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Volete un figlio maschio? Un bicchierino di idromele polacco potrà aiutare

Da Saporinews

San Giovanni Paolo II era nato a Wadowice, ma i suoi viaggi in Polonia furono molti e in particolare ritornò a Varsavia da Papa nel 1979, nel ’91 e nel ‘99, date significative, che hanno lasciato traccia indelebile nel cuore della popolazione soprattutto per le sue toccanti parole che pronunciò, in occasione del suo primo pellegrinaggio nella sua terra.  “Venga il tuo Spirito e rinnovi il volto della Terra, di questa terra”, queste le parole dette davanti a cinquecentomila persone nella Piazza principale di Varsavia, allora intitolata alla Vittoria.

Si stava aprendo un nuovo capitolo  della storia della Polonia fino ad allora sotto il dominio sovietico.  Fu  invece nel  giugno del 1999 che egli ritornò in Polonia nella sua cittadina natale vicino Cracovia e si lasciò prendere dalla nostalgia dei ricordi. Cominciò da quel giorno la fortuna del “kremowki” che andava a comprare nella pasticceria della piazza della sua Wadowice.  Il dolce del Papa, che se si è fortunati si può trovare anche nelle pasticcerie di Varsavia, si completa degnamente se accompagnato da un bicchierino di vodka o meglio ancora da un bicchierino di idromele, che risale ai Maya, la famosa civiltà precolombiana, che procurava loro un effetto euforizzante in modo da fargli predire il futuro. Per scoprire la vera “cultura” della vodka, molto amata dai paesi nordici per la sua forte gradazione alcolica, si può scegliere un tour di degustazione di 3 ore che propone la visita di almeno tre diversi bar per assaggiare sei diversi tipi di questo liquore, ascoltando le storie e gli aneddoti sulla città e su questa bevanda tipica polacca.

  In uno dei locali caratteristici della città vecchia di Varsavia, accanto alla fontana della Sirena, si potrà scegliere tra un discreto caffè, tanto per non perdere l’abitudine tutta partenopea, oppure gustare un bicchierino di idromele, che ha una tradizione millenaria in Polonia e che si dice sia la più antica bevanda prodotta dall’uomo. Ma che cosa è questo liquore dal nome insolito e poco noto in Italia?  Vediamo più da vicino questo “nettare degli dei” (mai fu così appropriato questo nome ad un liquore). La bevanda proviene dalla fermentazione di uno sciroppo di acqua e miele. Molto apprezzate sono le qualità aromatizzate alla frutta (mirtilli o fichi) o alle spezie. In alcuni casi si aggiunge luppolo o malto, oppure mosto d’uva. La leggenda vuole che l’idromele fosse la bevanda preferita dal re dei Vichinghi, Odino.

La sua maggiore diffusione la si ha oggi nelle zone fredde del Nord Europa, ma rispetto alla vodka la sua gradazione alcolica non supera i 14 gradi. E sempre sulla scia della sua forza propiziatoria pare che nella settimana successiva al matrimonio, fosse uso comune, consumare idromele per aumentare le probabilità di nascita di un erede maschio e da qui sembra che derivi il termine “luna di miele”.  Infatti l’idromele  nel Medioevo veniva portato in dote dalla sposa in un quantitativo sufficiente a coprire un mese dopo il giorno delle nozze, come buon auspicio di fecondità e abbondanza.

A proposito della cucina polacca, essa è sostanziosa  e si sposa bene a dell’ottima birra tutta polacca. I piatti hanno alla base dense minestre e salse, arricchite da abbondanti quantità di patate e gnocchi, molta carne e poche verdure come il sedano, il cavolfiore, il porro e soprattutto quelle utilizzate per il brodo, fatte conoscere ai polacchi dalla milanese Bona Sforza d’ Aragona che, andò in sposa a Sigismondo I il Vecchio. Altri ritengono che queste verdure erano già note in quel tempo e che la regina diede solo un impulso maggiore alla loro diffusione. Gli aromi caratteristici dei piatti caldi sono aneto, maggiorana, semi di cumino e funghi selvatici; tra le pietanze che si ritrovano più facilmente vi sono “bigos”(crauti e carne) e “barszcz”(minestra di barbabietole rosse).

Harry di Prisco

La vodka in un tipico ristorante di Varsavia

 


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