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Vita su un esopianeta

Creato il 19 maggio 2015 da Annovigiulia @AnnoviGiulia

220px-Planets_everywhere_(artist’s_impression)Ricreare le condizioni perfette che abbiamo sulla Terra non è cosa banale. Questo è il messaggio scaturito dall’incontro con Giovanni Vladilo a Modena il 16 maggio scorso.
Basta cambiare di poco la pressione atmosferica, modificare la disposizione dei continenti, alterare l’inclinazione dell’asse terrrestre, accelerare o rallentare di poco il moto di un pianeta, e all’improvviso fa troppo caldo o troppo freddo, l’acqua congela o evapora. La vita, così come la conosciamo qui sulla Terra, potrebbe in poco tempo non esprimersi più in tutta la sua varietà o interezza.

Ormai sono tanti gli  esopianeti, i mondi scoperti all’esterno del Sistema Solare: se ne contano più di 1500 confermati. Via via che la tecnologia si è affinata i pianeti sono sempre più simili alla Terra per dimensione e posizione rispetto alla stella che li illumina. Insomma le papabili Terre sembrano essere sempre più numerose, ma creare tutte le condizioni per ospitare la vita secondo Giovanni Vladilo, astronomo dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, non è una cosa ovvia.
Idrogeno e ossigeno sono tra gli elementi più diffusi nell’Universo, ma formare acqua accessibile alla vita a partire da questi singoli elementi non è cosa ovvia.

Secondo me, la riflessione sugli esopianeti è stata interessante anche per comprendere quanto è importante difendere il clima che abbiamo attualmente sulla Terra. Alterarlo anche di poco potrebbe significare rendere inabitabile il nostro pianeta.

Credits Wikimedia Commons


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