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Vivere e morire a Hong Kong - Recensione - PS4

Creato il 10 ottobre 2014 da Intrattenimento

Dopo due anni indossiamo di nuovo i panni dello sbirro Wei Shen

Uscito su PC e old-gen nell'ormai lontano agosto del 2012 (e corposamente recensito qui), dopo uno sviluppo a dir poco travagliato, passando per un cambio di nome, una chiusura e una rinascita sotto altre insegne (quelle Square- Enix al posto di Activision) Sleeping Dogs torna ora sugli scaffali con una Definitive Edition, definitiva non solo per l'upgrade visivo dei 1080p ma anche per l'ovvia inclusione di tutti i 24 DLC usciti sinora.

Vivere e morire a Hong Kong
Non stiamo parlando solo delle "tre storie" della campagna, ovvero Nightmare in North Point, Zodiac Tournament Pack e Year of the Snake, ma anche di tutti quei pacchetti che hanno arricchito l'ambizioso titolo di United Front Games di una serie di nuovi "outfit", di vetture, ma anche di mosse, armi, abilità e buff vari. Insomma un pacchetto davvero corposo, al prezzo non proprio popolare (ma nemmeno a prezzo pieno ad onor del vero) di 54.90€. Non vogliamo impelagarci nella solita questione, trita e ritrita, del senso di queste operazioni, ma cercheremo di capire se giocare o rigiocare a Sleeping Dogs oggi valga la pena, essendo ben consci della sua offerta, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze. Sleeping Dogs: Definitive Edition - Il gameplay della versione PlayStation 4
Vivere e morire a Hong Kong - Recensione - PS4
Sleeping Dogs: Definitive Edition - Il gameplay della versione PlayStation 4

twittalo! Tanti contenuti per la Definitive Edition di Sleeping Dogs. Ne vale la pena?

Ambizioni importanti

Per chi si fosse collegato solo ora Sleeping Dogs è un free roaming alla GTA, tanto per appicicargli un'etichetta, ambientato in una viva e credibile Hong Kong, in cui vestiamo i panni di Wei Shen, poliziotto sotto copertura, col difficile compito di smantellare le Triadi. Il lavoro di United Front Games è debitore dei tanti film ambientati nella sordido mondo della mafia cinese, ovviamente però il riferimento diretto è Infernal Affair, che forse i più conoscono tramite il remake americano targato Scorsese The Departed.

Vivere e morire a Hong Kong
Un poliziotto infiltrato è perfetto per questo genere di giochi visto che la sua doppia vita, esplorata piuttosto bene con una narrazione dal piglio adulto e maturo che sviscera in profondità "lo sdoppiamento di personalità" di Wei Shen, ci porta ad effettuare missioni da sbirro e da scagnozzo, perfettamente innestate all'interno del corposo e funzionale percorso di crescita del protagonista. È questo quindi uno dei punti di forza del gioco che ci permetteva anzi permette di sviluppare il nostro (anti)eroe come vogliamo. Di fatto ogni azione che si compie, ogni missione che si porta a termine, per i buoni o per i cattivi che siano, accresce le nostre potenzialità: agendo da tutore della legge diventiamo maghi nel rubare auto, disarmiamo gli avversari senza intoppi, o possiamo accedere al bullet time durante le sparatorie, senza dimenticare un minor rinculo o più danni durante gli inseguimenti in auto. Al contrario da mafioso le abilità da sbloccare sono tutte incentrate sul sistema di combattimento, come più danni con o senza armi bianche o resistenze varie.
Vivere e morire a Hong Kong
L'acquisizione di nuove combo avviene attraverso lo svolgimento di missioni date dal maestro di arti marziali che passano attraverso il recupero di diverse statue di giada. Possiamo definire il combattimento senza dubbio un bel plus di Sleeping Dogs, ma allo stesso tempo una criticità su cui non è possibile soprassedere. Le mosse sono tante, tagliate su misura sulle varie tipologie di nemici, ma spesso confusionarie nelle modalità di esecuzione con combo troppo simili. Pad alla mano gli scontri sono ben coreografati, debitori di quelli di Batman con la contromossa automatica, ma alla lunga, al crescere delle abilità di Wei Shen diventano sin troppo facili e poco tecnici, anche perché c'è la possibilità di sfruttare l'ambiente per "kill" istantanee, senza dimenticare che ogni macchina può fornirci generosamente un cric, con il quale sfoltire agilmente le fila avversarie. Un vero peccato perché guardandolo "da fuori" il sistema di combattimento potrebbe esser scambiato tranquillamente per quello di un picchiaduro fatto e finito, ricco di attacchi e mosse (a corroborare questa ipotesi c'è il DLC dedicato allo Zodiac Tournament), ma anche senza aver accumulato un monte ore di gioco esagerato gli scontri diventano decisamente meccanici, facili e non troppo entusiasmanti. Senza dimenticare che meglio si combatte più gli avversari avranno paura di noi, "astenendosi dalla lotta".
Vivere e morire a Hong Kong
Purtroppo anche le fasi a mano armata sono decisamente dimenticabili: si spara solo quando la missione lo prevede, l'intelligenza artificiale degli avversari non fa faville, mentre il bullet time è un di più di cui non sentivamo il bisogno. A chiudere il ventaglio della "customizzazione" del protagonista c'è anche la fama, che aumenta soprattutto dedicandoci alle decine di missioni secondarie, che passano dai classici incarichi di scorta e consegna a storie d'amore, dalla distruzione sistematica delle piazze di spaccio al karaoke, alle corse clandestine e via discorrendo. I "premi" sono vari, dall'avere una vettura sempre pronta a statistiche maggiorate. Su tutto spicca la possibilità di migliorare l'efficacia dei buff di stato veri e propri con bonus ai danni e alla salute, che si ottengono trangugiando te verde o del temibile cibo di strada, facilitando non poco la sopravvivenza in giro per Hong Kong. Sleeping Dogs: Definitive Edition - Trailer di lancio
Vivere e morire a Hong Kong - Recensione - PS4
Sleeping Dogs: Definitive Edition - Trailer di lancio

Riveduto e corretto?

Sleeping Dogs è ricco di contenuti, tra missioni principali e secondarie c'è davvero tanto da giocare, il tutto passando indistintamente tra uomo di Legge e uomo della Triade.

Vivere e morire a Hong Kong
In tal senso sarebbe stato interessante se United Front Games avesse inserito un percorso a bivi, in cui certe scelte drammatiche avessero precluso lo svolgimento di alcune missioni, arrivando quindi a finali diversi, ma visto che il gioco ci impone di fare "di tutto di più" per far crescere Wei Shen è una scelta comprensibile, anche se un pò forzata a livello narrativo. Parlando invece dei "nuovi" contenuti, ovvero i tre DLC ci sarebbe piaciuto descriverli come corposi, ma ahinoi sono tutte terminabili in meno di due ore l'uno e in fin dei conti sono francamente dimenticabili. Bisogna dare atto comunque a United Front Games di aver proposto storie extra dallo spunto interessante. In Nightmare in North Point c'è la classica apocalisse zombie/vampiresca, declinata però facendo riferimento al folklore locale, quindi diversa rispetto a Walkind Dead e soci, immergendo Hong Kong in una luce bluastra perenne.
Vivere e morire a Hong Kong
Inseguimenti e un sacco di scazzottate con tanto di portali da chiudere, questo è l'incubo a North Point. In Zodiac Tournament Pack siamo invece dalle parti di I 3 dell'Operazione Drago, il mitico film col mai troppo compianto Bruce Lee. Qui gli sviluppatori tentano l'operazione nostalgia alla Tarantino con tanto di effetto pellicola rovinata per rendere ancor più palese l'omaggio al film del 1973, ma oltre una serie di inseguimenti e incontri c'è poco da fare, nonostante nuovi vestiti e nuove mosse. Year of the Snake condivide con le altre due storie solo la lunghezza, ma ci riporta in strada alle prese con un gruppo terrorista e fortunatamente ci ha dato l'idea di essere più varia e meno focalizzata sui combattimenti rispetto all'Incubo e allo Zodiaco. Ma tecnicamente come siamo messi? Il passaggio a 1080p e una generale ottimizzazione del motore ha reso Hong Kong decisamente più piacevole da guardare, con un dettaglio ovviamente maggiore (soprattutto per gli elementi di primo piano) che mette un pò una pezza, ma non del tutto, ai problemi di scarso dettaglio e blur che affliggevano le precedenti versione console.
Vivere e morire a Hong Kong
Oggi come ieri però quello che più colpisce di Sleeping Dogs è la rappresentazione della città, molto grande, viva e vibrante, ben costruita e per nulla spoglia sia in termini di traffico e pedoni, sia per quanto riguardo l'arredo urbano, a tutto vantaggio della credibilità della messa in scena di una Hong Kong in miniatura davvero simile a quella reale. Inutile dire che il taglio old gen è visibile, ma mai troppo penalizzante comunque. In definitiva anche se al netto di una risoluzione più alta, più "effetti speciali", e una fisica applicata ora a più oggetti (al prezzo però di un frame rate non proprio granitico) non possiamo dire di trovarci di fronte ad un brutto gioco, ma ad un un gioco "vecchio" tirato a lucido per le nuove console. Ovviamente il salto con le versioni old-gen è particolarmente apprezzabile, ma rispetto a titoli più recenti che hanno goduto di una versione definitiva questo è quello che ne esce (ovviamente) più con le ossa rotte e che più mostra le sue origini nella precedente generazione. Sleeping Dogs: Definitive Edition - Sala Giochi
Vivere e morire a Hong Kong - Recensione - PS4
Sleeping Dogs: Definitive Edition - Sala Giochi

Pro

  • Nuovo impatto visivo piacevole...
  • Narrazione adulta
  • Sistema di crescita del personaggio

Contro

  • ... ma si avverte distintamente l'età del gioco
  • Prezzo alto
  • Basso tasso di sfida e sparatorie non entusiasmanti
  • DLC non proprio un valore aggiunto

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