Vivere è adesso, non bisogna aspettare domani; vivere è sentirsi dentro il mondo così come si è, con quello che si ha, con quello che si sa, con quello che si spera…
Ho sempre vissuto nel futuro o nel passato. Per una serie di ragioni varie non mi ero mai sentita dentro nel mio presente, nel mio oggi, non per una mia mancanza di volontà, ma per una mia reale incapacità.
Si è oggettivamente incapaci quando si è impossibilitati a risolvere una situazione; non serve cercare di nascondere i propri limiti, non serve atteggiarsi a superdotati o a individui dalle mille risorse o dalla risposta sempre pronta…
Anch’io sono tra quelli che si schierano per il festival dell’errore; errare umanun est ed io direi altro che umano, è persino divino. Le cose migliori e speciali nascono dagli sbagli, dalla comprensione e dal superamento dei propri limiti.
In un momento in cui la riforma scolastica sembra volere imbottirsi di eccellenze, doparsi di caccia alle lodi ed al merito, mi viene improvvisamente una grande nostalgia di normalità, di cose semplici ed umili ma ben fatte e pulite. Nostalgia di cieli chiari, di prati pultellati da miriadi di fiori; nostalgia di piccole stradine di campagna abitate dal canto dei grilli; nostalgia di ombre secolari dove gli anziani riposano sotto le chiome delle grandi quercie; nostalgia di borbottii, di chiacchiericci, di giochi di bimbi che corrono nell’aia fuori la casa, dei ciliegi che invitano alla raccolta delle loro gustose delizie…
Oggi siamo diventati adulti, non siamo più bambini, quel senso di bisogno di immobilismo e di sicurezza quasi ci dà alla nausea, ci è diventato stridente ed estraneo.
Fuori dalla finestra non c’è più la campagna della nostra infanzia, il cielo di questo nuovo tempo non è quasi mai cristallino, niente quercie frondose ci danno frescura, non ci sono bambini che corrono dietro galline coccodanti…; abitiamo in grandi città rumorose, siamo chiamati a correre, a fare, a progettare, chi si ferma è perduto esattamente come la gazzella obbligata a fuggire dalle fauci del suo leone…e per la prima volta mi va benissimo così, non m’importa di quello che si sentenzia dalle platee, che i cretini petulanti e sentenziosi dicano quello che vogliono, che distruggano quel che rimane da distruggere…loro ne risponderanno, alla fine qualcuno porterà agli stupidi il conto.
Semplicemente da adulto mi dico che devo fare quel che devo, quel che posso, quel che voglio; senza lamenti inutili, senza piagnistei, senza nostalgie, perchè non c’è più nulla da rimpiangere, più nulla da ricordare, quello che era il nostro piccolo mondo antico ormai ci è diventato insopportabile, anacronistico, ingombrante…
Figli del nostro tempo, figli delle nostre meravigliose risorse, parti inglobate di un meccanismo globale e continuo che danza con una sua armonia, con una sua filarmonica magia…
Vivere è adesso, amore mio.