra penisola, anche la più misteriosa e segreta, non solo dell’animo umano ma anche di quei luoghi dentro i quali è sempre meglio entrarvi solo e unicamente nei libri.

Storica, In Movimento e Controcorrente accolgono dai saggi storici ai saggi sportivi, mentre in Controcanto e Biografie troviamo biografie in ambito musicale, cinematografico e sportivo.

Quali sono le maggiori difficoltà –di qualunque genere- che hai incontrato e incontri nell’attività di editore?

La distribuzione e la promozione rappresentano, soprattutto per i piccoli e medi editori, la problematica più comune. Segue un’altra e non meno importante difficoltà di ordine amministrativo-economico, il recupero crediti. Moltissimi infatti sono i clienti diretti (librerie, distributori, edicole, etc.) con i quali abbiamo rapporti commerciali, non è con tutti facile gestire la parte economica e spesso siamo costretti a rivolgerci al nostro studio legale per tentare di averne ragione con conseguente dispendio di tempo e denaro.

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Quale libro o autore ti ha dato maggiori soddisfazioni? E al contrario, un libro o autore sul quale puntavi molto e che ti ha invece deluso?

Non è la prima volta che mi pongono questa domanda alla quale rispondo sempre dicendo che non si può chiedere ad una mamma quale dei suoi figli predilige! Per me sono tutti bravi autori, alcuni hanno incontrato più il gusto dei lettori, altri magari meno, ma nel momento stesso in cui abbiamo deciso di pubblicare l’uno e l’altro eravamo allo stesso modo entusiasti e felici di poterli accogliere nel nostro catalogo.

Affrontiamo uno dei punti dolenti del settore editoriale: cosa pensi, fuori dai denti, delle EAP?

Il solo punto dolente è che si considerino Editori coloro che fanno un lavoro tipografico di stampa su commissione, ingannando di fatto l’ignaro e un po’ sprovveduto aspirante autore. Le promesse sono di dare lustro e visibilità allo scritto proposto, di divulgarlo per mari e per monti (omettendo che sarà ovunque fuorchè nelle librerie!), iscritto ad ogni sorta di premio letterario…se non è un inganno questo, poco ci manca. Dico sempre agli autori cui rifiuto il manoscritto di continuare a crederci e a fronte di richieste di denaro di declinare senza alcun pentimento la proposta.

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A chi hai affidato, se lo hai fatto, il compito di selezionare i manoscritti che ricevi e in base a quali criteri viene effettuata la selezione?

Per noi gli esordienti sono il vero patrimonio cui facciamo riferimento. Selezioniamo tra i tanti quegli scritti che si fanno notare, che ci hanno colpito, che ci sono entrati dentro e quindi ci sono piaciuti. Il nostro è un continuo lavoro di ricerca e di scouting che oramai i grandi editori difficilmente fanno. I manoscritti che ci arrivano, previa presentazione di sinossi, vengono letti da mio padre o dal sottoscritto. Nel caso dei noir li scegliamo concentrando l’attenzione sulla capacità di scrittura dell’autore, sui luoghi di ambientazione, sul profilo dei personaggi e ovviamente su quella caratteristica che non tutti sanno tirare fuori, l’emozione.


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