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Viva il Pd col pomodoro

Creato il 19 novembre 2013 da Albertocapece

Immagine76_05Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ieri uno di fronte all’altro, in  un feroce scontro generazionale,  a Renzi che citava come riferimento culturale la soap Beautiful, rispondeva d’Alema citando il Vampa di Giamburrasca. Verrebbe da dire, beati i tempi quelli nei quali Craxi tirava fuori dalla naftalina Prudhon, quando Bossi citava Cattaneo.

A quando facciamo risalire questo processo di infantilizzazione che non ha niente a che fare con età e rottamazione,  quando il potere, distaccato e indifferente, ha deciso di parlare delle nostre vite da remote lontananze in un’altalena tra il criptico gergo finanziario, ma quelli sono affari loro,  e il verbo delle figurine del pantheon nazional- popolare, Dylan Dog, Vasco Rossi, icone di un popolo bambino, indolente e ignorante, che è ormai vano erudire?

Non va affatto bene quando una classe dirigente, motovandolo con il disprezzo che ci riserva,  rimuove studi, anche se condotti con svogliatezza, pensieri e voci dell’autobiografia umana, seppellendoli a impolverarsi con le ripudiate ideologie e le scomode idee, mostra fastidio per intellettuali arcaici e disfattisti, per chi usa la conoscenza di ieri per comprendere l’oggi.

Perché è così che tutto può scivolare accanto  e resta solo la sorpresa successiva e tardiva: l’arroganza del potere  fa rima con la sua ignoranza, maturata, voluta o nutrita per stare più soddisfacentemente incistati nel privilegio, nella separazione dagli altri intesa come superiorità. Eventi capitali per l’umanità, un tempo oggetto di telegrammi e oggi di cinguettii, scorrono senza essere guardati e tanto meno interpretati, sintomi chiari, presagi indiscutibili sono evaporati al grato e comodo calore dell’ottusità tracotante e dell’yubris cieca, senza capire e imparare nulla del ’63, del ’68, del ’77, che non sono annate vinicole, del 2008, del terrorismo, del femminismo, dell’edonismo, dello stragismo,  del post modernismo e di tutti gli altri ismi possibili, niente degli autunni caldi e delle primavere arabe, che non sono collezioni di prèt à porter. Le  pietre miliari della loro storia sono quelle che segnano le loro botteghe: scissione di Zoagli, svolta della Bolognina, linea di Frosinone, discorso della Leopolda, fondazione del Lingotto.

Lingotto.. si dovrà forse al festoso affossatore della memoria storica e combattente del Partito Comunista, della sua missione di rappresentanza, pigra, per carità, spesso remissiva, aver scelto la liquida leggerezza dell’oblio, della feconda slealtà a principi e valori in favore di dinamismo, remissione di debiti storici e superamento di antiche, doverose inimicizie. Si dovrà al suo tormentato curriculum scolastico la scelta di preferire Giovannona Coscialunga a Dreyer, Asterix a Sartre, Alvaro Vitali a Yourcenar, aver definitivamente sancito il primato del futile, la gioiosa egemonia dell’ignoranza rivendicata, riconosciuta come valore. Mica è un caso: va di pari passo con lo sdoganamento della volgarità perentoria dei danè, dei motivetti del presidente cantautore,   delle aspirazioni goderecce a assomigliare agli eroi dei cinepanettoni, dell’imitazione della realtà tramite reality, che intanto quella, la realtà si faceva sempre più ardua, il futuro fuori dagli oroscopi di Branko sempre più minaccioso, l’amore offuscato dalle dinamiche performance del sesso impiegato nei commerci  elettorali, l’amicizia scambiata per annessione, fidelizzazione, ubbidienza., il lavoro umiliato e ridotto a desiderabile servitù.

Quante volte guardando le immagini di Hitler, Mussolini, ci siamo interrogati sul loro  oscuro  ascendente, esercitato su cittadini altrimenti assennati, solidi, onesti. Fra un ragionevole lasso di tempo, qualcuno se non provvedono gli intempestivi Maya che sembrano aver giocato d’anticipo, qualcuno si chiederà le ragioni dell’assoggettamento di un popolo a Berlusconi, alle sue barzellette e alle sue illusioni, ed anche a Renzi, a certi “carini” senza attributi e senza idee, che stanno confermando la prevalenza della mediocrità,  dell’imitazione della realtà di Beautiful, della fame saziata dalla pappa col pomodoro.


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